domenica, febbraio 22, 2009
Amnesty International - Il giornalista Julio César Vásquez Calle ha sporto denuncia contro alcuni ufficiali di polizia e agenti di sicurezza di una compagnia estrattiva che lo avrebbero torturato a causa di un suo servizio giornalistico sulle proteste del marzo 2005. Il 5 febbraio è stato minacciato di morte telefonicamente da un uomo che gli ha intimato di ritirare la denuncia. Amnesty International crede che Vásquez Calle e altre 28 persone di comunità contadine che hanno sporto la stessa denuncia siano in grave pericolo.

Durante una delle telefonate, l'uomo avrebbe detto: "Da quando il tuo lavoro è aiutare i terroristi? Vogliamo essere sicuri che se non ritirerai la denuncia marcirai in prigione, se non ritratterai andrai a finire in prigione a pezzi." (¿Desde cuando tu trabajo es ayudar a terroristas? Nosotros nos vamos a encargar de que te pudras en la cárcel si no te retractas, si no te retractas vas a llegar a la cárcel en pedazos).


Il 6 gennaio durante una conferenza stampa a Lima, Vásquez Calle e alcune organizzazioni per i diritti umani locali hanno mostrato una serie di fotografie scattate nell'agosto 2005 mentre lui e altri 28 contadini di Piura venivano torturati.

Vásquez Calle lavora per Cutivalú, una stazione radiofonica locale nella zona occidentale della regione Piura. Il 1° agosto 2005, gli abitanti della regione hanno organizzato una marcia pacifica che partiva dalle comunità contadine di Segunda y Cajas e Yanta, a Piura, e arrivava fino all'accampamento dei lavoratori della compagnia estrattiva Majaz nella regione di Río Blanco, nel nord di Piura, vicino alla frontiera con l'Ecuador. Mentre i manifestanti stavano dimostrando davanti all'accampamento, Vásquez Calle e altre 28 persone sono stati fermati dalla polizia e portati con forza nell'accampamento dove sarebbero stati detenuti per tre giorni e torturati dalla polizia e dagli agenti di sicurezza che lavoravano per la compagnia estrattiva. Tutti hanno dichiarato di essere stati bendati e picchiati, le due donne del gruppo hanno raccontato di essere state aggredite sessualmente.

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