mercoledì, dicembre 10, 2008
La Segretaria generale di Amnesty International: "Occorre agire, non limitarsi a celebrare"

Amnesty International ha chiesto oggi ai governi di fare del 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani (Dichiarazione) un momento di azione e non di mera celebrazione. "Le insensate uccisioni a Mumbai, le migliaia di persone in fuga dal conflitto nella Repubblica Democratica del Congo, le ulteriori centinaia di migliaia intrappolate in condizioni terribili nel Darfur, a Gaza e nel nord dello Sri Lanka e infine una recessione economica globale che potrebbe spingere altri milioni nella povertà, creano una pressante piattaforma d'azione sui diritti umani" - ha dichiarato Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International.

Di fronte a questo scenario, il 60° anniversario della Dichiarazione cade in un momento in cui il mondo affronta sfide molteplici.

Denunciando gli attacchi terroristici di Mumbai, Amnesty International ha messo in guardia i governi dal fare marcia indietro sui diritti umani in nome della sicurezza: "I governi hanno il dovere di proteggere dal terrorismo, ma il carcere a tempo indeterminato senza accusa né processo, la giustificazione e la pratica della tortura e l'erosione del primato della legge non rendono il mondo un luogo più sicuro" - ha ammonito Irene Khan.

Constatando l'impatto sui paesi poveri dell'attuale crisi economica, che rischia di gettare altri milioni di persone nella povertà, Amnesty International ha chiesto ai governi di proteggere i diritti economici e sociali con pari vigore rispetto ai diritti civili e politici.

"Il pregio della Dichiarazione è costituito dall'universalità e dall'indivisibilità. I diritti umani sono universali: ogni persona nasce libera ed eguale in dignità e diritti. I diritti umani sono indivisibili: tutti i diritti, economici, sociali, civili, politici e culturali, sono parimenti importanti, senza alcuna gerarchia" - ha proseguito Irene Khan. "Nonostante i progressi degli ultimi decenni in molte aree, l'ingiustizia, la disuguaglianza e l'impunità persistono in troppe zone del mondo. Il vero problema è che i governi fanno promesse e adottano leggi ma mancano di darvi seguito."

"È arrivato il momento che i governi riparino a sei decenni di fallimenti nel campo dei diritti umani e diano seguito alle loro promesse." - ha concluso Irene Khan.

Ulteriori informazioni

I passi avanti nel campo dei diritti umani conseguiti negli scorsi sei decenni comprendono:

* l'adozione di trattati internazionali e di legislazioni nazionali;
* il riconoscimento dei diritti delle donne e dei bambini;
* la creazione del Tribunale penale internazionale e i procedimenti per crimini di guerra e contro l'umanità da parte dei tribunali internazionali e, in alcuni casi, di quelli nazionali;
* l'istituzione dell'Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite e, in alcuni paesi, di commissioni nazionali sui diritti umani;
* la fine dell'uso della pena di morte in oltre due terzi del pianeta;
* i progressi nel controllo delle armi;
* un forte appoggio della società civile ai diritti umani, come attraverso la rete mondiale dei difensori dei diritti umani e delle organizzazioni per i diritti umani.

I fallimenti comprendono:

* le massicce violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario nei conflitti armati;
* l'aumento degli attacchi dei gruppi armati e dei gruppi terroristici contro i civili;
* la violenza contro le donne e i bambini, compreso il reclutamento dei bambini e delle bambine soldato;
* la negazione dei diritti economici e sociali a milioni di persone che vivono in povertà;
* la corruzione e l'iniquità dei sistemi giudiziari di molti paesi;
* l'uso della tortura e di altre forme di maltrattamento;
* la negazione dei diritti dei rifugiati e dei migranti;
* gli attacchi agli attivisti, ai giornalisti e ai difensori dei diritti umani;
* la soppressione del dissenso in molti paesi;
* la discriminazione sulla base della razza, della religione, del genere e dell'identità.

Sono presenti 2 commenti

Orazio Vasta ha detto...

In ricordo del poeta e della "Via Turi Lima" che non c'è...
Il 18 agosto 1925, nella contadina Catenanuova,nasceva, da Carmelo e Giuseppina Muni, Venero Maccarrone, che, alla fine degli anni settanta, con lo pseudomino di "Turi Lima", ha dato vita ad una "poesia rivoluzionaria" in lingua siciliana, tutta votata alla Sicilia, Sicilia intesa come Patria del Popolo Siciliano, come Nazione, che, attraverso un'opera si sensibilizzazione culturale tesa al recupero della specificità dell'identità degli Isolani, poteva essere riconquistata dai Siciliani: "Si sugnu lava o sùrfuru / si sugnu aranciu o pala / si sugnu jnestra o mènnulu ju non lu pozzu diri. Chiddu ch'è certu, sugnu: e sugnu sicilianu" ("Se sono lava o zolfo/se sono albero d'arancio o foglia di fico d'India/se sono ginestra o albero di mandorlo, io non lo posso dire, Quello chè è certo, sono: e sono siciliano"). Lo psudonimo "Turi Lima", era, in realtà, un gioco di parole, legato all'idea di sensibilizzazione dei siciliani alla sana sicilianità attraverso la poesia. Infatti, "Turi Lima", nell'idea del poeta, era il "limaturi", il fabbro, che, con tanta pazienza "Lima", per correggere e perfezionare,un pezzo di ferro deformato.
A 72 anni, a Mascalucia,il 10 dicembre 1996, dopo dieci giorni di atroci sofferenze, vissute con una dignità impressionante, "Turi Lima" moriva, lasciando, a noi siciliani, un grande patrimonio ideale per continuare l'opera di "limatura".Due anni fa,il sindaco attuale di Mascalucia,Maugeri,si espresse favorevolmente alla richiesta del sottoscritto d' intotolare una strada del centro pedemontano al poeta siciliano indipendentista Turi Lima,che era stato per oltre un decennio residente a Mascalucia.L'iniziativa ricevette anche il sostegno di Giovanni Villari,allora deputato all'Ars.Ad oggi,a dodici anni dalla morte del poeta ,nessuna strada di Mascalucia porta il nome di Turi Lima .
Orazio Vasta-oraziovasta@libero.it

Anonimo ha detto...

Mio padre,da giovanissimo incontrò Venero Maccarrone,che poi diventerà "Turi Lima",il poeta della Sicilia che non s'arrende.Assieme,papà e Venero, militavano nella Lega Giovanile Separatista,il movimento giovanile dell'eroico Mis-Movimento indipendentista siciliano-che dal 1943 al 1948 fece tremare lo Stato unitario...Erano giovanissimi,papà e Venero,erano carusi che a causi a cutta,ma avevano nel cuore l'ardente amore per la Sicilia...Poi,mio padre divenne medico,Venero s'impegno nel campo giornalistico e letterario...Mio padre è morto prima di so "frati" Venero...uno a Trecastagni,papà,Turi Lima a Mascalucia...Negli ultimi anni non si sono più visti,dal 10 dicembre 1996,stanno di nuovo insieme,e questa volta per sempre,per continuare dall'alto dei cieli la loro battaglia per la Sicilia ai Siciliani!
Pippo Barbagallo

barbagallopippo@libero.it

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa