In Canada le offerte per costruire due nuovi reattori nucleari reattori arrivano ad oltre il triplo di quanto il Governo aveva preventivato e la gara viene sospesa.
Qualenergia - EDF in casa chiede di aumentare le tariffe per finanziare il nucleare e la nostra Enel, che sta per imbarcarsi nell'avventura atomica italiana, deve confrontarsi con un debito imponente. In un intervento, già apparso su "ecquo", il direttore di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio, fa i conti in tasca all’atomo. Come abbiamo spesso raccontato su queste pagine, la questione dei costi, oltre a quelle non meno preoccupanti concernenti sicurezza e impatto ambientale, è uno dei versanti sul quale la paventata "rinascita nucleare" di questi anni sta suscitando più dubbi. Riceviamo da Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia la segnalazione di un suo breve intervento sul sito "Ecquo" in cui porta un ulteriore esempio della fragilità economica che l'atomo sta dimostrando.
Mentre in Francia EDF chiede un aumento del 20% delle tariffe per finanziare il nucleare – avendo un debito di circa 25 miliardi di euro – in Canada le cifre per un’offerta lanciata per due nuove centrali nucleari da costruirsi a Darlington hanno ricevuto un’offerta tripla rispetto alle attese, tanto che il ministro dell’energia George Smitherman ha sospeso la gara.
Una delle offerte era dell’AECL (Atomic Energy of Canada Limited) per due unità Candu – un reattore ad acqua pesante di costruzione canadese – da 1.200 MW ciascuna, a un costo di 26 miliardi di dollari, 10.800 dollari a kW. Vale la pena ricordare che, secondo le stime del 2009 del DOE statunitense, il costo, senza interessi, del nucleare è stimato a circa 3,318 $/kW mentre l’autorità canadese aveva a riferimento per la gara un costo di 2.900 $/kW.
Una seconda offerta, invece, veniva dai francesi di AREVA NP, con due EPR da 1.600 MW a un costo di 23,6 miliardi di dollari, pari a un costo di 7.375 dollari/kW. Se riportiamo tutto in euro e lasciamo perdere i Candu e ci concentriamo sull’EPR – oggetto del memorandum tra Italia e Francia siglato in febbraio – il costo per kW è di 4.587 euro/kW, quasi tre volte il costo che è stato alla base del contratto con la Finlandia (1.600 euro per kW).
EDF chiede un aumento delle tariffe in casa per fronteggiare i costi crescenti del nucleare, ma ha solo la metà del debito di Enel con un fatturato simile. Greenpeace ha presentato a suo tempo un rapporto proprio sulle prospettive nucleari dell’azienda elettrica italiana a fronte del suo indebitamento, senza ricevere alcuna risposta.
Il Presidente del Consiglio – alla vigilia del G8 - ha continuato ad attaccare gli obiettivi delle rinnovabili parlando di costi dell’ordine del 2% del PIL. Un recente rapporto del CER presieduto da Ruffolo (si veda documento su Qualenergia.it) mostra invece che l’effetto sul PIL è in realtà positivo (gli investimenti sulle rinnovabili vengono conteggiati nella misura del PIL) e che l’effetto sul indebitamento è marginale e può essere contenuto aumentando l’impegno sull’efficienza energetica che consentirebbe di raggiungere effettivamente gli obiettivi europei (riducendo la richiesta di energia, occorrono meno rinnovabili per raggiungere l’obiettivo).
A quando un vero dibattito aperto e partecipato sul tema?
Giuseppe Onufrio (direttore di Greenpeace Italia)
Articolo pubblicato sul sito Ecquo
Qualenergia - EDF in casa chiede di aumentare le tariffe per finanziare il nucleare e la nostra Enel, che sta per imbarcarsi nell'avventura atomica italiana, deve confrontarsi con un debito imponente. In un intervento, già apparso su "ecquo", il direttore di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio, fa i conti in tasca all’atomo. Come abbiamo spesso raccontato su queste pagine, la questione dei costi, oltre a quelle non meno preoccupanti concernenti sicurezza e impatto ambientale, è uno dei versanti sul quale la paventata "rinascita nucleare" di questi anni sta suscitando più dubbi. Riceviamo da Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia la segnalazione di un suo breve intervento sul sito "Ecquo" in cui porta un ulteriore esempio della fragilità economica che l'atomo sta dimostrando.Mentre in Francia EDF chiede un aumento del 20% delle tariffe per finanziare il nucleare – avendo un debito di circa 25 miliardi di euro – in Canada le cifre per un’offerta lanciata per due nuove centrali nucleari da costruirsi a Darlington hanno ricevuto un’offerta tripla rispetto alle attese, tanto che il ministro dell’energia George Smitherman ha sospeso la gara.
Una delle offerte era dell’AECL (Atomic Energy of Canada Limited) per due unità Candu – un reattore ad acqua pesante di costruzione canadese – da 1.200 MW ciascuna, a un costo di 26 miliardi di dollari, 10.800 dollari a kW. Vale la pena ricordare che, secondo le stime del 2009 del DOE statunitense, il costo, senza interessi, del nucleare è stimato a circa 3,318 $/kW mentre l’autorità canadese aveva a riferimento per la gara un costo di 2.900 $/kW.
Una seconda offerta, invece, veniva dai francesi di AREVA NP, con due EPR da 1.600 MW a un costo di 23,6 miliardi di dollari, pari a un costo di 7.375 dollari/kW. Se riportiamo tutto in euro e lasciamo perdere i Candu e ci concentriamo sull’EPR – oggetto del memorandum tra Italia e Francia siglato in febbraio – il costo per kW è di 4.587 euro/kW, quasi tre volte il costo che è stato alla base del contratto con la Finlandia (1.600 euro per kW).
EDF chiede un aumento delle tariffe in casa per fronteggiare i costi crescenti del nucleare, ma ha solo la metà del debito di Enel con un fatturato simile. Greenpeace ha presentato a suo tempo un rapporto proprio sulle prospettive nucleari dell’azienda elettrica italiana a fronte del suo indebitamento, senza ricevere alcuna risposta.
Il Presidente del Consiglio – alla vigilia del G8 - ha continuato ad attaccare gli obiettivi delle rinnovabili parlando di costi dell’ordine del 2% del PIL. Un recente rapporto del CER presieduto da Ruffolo (si veda documento su Qualenergia.it) mostra invece che l’effetto sul PIL è in realtà positivo (gli investimenti sulle rinnovabili vengono conteggiati nella misura del PIL) e che l’effetto sul indebitamento è marginale e può essere contenuto aumentando l’impegno sull’efficienza energetica che consentirebbe di raggiungere effettivamente gli obiettivi europei (riducendo la richiesta di energia, occorrono meno rinnovabili per raggiungere l’obiettivo).
A quando un vero dibattito aperto e partecipato sul tema?
Giuseppe Onufrio (direttore di Greenpeace Italia)
Articolo pubblicato sul sito Ecquo
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