giovedì, maggio 21, 2009
Padre Rosebaugh, 74 anni, aveva lavorato a lungo al fianco dei più poveri nelle regioni settentrionali del Quiché e di Alta Verapaz, tra le più colpite dalla guerra civile (1960-’96)

Agenzia Misna - “Rivolgiamo un appello alla magistratura e alla polizia civile affinché si uniscano e indaghino su quanto accaduto, non perché la vittima è un sacerdote, ma perché la gente non può continuare a morire e questi crimini non possono restare impuniti”: lo ha detto padre José Manuel Santiago ai funerali di padre Lorenzo Rosebaugh, missionario degli Oblati di Maria Immacolata, ucciso lunedì da uomini armati non identificati mentre percorreva in automobile con quattro confratelli – di cui uno rimasto ferito - una strada rurale che collega le comunità di Chisec e Ixcán, 500 chilometri a nord di Città del Guatemala. All’appello si è aggiunto anche l’ufficio per i diritti umani dell’arcivescovado di Guatemala (Odhag), già guidato da monsignor Juan José Gerardi, ucciso nel 1998: “Esigiamo un’inchiesta e che si faccia presto chiarezza su questo nuovo atto di violenza diretto contro la Chiesa”. Di nazionalità statunitense, padre Rosebaugh, 74 anni, aveva lavorato a lungo al fianco dei più poveri nelle regioni settentrionali del Quiché e di Alta Verapaz, tra le più colpite dalla guerra civile (1960-’96). “Era molto vicino alla gente, di buon umore, negli anni precedenti alla firma dell’accordo di pace si recava a piedi nelle comunità devastate dalla violenza repressiva del conflitto” hanno ricordato i suoi confratelli in Guatemala. “La sua morte – hanno aggiunto - rientra nella violenza che ogni giorno si vive in questo paese”, il più popoloso dell’America Centrale, con quasi 14 milioni di abitanti la metà dei quali vive in povertà, che registra il tasso di omicidi più alto della regione con oltre 5000 l’anno, un dato superiore a quello del conflitto interno; “Si distingueva per la sua opzione radicale per i poveri. Era un missionario molto speciale, per la sua sincerità e lo stile di vita, povero tra i più poveri”. Dal Brasile il confratello padre Eduardo Figueroa ha ricordato che “padre Lorenzo fece parte anche della fondazione degli Oblati di Recife. Nel periodo della dittatura militare viveva in strada con i mendicanti, uno dei primi sacerdoti ad aver compiuto questa scelta nell’arcidiocesi all’epoca di monsignor Helder Camara. La sua vita – ha concluso padre Eduardo – ci chiama a una reale conversione al mondo dei più abbandonati”.


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