mercoledì, maggio 20, 2009
Un incontro tra Italia, Malta, Libia e Alto commissariato Onu per I rifugiati è stato sollecitato dall’Unhcr al vicepresidente della commissione europea Barrot

Radio Vaticana - I migranti respinti dalle autorità italiane in Libia sono stati costretti a tornare su strade di fame e di morte che già conoscevano: non tutti erano bisognosi di asilo, non tutti santi ma poveri lo sono di certo: è quanto scrive il presidente della Commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro, mons. Arrigo Miglio, in un intervento pubblicato dal Sir, l'agenzia della conferenza episcopale italiana. Non possiamo farci condizionare da culture xenofobe o che finiscono per colpire anche tutte le presenze positive e necessarie degli immigrati La Chiesa, conclude mons. Miglio, è per sua natura multi etnica, e la solidarietà cui è chiamata comprende sia il pane quotidiano sia il pane dell'accoglienza e dell'apertura di cuore verso ogni persona.

Un incontro tra Italia, Malta, Libia e Alto commissariato Onu per I rifugiati è stato sollecitato dall’Unhcr al vicepresidente della commissione europea Barrot. La richiesta è soprattutto quella di lavorare ad una strategia comune nei confronti dell’immigrazione, dopo la politica dei respingimenti adottata dal governo italiano. Intanto da Tripoli il segretario generale per la sicurezza pubblica respinge le accuse di trattamento inumano nei centri per gli immigrati libici centri che, secondo Al Obiedi, non sarebbero peggiori di quelli italiani. Non è della stessa opinione padre Ambroise Tine, direttore di caritas Senegal, intervistato da Francesca Sabatinelli (ascolta)


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