La crisi economica spaventa il 71% degli italiani
Radio Vaticana - Alle già tante e note paure del 2008 per gli immigrati e i rom, per le rapine e per gli incidenti stradali causati da droghe e alcol, per il precariato, la crisi economica di fine anno getta il popolo italiano nel “panico generalizzato”. E’ quanto rileva il 42° rapporto del Censis sulla situazione sociale del Paese. Il 71,7% degli italiani pensa che il terremoto in corso possa avere delle ripercussioni dirette sulla propria vita, mentre solo il 28,3% dichiara di poterne uscire indenne. Non manca chi, circa il 37%, nonostante la preoccupazione, crede che la crisi possa portare ad un miglioramento, alla correzione cioè di alcuni difetti. E’ quella che il Censis chiama la seconda “possibile metamorfosi”, come nel trentennio 1945-75, un fenomeno, spiegano i sociologi, “già forse silenziosamente in marcia”, una sorta di adattamento innovativo che godrà anche di nuovi fattori, quali la presenza degli immigrati, una nuova temperata gestione dei consumi e dei comportamenti, la crescita di nuove competizioni sul territorio. Nel frattempo la paura avanza, specie tra le famiglie: il 48,8% del totale denuncia un “concreto rischio di default” a causa di investimenti rischiosi (11.8%),del pagamento del mutuo (88.2%) o dell’acquisto di beni di consumo (12.8%).Da qui le strategie: quasi il 34% delle famiglie dichiara di risparmiare di più, il 25% ha tagliato invece drasticamente i consumi. Quanto alle imprese il rapporto in controtendenza disegna un sistema produttivo positivo che si sta rinnovando tanto che il fatturato industriale è cresciuto del 2,6% nei primi otto mesi dell’anno. A completare il quadro del Paese Italia spaccato in due sul Pil pro-capite che favorisce il centro Nord, dove l’Università risulta il malato cronico e dove crescono sempre più i matrimoni misti, arrivano i comportamenti sempre più ''normalizzati'' degli italiani che consumano meno alcol e fumo e anche meno stupefacenti solo però laddove si associano a fenomeni di devianza e marginalità conclamate. (A cura di Gabriella Ceraso) ascolta
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