«La Russia possiede le tecnologie necessarie allo stoccaggio in orbita dei materiali irradiati e dei rifiuti nucleari», parola di Igor Khamits, capo del settore progetti del S.P. Korolev rockets & space corporation Energia (Rkk Energia), che in un'intervista a Ria-Novosti ha aggiunto che «Non c'è nessun problema tecnologico.
GreenReport - Possiamo mettere questi materiali in orbita per un centinaio di anni, è fattibile ma questo costa caro. Possiamo scegliere un'orbita ed utilizzarla esclusivamente a questo fine. Tuttavia, tali materiali non devono essere stoccati sull'orbita geostazionaria, essendo quella fortemente ingombra di rottami di satelliti. Mettere su quest'orbita delle nuove quantità di rifiuti sarebbe irrazionale». Sarebbe invece razionale circondare il nostro pianeta di un altro anello di rifiuti spaziali, stavolta radioattivi e trasformare lo spazio in una discarica radioattiva per allontanare dalla terra le scorie nucleari per le quali un giorno ci assicurano di aver trovato la soluzione e l'altro che le spareranno nello spazio più profondo.
Secondo alcuni specialisti russi (e non solo) le scorie nucleari "incenerite" potrebbero essere messe su orbite lontane dove farle restare fino a che non sarebbero più pericolose, poi il tutto verrebbe distrutto con delle micro-esplosioni. Molto rassicurante...
Probabilmente la nuova fascia di scorie astrali dovrà consentire il passaggio delle nuove navi spaziali nucleari alle quali starebbe lavorando sempre la immaginifica Rkk Energia. Infatti, secondo il presidente dell'impresa spaziale russa, Vitali Lopota, «Attualmente, l'esplorazione del sistema solare è possibile unicamente attraverso l'industria nucleare».
I ricercatori russi starebbero lavorando ad un reattore nucleare da oltre un megawatt e ad una nave spaziale che lo monti, Lopota spiega che «Ci sono una decina di varianti di utilizzo per un tale reattore. Quanto alla sicurezza radioattiva, il vascello spaziale a propulsione nucleare si manterrà su orbite lontane per non precipitare e si avvicinerà a delle orbite circum-terrestri solo per recuperare quel che lanceremo dalla terra».
Quindi il pericolo c'è, ma ve lo teniamo lontano, anche se i russi assicurano che si potrebbe anche realizzare un "cargo" a propulsione nucleare «destinato a trasportare i carichi utilizzati dalle navi spaziali sull'orbita geostazionaria, la Luna, Marte ed altri pianeti del sistema solare. Questo "cargo" avrà bisogno di un reattore con una potenza da 0,5 a 6 MW».
Il 28 ottobre scorso, Anatoli Perminov, il direttore dell'Agenzia spaziale federale russa (Roskosmos), aveva annunciato di avere già in cantiere un progetto di nave spaziale "abitata" munita di un propulsore nucleare di "classe megawattica". «Una volta realizzato questo progetto permetterà al materiale spaziale russo di accedere ad una nuova tappa del suo sviluppo. Il progetto tende a realizzare dei vasti programmi nello studio e nella colonizzazione dello Spazio - ha detto il direttore di Roskosmos - Ma tutto questo non sarà possibile senza la realizzazione di impianti nucleari di "classe megawattica"».
La bozza definitiva del progetto dovrebbe essere pronta entro il 2012, ma l'idea viene direttamente dai tempi eroici della mai dimenticata (e misteriosa) epopea spaziale sovietica che infiamma ancora il patriottismo ed i sogni di potenza della Russia putiniana. Già negli anni '60, gli scienziati Mstislav Keldych, Igor Kourtchatov e Sergei Korolev avevano già iniziato a studiare la possibilità della propulsione nucleare spaziale, ricerche che poi sono finite in mano ai militari, sia russi che statunitensi.
Forse non tutti lo sanno, ma numerosi satelliti spia (che i russi preferiscono chiamare "da ricognizione") dotati di propulsori nucleari a bassa potenza sono già intorno al nostro pianeta, soprattutto per tenere sotto controllo i sottomarini atomici dotati di missili nucleari. Questo tipo di satelliti è stato successivamente vietato, ma gli occhi atomici della guerra fredda ci spiano ancora, facendosi largo tra i rifiuti spaziali e aspettando le scorie e i vascelli atomici prossimo-venturi.
Secondo alcuni specialisti russi (e non solo) le scorie nucleari "incenerite" potrebbero essere messe su orbite lontane dove farle restare fino a che non sarebbero più pericolose, poi il tutto verrebbe distrutto con delle micro-esplosioni. Molto rassicurante...
Probabilmente la nuova fascia di scorie astrali dovrà consentire il passaggio delle nuove navi spaziali nucleari alle quali starebbe lavorando sempre la immaginifica Rkk Energia. Infatti, secondo il presidente dell'impresa spaziale russa, Vitali Lopota, «Attualmente, l'esplorazione del sistema solare è possibile unicamente attraverso l'industria nucleare».
I ricercatori russi starebbero lavorando ad un reattore nucleare da oltre un megawatt e ad una nave spaziale che lo monti, Lopota spiega che «Ci sono una decina di varianti di utilizzo per un tale reattore. Quanto alla sicurezza radioattiva, il vascello spaziale a propulsione nucleare si manterrà su orbite lontane per non precipitare e si avvicinerà a delle orbite circum-terrestri solo per recuperare quel che lanceremo dalla terra».
Quindi il pericolo c'è, ma ve lo teniamo lontano, anche se i russi assicurano che si potrebbe anche realizzare un "cargo" a propulsione nucleare «destinato a trasportare i carichi utilizzati dalle navi spaziali sull'orbita geostazionaria, la Luna, Marte ed altri pianeti del sistema solare. Questo "cargo" avrà bisogno di un reattore con una potenza da 0,5 a 6 MW».
Il 28 ottobre scorso, Anatoli Perminov, il direttore dell'Agenzia spaziale federale russa (Roskosmos), aveva annunciato di avere già in cantiere un progetto di nave spaziale "abitata" munita di un propulsore nucleare di "classe megawattica". «Una volta realizzato questo progetto permetterà al materiale spaziale russo di accedere ad una nuova tappa del suo sviluppo. Il progetto tende a realizzare dei vasti programmi nello studio e nella colonizzazione dello Spazio - ha detto il direttore di Roskosmos - Ma tutto questo non sarà possibile senza la realizzazione di impianti nucleari di "classe megawattica"».
La bozza definitiva del progetto dovrebbe essere pronta entro il 2012, ma l'idea viene direttamente dai tempi eroici della mai dimenticata (e misteriosa) epopea spaziale sovietica che infiamma ancora il patriottismo ed i sogni di potenza della Russia putiniana. Già negli anni '60, gli scienziati Mstislav Keldych, Igor Kourtchatov e Sergei Korolev avevano già iniziato a studiare la possibilità della propulsione nucleare spaziale, ricerche che poi sono finite in mano ai militari, sia russi che statunitensi.
Forse non tutti lo sanno, ma numerosi satelliti spia (che i russi preferiscono chiamare "da ricognizione") dotati di propulsori nucleari a bassa potenza sono già intorno al nostro pianeta, soprattutto per tenere sotto controllo i sottomarini atomici dotati di missili nucleari. Questo tipo di satelliti è stato successivamente vietato, ma gli occhi atomici della guerra fredda ci spiano ancora, facendosi largo tra i rifiuti spaziali e aspettando le scorie e i vascelli atomici prossimo-venturi.
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