giovedì, dicembre 03, 2009
del nostro corrispondente a Londra Renato Zilio

“Trentini, forza, resistete, tenete duro!” sono le poche, forti parole di augurio, insieme a un segno di croce, che Padre Pietro impartisce rapidamente all’inizio. Quasi cento trentini, in una serata di fine novembre al Centro Scalabrini di Londra, ascoltano seri, tutti in posa, combattenti gloriosi di un passato ormai scivolato via. “E per i figli sarà ben altra strada...” sembra pensare ognuno, guardandosi attorno. Loro non ci sono. Le radici di questa gente? Per molti, i genitori o i nonni stessi erano già capitati qui come arrotini, i moleta, già a fine ‘800 o agli inizi del ‘900. Come Armo Collini, a capotavola, membro dell’Associazione degli Arrotini di Londra, nato a Londra, ma figlio e nipote di due moleta e da sempre moleta. Lavoro atavico portato qui con orgoglio dalla loro Val Rendena. Erano tempi eroici, che restano come un gene ereditario nel sangue di questa gente. “Sì, i giovani con i loro studi hanno preso ben altre direzioni...” continua qualcuno, sospirando” non c’è più la passione per i coltelli. Ora “affilano” il business, semmai con paesi nuovi, lontani, la Malaysia ad esempio...”

Altra musica, altri mondi. Mentre Philip, seduto tranquillo, abbraccia affettuosamente la sua fisarmonica e accompagna il ritmo delle posate tra affettati rosa, carciofini sottolio, tortellini in brodo, carne d’Irlanda... Accarezza, così, la nostalgia dei commensali con lontane arie di montagna: il mazzolin di fiori, la montanara,... Davvero, come dimenticare la terra che ti ha fatto nascere alla vita?!

All’entrata della sala, accoglieva sorridente una foto meravigliosa di un grande trentino, da poco scomparso nell’oceano Atlantico con tutto l’aereo, in un brutto incidente. Ed era di ritorno da una missione di solidarietà in Brasile. Accanto alla foto campeggia una frase solida come una montagna e bella come l’anima di un alpino: “E adesso andiamo avanti con te sempre nel cuore!” È per Rino Zandonai. Rimane un leader indimenticato dalle lunghe solidarietà e dal cuore senza confini. Forse è per ricordare questo sacrificio che il presidente Graziano Ferrari porta una cravatta rosso-rubino, che accende sontuosamente il suo completo nero. Passa sicuro tra la truppa, distribuendo l’elisir degli uomini di montagna, la grappa, felice come un babbo-natale. Scorre velocemente, così, una serata semplice, calorosa, favolosa. Come sempre, le cose semplici fanno la grandezza di un uomo. E, infine, il conto della serata: una cena, più quattro chiacchere, più quattro salti e una bella lotteria di beneficienza... il tutto torna. “Come d’abitudine con i Trentini il cuore c’entra sempre!” mi fa sorridendo Giuseppina. Ed è così che lei saluta, soddisfatta, scivolando via.

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