Eco51.it - Degli effetti negativi sull’ambiente e sulle scelte politiche ed economiche della crisi finanziaria che sta travolgendo il mondo occidentale abbiamo già parlato e, con ogni probabilità, non sarà questa l’ultima volta che lo faremo. Oggi puntiamo l’attenzione sui parchi naturali, una delle caratteristiche più interessanti ed apprezzate del turismo naturalistico nel nostro paese: dopo un vero e proprio boom delle aree protette si è assistito, da otto anni a questa parte, ad una progressiva e sensibile riduzione dei finanziamenti a loro dedicati.Rispetto al 2000, infatti, i soldi destinati alla tutela dei parchi naturali si sono ridotti del 50% ed oltre: a dirlo è Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, intervenendo al convegno “i parchi che vogliamo” di qualche giorno fa. In Italia l’istituzione di parchi e aree protette ha rappresentato un importante mezzo di sviluppo per diverse zone in precedenza abbandonate e trascurate. Nel 2001 se ne contavano 20 e lo stato erogava oltre 62 milioni di euro mentre nell’anno che sta per concludersi, quando ormai di parchi se ne sono aggiunti altri tre, il tetto di spesa è stato di 53 milioni. La finanziaria in via di approvazione in Parlamento prevede, per il 2009, solo 30 milioni di euro e il piano finanziario del 2010 e 2011 non permetterà di superare la soglia dei 19 milioni.Bisogna ovviamente considerare il problema delle comunità montane e della complessa amministrazione delle aree protette: non di rado, infatti, questi enti sono stati utilizzati per “piazzare” diversi politici non rieletti oppure “amici degli amici” cui si doveva qualche favore. Sappiamo tutti che il governo centrale ha bisogno di fare dei tagli e “ridurre gli sprechi”: ogni taglio sarà doloroso, certo, ma probabilmente si è individuato troppo facilmente nei parchi uno di questi sprechi da evitare.
I parchi nazionali e le aree protette rappresentano il 10% del territorio italiano, il doppio della media europea: stiamo parlando di 2.000 comuni e di oltre 3 milioni di ettari di riserve naturali terrestri a cui vanno ovviamente aggiunti altri 2.800 ettari di aree marine. Se guardiamo il dato dal punto di vista della biodiversità, in Italia è custodito un terzo delle specie animali protette in tutta Europa e la metà di quelle floreali.
Facendo una semplice divisione scopriamo che nel prossimo anno ogni ettaro di parco nazionale sarà finanziato con ben…10 €! E negli anni successivi ne avrà solo 6! Insomma, l’ambiente è stato relegato in ultima fila nell’agenda delle priorità della politica: quasi una beffa, se si considera che in ogni manifestazione elettorale si sente dire la magica frase, declinata in mille modi, che dice “puntiamo sull’ambiente e sul turismo naturalistico come volano di sviluppo per il Paese”. Non vogliamo giocare scorretti e fare paragoni imbarazzanti tra quanto è stato speso per salvare (ma l’avranno salvata davvero?) la compagnia di bandiera o le banche in crisi e quanto verrà stanziato per gli enti di tutela ambientale: ma nulla vieta che questi dati ve li cerchiate da soli e, pensando con la vostra testa, possiate trarne le conclusioni più giuste…
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