Prende avvio nel Parco regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli (Lucca e Pisa), il progetto ‘Demetra': per tre anni un pool di ricercatori sarà impegnato nel monitoraggio dell'impatto ambientale e del rischio di contaminazione da coltivazioni di organismi geneticamente modificati (ogm) in aree agricole limitrofe ad aree protette come parchi naturali.
Almanacco della Scienza - Il tutto, partendo da uno studio dettagliato delle risorse dell'area interessata. Capofila del progetto - cofinanziato dall'Unione Europea nell'ambito del programma ‘Life+' - è Arsia Toscana, che ha coinvolto nella ricerca un'unità dell'Istituto di genetica vegetale del Consiglio nazionale delle ricerche (Igv-Cnr) a cui afferiscono anche i ricercatori di altri due Istituti del Cnr, quelli di biometeorologia (Ibimet) e per lo studio degli ecosistemi (Ise), oltre a università di Firenze, Regione Toscana e Ente parco di San Rossore. "Il progetto", osserva Cristina Vettori, dell'Igv-Cnr, "prevede l'installazione, all'interno del Parco, di tre campi sperimentali coltivati a mais, girasole e colza non ogm. Le colture, poste nelle vicinanze di aree boschive, rappresenteranno la base per lo sviluppo di un modello di valutazione che non ha precedenti in Europa e che si fonda sull'analisi dell'intera catena trofica, tenendo principalmente in considerazione gli organismi target di eventuali transgeni: verranno studiati i microrganismi del suolo, la flora e la vegetazione, i macro invertebrati, i vertebrati e gli effetti delle variabili meteorologiche sulla diffusione dei pollini".
Per l'applicazione di tale modello verranno istituite delle aree permanenti di studio comprendenti ecosistemi con diverse tipologie forestali e aree umide come quella del lago di Massaciuccoli. Le competenze multidisciplinari dei ricercatori coinvolti permetteranno di analizzare compiutamente l'impatto degli organismi geneticamente modificati sull'ecosistema e di determinare, nell'arco dei tre anni, un indice sintetico di monitoraggio replicabile altrove.
di Luca Trombella
Fonte: Vettori Cristina, Istituto di genetica vegetale, Sesto Fiorentino, tel. 055/5225728
email cristina.vettori@cnr.it
Almanacco della Scienza - Il tutto, partendo da uno studio dettagliato delle risorse dell'area interessata. Capofila del progetto - cofinanziato dall'Unione Europea nell'ambito del programma ‘Life+' - è Arsia Toscana, che ha coinvolto nella ricerca un'unità dell'Istituto di genetica vegetale del Consiglio nazionale delle ricerche (Igv-Cnr) a cui afferiscono anche i ricercatori di altri due Istituti del Cnr, quelli di biometeorologia (Ibimet) e per lo studio degli ecosistemi (Ise), oltre a università di Firenze, Regione Toscana e Ente parco di San Rossore. "Il progetto", osserva Cristina Vettori, dell'Igv-Cnr, "prevede l'installazione, all'interno del Parco, di tre campi sperimentali coltivati a mais, girasole e colza non ogm. Le colture, poste nelle vicinanze di aree boschive, rappresenteranno la base per lo sviluppo di un modello di valutazione che non ha precedenti in Europa e che si fonda sull'analisi dell'intera catena trofica, tenendo principalmente in considerazione gli organismi target di eventuali transgeni: verranno studiati i microrganismi del suolo, la flora e la vegetazione, i macro invertebrati, i vertebrati e gli effetti delle variabili meteorologiche sulla diffusione dei pollini".Per l'applicazione di tale modello verranno istituite delle aree permanenti di studio comprendenti ecosistemi con diverse tipologie forestali e aree umide come quella del lago di Massaciuccoli. Le competenze multidisciplinari dei ricercatori coinvolti permetteranno di analizzare compiutamente l'impatto degli organismi geneticamente modificati sull'ecosistema e di determinare, nell'arco dei tre anni, un indice sintetico di monitoraggio replicabile altrove.
di Luca Trombella
Fonte: Vettori Cristina, Istituto di genetica vegetale, Sesto Fiorentino, tel. 055/5225728
email cristina.vettori@cnr.it
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