La Nigeria corre il rischio di essere sottoposta a un'islamizzazione radicale, sostiene padre Obiora Ike, direttore dell'Istituto Cattolico per lo Sviluppo, la Giustizia e la Pace nello Stato nigeriano di Enugu.
Radio Vaticana - Parlando con l'associazione caritativa Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs), il sacerdote ha citato anche i recenti scontri tra il movimento islamico radicale Boko Haram ("L'istruzione è peccato") e le forze di sicurezza, che hanno provocato almeno 600 morti. Per padre Ike, dopo gli ultimi attacchi che si susseguono dal 24 luglio nel nord della Nigeria, il Paese ha raggiunto un “nuovo livello” di violenza. Gli scontri tra le forze di sicurezza seguono l'assalto di Boko Haram alle stazioni di polizia in quattro Stati come ritorsione per l'arresto dei leader del gruppo, che chiede l'imposizione della legge islamica (sharia). La violenza, rende noto l’agenzia Zenit, è scoppiata nello Stato settentrionale di Bauchi, a maggioranza musulmana, diffondendosi ai vicini Stati di Yobe, Kano e Borno. “Finora gli islamici si erano scagliati quasi esclusivamente contro i cristiani, ma ora si sono formati nuovi gruppi radicali che stanno prendendo di mira tutte le 'agenzie occidentali' e anche contro altri musulmani”, ha spiegato padre Ike. Il sacerdote ha chiesto ai Governi occidentali di sostenere la Nigeria nella lotta contro i militanti islamici, assicurando l'istruzione e riducendo la povertà. I problemi attuali, constata, sono provocati da “mancanza di istruzione, mancanza di lavoro, assenza di competenze, poco denaro e scarsità di lavoro, che provoca una mancanza di senso della vita”. “Ciò porta agli abusi ideologici e al dirottamento della gioventù da parte dei terroristi”, ha aggiunto. Secondo un rapporto di Acs del 2008 sui cristiani oppressi per la loro fede, le comunità cristiane nei 12 Stati nigeriani in cui è in vigore la sharia subiscono intolleranza e discriminazione. Ciò include false accuse di blasfemia nei confronti dell'islam, la demolizione dei luoghi di culto cristiani e il rapimento e la conversione forzata di adolescenti – soprattutto ragazze – all'islam. (V.V.)
Radio Vaticana - Parlando con l'associazione caritativa Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs), il sacerdote ha citato anche i recenti scontri tra il movimento islamico radicale Boko Haram ("L'istruzione è peccato") e le forze di sicurezza, che hanno provocato almeno 600 morti. Per padre Ike, dopo gli ultimi attacchi che si susseguono dal 24 luglio nel nord della Nigeria, il Paese ha raggiunto un “nuovo livello” di violenza. Gli scontri tra le forze di sicurezza seguono l'assalto di Boko Haram alle stazioni di polizia in quattro Stati come ritorsione per l'arresto dei leader del gruppo, che chiede l'imposizione della legge islamica (sharia). La violenza, rende noto l’agenzia Zenit, è scoppiata nello Stato settentrionale di Bauchi, a maggioranza musulmana, diffondendosi ai vicini Stati di Yobe, Kano e Borno. “Finora gli islamici si erano scagliati quasi esclusivamente contro i cristiani, ma ora si sono formati nuovi gruppi radicali che stanno prendendo di mira tutte le 'agenzie occidentali' e anche contro altri musulmani”, ha spiegato padre Ike. Il sacerdote ha chiesto ai Governi occidentali di sostenere la Nigeria nella lotta contro i militanti islamici, assicurando l'istruzione e riducendo la povertà. I problemi attuali, constata, sono provocati da “mancanza di istruzione, mancanza di lavoro, assenza di competenze, poco denaro e scarsità di lavoro, che provoca una mancanza di senso della vita”. “Ciò porta agli abusi ideologici e al dirottamento della gioventù da parte dei terroristi”, ha aggiunto. Secondo un rapporto di Acs del 2008 sui cristiani oppressi per la loro fede, le comunità cristiane nei 12 Stati nigeriani in cui è in vigore la sharia subiscono intolleranza e discriminazione. Ciò include false accuse di blasfemia nei confronti dell'islam, la demolizione dei luoghi di culto cristiani e il rapimento e la conversione forzata di adolescenti – soprattutto ragazze – all'islam. (V.V.)| Tweet |
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