venerdì, luglio 10, 2009
Opinioni di politici, industriali, economisti e teologi… e anche un po’ di storia

del nostro redattore Carlo Mafera (prima parte)

“Secondo la Dottrina Sociale della Chiesa, lo spirito di intrapresa, vale a dire la libera e responsabile iniziativa in campo economico, deve godere di un ampio spazio di realizzazione poiché anche nella imprenditorialità la dimensione creativa è un elemento essenziale dell’agire umano. La profonda originalità ed attualità di questa impostazione è testimoniata dalle innumerevoli piccole e piccolissime imprese che costituiscono il nucleo del sistema produttivo italiano ed europeo Oggi le dinamiche del mercato globale impongono una riflessione su come si possa favorire lo sviluppo di queste realtà imprenditoriali. A questo riguardo, la sussidiarietà potrà essere l’elemento chiave per favorire ed accelerare un nuovo ciclo di crescita dell’economia. Per conseguire i tre fondamentali obiettivi della crescita delle imprese, di una maggiore internazionalizzazione e di un forte sviluppo dell’attività di ricerca e innovazione, occorrono nuove energie e soprattutto nuovi soggetti intermedi che siano espressione della Società e della Comunità. E quindi della sussidiarietà orizzontale”. Così si esprime la fondazione Centesimus Annus pro Pontefice. E la nuova enciclica di Papa Benedetto XVI riprende, tra gli altri, questi argomenti la cui importanza coinvolge la vita e il benessere di milioni di persone.

Mi sembra importante ora fare una panoramica sul dibattito che ha preceduto l’uscita della nuova enciclica, riportando l’opinione di eminenti uomini politici di matrice cristiana, come il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, che ha indicato in suo recente discorso alcune linee guida per fronteggiare la crisi economica. “Di sicuro – ha detto Bonanni - gli stanziamenti a favore degli ammortizzatori sociali sono una priorità. Noi lo abbiamo detto con forza: nessuno deve essere lasciato solo in questa crisi. Bisogna rassicurare le persone. Ma si può e si deve fare di più. Ad esempio dare immediata applicazione all’accordo tra Stato e Regioni sulle risorse economiche, o innalzare in maniera consistente il sussidio previsto per i lavoratori a progetto, i più penalizzati dalla crisi”. Per quanto riguarda il sistema bancario, Bonanni ha sottolineato gli interventi di struttura e quelli immediati per fronteggiare le sue carenze. “Con le banche ci dovrà essere un rapporto di reciprocità. Se da una parte infatti con i soldi dei cittadini sosterremo gli istituti di credito, dall’altra bisognerà chiedersi cosa faranno le banche per i cittadini, per gli utenti, per le piccole imprese, per i lavoratori. La ricapitalizzazione dei principali gruppi bancari sarebbe una buona opportunità di ripresa se ad essa si accompagnasse uno scambio fruttuoso tra sostegno pubblico alle aziende di credito e responsabilità sociale riconosciuta alle banche (è recente l’invito del ministro Tremonti di concedere credito alle piccole e medie imprese che sono l’ossatura del sistema economico italiano). Solo così infatti – ha continuato Bonanni - si potrebbero garantire soprattutto alle micro e medie imprese del sud e delle aree del paese più colpite dalla crisi offerte di investimento a tassi e condizioni vantaggiose. Le banche (a loro volta) ricapitalizzate dovranno mantenere inalterati i propri livelli occupazionali senza esternalizzare le lavorazioni fuori dai confini nazionali”. Ciò per evitare il deprecabile fenomeno della delocalizzazione del lavoro per ridurre i suoi costi ma depauperando i lavoratori italiani. Bonanni ha messo in evidenza la nascita del Forum delle Persone e delle Associazioni Cattoliche nel mondo del lavoro precisando che, con questa iniziativa “occorre uscire da un capitalismo selvaggio e senza regole, non costruito sull’uomo, ma solo sulla logica del profitto. Per questo bisogna ricostruire da queste macerie una nuova prospettiva che parta dall’intelligenza, dalla collaborazione tra capitale e lavoro e che ponga la persona al centro di ogni processo produttivo. E’ su questa base che la nostra economia può ripartire coniugando il capitalismo con gli insegnamenti e le indicazioni della dottrina sociale della Chiesa.” Bonanni ha poi concluso con parole di grande apprezzamento per la nuova enciclica del Papa: “La Cisl attende con interesse l’enciclica del Pontefice. Sarà un momento importante di riflessione e di stimolo per tutte le associazioni impegnate nel mondo del lavoro. Abbiamo molto apprezzato che il Papa nella recente udienza concessa alla Cisl abbia ricordato l’Enciclica Laborem exercens di Giovanni Paolo II, e il ruolo indispensabile dei corpi sociali e del sindacato nella vita comunitaria. Siamo convinti che la parola di Benedetto XVI gioverà al cammino di un’associazione come la Cisl, storicamente ispirata ai valori della dottrina sociale della Chiesa, impegnata in continue conquiste per il lavoro e nella costruzione di una democrazia moderna che per essere tale deve saper tenere assieme la parola solidarietà con quella altrettanto impegnativa di partecipazione.”

A proposito dei corpi intermedi, è interessante raccogliere la testimonianza di Antonio Intiglietta, fondatore, presidente e amministratore delegato di GE.FI., società organizzatrice in Fiera di Milano della più importante mostra mercato internazionale, nonché socio fondatore della Compagnia delle Opere. In una recente intervista ha toccato dei punti fondamentali della enciclica di Benedetto XVI, e ha esordito dicendo: “La caratteristica distintiva di Compagnia delle Opere è quella di essere un’associazione che pone al centro della sua organizzazione la persona, la sua libertà di creare benessere per sé e per la comunità ed il suo senso di responsabilità verso di essa. Siamo convinti, grazie all’esperienza che ha generato la Compagnia delle Opere, che una persona, per essere in grado di esprimere libertà e responsabilità, abbia bisogno di un contesto umano che la aiuti, la sostenga e le permetta di essere se stessa. Per mantenere costantemente una posizione ideale nel proprio percorso di vita non si può essere soli, ma è necessaria un’amicizia, una Compagnia. Per altro, se c’è una cosa di cui c’è veramente bisogno per fronteggiare questa crisi, è la presenza di persone in grado di esercitare fino in fondo la loro libertà e la loro responsabilità. Così, alcuni di noi, dopo l’esperienza universitaria, vissuta in modo molto intenso attraverso l’educazione di Don Luigi Giussani, hanno sentito l’esigenza di proseguire questa dimensione che ci rende protagonisti della nostra vita, sostenendoci a vicenda anche nel mondo del lavoro, dell’impresa e della società. Il cuore della Compagnia delle Opere nasce così, da una formazione di natura universale, cioè cattolica - che è poi la stessa cosa - dove essere universale significa abbracciare tutti senza avere pregiudizi nei confronti di niente e di nessuno. Per questo, l’associazione, che pure è ancorata alla tradizione dell’esperienza cristiana e alla dottrina sociale della Chiesa, è aperta a chiunque”. Intiglietta ha continuato nella sua analisi facendo riferimento a quel principio di sussidiarietà che la Chiesa più volte ha richiamato nelle sue precedenti encicliche: “E’ grazie ad uomini che finalizzano responsabilmente il loro operato d’impresa, sia essa profit che non profit, ai bisogni della società e della vita, che si gettano le basi per una società sussidiaria. Da un punto di vista delle istituzioni e della politica, la sussidiarietà indica un metodo di governo, che si applica quando chi ha il potere pone le condizioni perché libertà e responsabilità si possano esprimere, senza tarparle con la presunzione di essere all’altezza di rispondere a bisogni ed esigenze della comunità.”

Andando avanti nella pubblicistica e nell’esame di tutti coloro che attualmente si sono occupati della crisi economica-finanziaria, spicca l’intervento di padre Bonifacio Honings, ex decano di teologia morale alla Pontificia Università Lateranense alla Conferenza Internazionale dello Schiller Institute a Russlaheim (21-22 febbraio 2009). Egli sostanzialmente ha riportato e citato il pensiero dell’economista Lyndon LaRouche che fa parte della squadra di governo del presidente degli Stati Uniti Obama. Così esordisce Hanings: “La principale misura a livello internazionale è di stabilire una cooperazione tra Stati Uniti, Russia, Cina e India. Questi paesi devono lanciare insieme una generale riforma del sistema monetario e finanziario internazionale, poiché, senza questo tipo di riforma, non c’è possibilità di evitare quelli che diventerebbero dei Nuovi Secoli Bui. Nel suo discorso del 5 dicembre 2008 a Nuova Delhi, LaRouche ha sottolineato che la soluzione alla disintegrazione finanziaria globale, iniziata nel luglio del 2007, è dar vita ad un’alleanza tra Quattro Potenze per sottoporre il sistema mondiale ad una riorganizzazione fallimentare, poiché non c’è sufficiente denaro o ricchezza per ripagare i trilioni di dollari di titoli derivati tossici. Perciò, la misura più urgente è sottrarre l’economia mondiale a questa bolla dei derivati finanziari. Il futuro del mondo dipenderà da come il mondo guarderà per prima cosa all’Asia, dove si trova la questione più grande, la crisi più grave. In India il 63% della popolazione è in estrema povertà; in Cina e in altri paesi asiatici rileviamo situazioni simili. Si prospetta l’esplosione di crisi sociali. Perciò, a meno che non abbiamo una prospettiva di sviluppo efficace per l’Asia, non avremo molta speranza per il resto del mondo. Perciò è molto importante che gli Stati Uniti, che sono la chiave della soluzione, a motivo della loro Costituzione, si uniscano alle principali nazioni eurasiatiche; e le principali nazioni eurasiatiche sono Russia, Cina e India.” Honings precisa che il piano Larouche è molto vicino al pensiero sociale della Chiesa affermando che “nella dinamica della propria fede, in cui lo Spirito Santo riempie l’intera terra con la sua guida, la Chiesa deve farsi portavoce delle richieste e dei desideri della popolazione, per cogliere i veri segni della presenza di Dio e dei suoi piani. Dopo tutto la fede non solo illumina ogni cosa con luce nuova ma illustra anche la salvezza di Dio con speciale riguardo alla pienezza della vocazione umana. In questo modo la fede indirizza lo spirito verso le soluzioni che corrispondono alla dignità dell'umanità. Ecco perché entrambe le due ali della Fede e della Ragione sono non solo utili, ma anche necessarie per la Dottrina Sociale della Chiesa.

Il piano di LaRouche contiene un’ala di questa dottrina sociale, e perciò conviene indagare sui fondamenti morali di tale piano. Inoltre, ed è il mio secondo motivo, le cause della crisi mondiale prevista da LaRouche e soprattutto le soluzioni da lui proposte riguardano la dignità di tutta l’Umanità [...], corrispondono alla giusta lettura e alla giusta interpretazione dei segni dei tempi a livello economico e politico mondiale.”

2° parte

3° parte

4° parte

5° parte

6° parte

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