domenica, dicembre 07, 2008
Il lavoro non garantisce sicurezza, i redditi non crescono più.

Il redattore sociale - Continua a crescere in Italia la flessibilità dei contratti di lavoro, con un +3,6% dal 2004 al 2007. Il fenomeno arriva ormai ad interessare l'11,9% degli occupati. E non si tratta più solo di giovani: il 9% delle persone con contratto flessibile ha 34-44 anni, il 52,2% del totale è donna. Lo sottolinea il Rapporto Censis 2008 sulla situazione sociale del paese. Il lavoro, poi, spiega il Rapporto, "di per sè non garantisce più livelli assoluti di sicurezza, se è vero che anche chi occupa posizioni elevate nella stratificazione professionale e reddituale teme per la propria stabilita'". L'aspetto su cui c'è maggiore consenso è la difficoltà di crescita dei redditi da lavoro (94,4%), che si lega a doppio filo alla possibilità di mantenere lo stesso tenore di vita di soli tre anni fa (94,4%).

Intanto, comunque, l'imprenditoria è sempre più rosa (lo sono il 25 percento delle aziende): 7 donne su 10 hanno creato l'impresa da sole, non solo per necessita' di lavorare o per non far chiudere l'attivita' di famiglia, ma anche per seguire una propria vocazione.

Lavoro precarioIl 44,7 percento delle famiglie (era il 27 percento nel 2007) è pessimista per l'immediato futuro in termini di consumi, mentre il 17,4 percento è incerto e disorientato. Anche per questo gli italiani, in tempo di crisi, corrono ai ripari: il 53 percento si reca presso i mercati rionali per l'acquisto di prodotti alimentari, il 48,8 percento va all'hard discount. E intanto cresce il livello di indebitamento delle famiglie che e' aumentato negli ultimi tre anni, attestandosi attualmente al 48,5 percento del reddito disponibile (nel 2004 si era poco al di sotto del 40 percento), rimanendo, comunque, a livelli piu' bassi della media dei Paesi dell'area dell'euro (in Francia, Spagna e Regno Unito le passivita' finanziarie delle famiglie superano il valore del reddito disponibile). Quasi il 60 percento delle famiglie con mutuo (oltre 2,8 milioni) non ha difficoltà nel pagamento delle rate, il 29,1 percento (circa 838.000) ha qualche difficoltà ma senza rischi di insolvenza, il 9,7 percento (circa 279 mila) ha notevoli difficolta', mentre il 2,8 percento (circa 81 mila famiglie) non riesce a rispettare le scadenze.

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