giovedì, novembre 19, 2009
“La porta è aperta per risolvere pacificamente tutti gli attuali problemi, perché la Corea del nord veda progressivamente ridotte le sanzioni e per una sua crescente integrazione all’interno della comunità internazionale; dovrà però essere la Corea a intraprendere seri passi sulla questione dei programmi nucleari”

Agenzia Misna - Sono queste le parole pronunciate dal presidente Barack Obama nella conferenza stampa che ha chiuso la sua visita a Seoul, in Corea del sud, ultima tappa di un tour asiatico che nei giorni scorsi lo aveva portato anche in Giappone, Singapore e in Cina. Obama – già ripartito per Washington - ha annunciato un viaggio a Pyongyang, il prossimo 8 Dicembre, dell’ambasciatore americano Stephen Bosworth “per colloqui diretti con i nordcoreani”. Il compito di Bosworth sarà quello di riportare la Corea del nord nell’ambito del gruppo dei sei negoziatori di cui facevano parte le due Coree, gli Stati Uniti, Cina, Russia e Giappone che Pyongyang ha abbandonato lo scorso Aprile. Nel corso della conferenza stampa, tenuta congiuntamente al presidente sudcoreano Lee Myung-Bak, Obama ha fatto qualche riferimento anche ai programmi nucleari iraniani sottolineando che ogni decisione sarà presa all’interno di contesti internazionali privilegiando la strada della diplomazia. Con Lee sono stati toccati anche temi economici, con particolare riferimento a un trattato commerciale in discussione per migliorare le relazioni tra i rispettivi paesi. Questioni internazionali, economiche e ambientali (in vista del vertice sul clima di Copenhagen) sono state in effetti il tratto distintivo della prima visita di Obama in Asia a quasi un anno dal suo insediamento alla Casa Bianca. Secondo molti osservatori, è stata la tappa in Cina l’appuntamento più significativo oltre che quello cui Obama ha dedicato più giorni. Nel comunicato finale che ha sintetizzato le discussioni tra il presidente americano e il suo omologo cinese Hu Jintao – in visita il prossimo anno negli Stati Uniti – le due più grandi potenze economiche del pianeta hanno sottolineato i positivi sviluppi sulla questione di Taiwan, alleata degli americani e considerata da Pechino una provincia ribelle; hanno affrontato inoltre altre delicate questioni di politica estera, impegnandosi a rinnovare le trattative con la Corea del nord per la sua denuclearizzazione, a migliorare le relazioni bilaterali “per un mondo più prospero e sicuro”, a privilegiare la via dei negoziati in merito ai programmi nucleari dell’Iran, a lavorare insieme per garantire pace e sicurezza nell’Asia meridionale. Sul fronte della lotta all’inquinamento e agli effetti del surriscaldamento del pianeta, Hu Jintao e Obama si sono detti concordi per “una transizione verso un’economia ‘verde’ e a basse emissioni inquinanti” in grado di garantire contemporaneamente il benessere dei cittadini. In vista del vertice internazionale sul clima di Copenhagen, le due parti, ha concluso il comunicato, hanno dato vita a un costruttivo dialogo fondato sulla considerazione che la cooperazione internazionale è elemento indispensabile per affrontare i cambiamenti climatici.


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