Egizia Petroccione, portavoce di Save the Children al G7 dice di essere profondamente delusa da un vertice in cui i leader del G7.
Pur riunendosi in un luogo simbolico come la Sicilia, cuore del flusso migratorio del Mar Mediterraneo, non siano riusciti ad impegnarsi su una visione comune sul tema della migrazione ma accoglie con favore invece il riconoscimento da parte dei leader della necessità di proteggere i più vulnerabili tra i migranti, tra cui adolescenti, bambini e minori non accompagnati. Purtroppo però l’attenzione si sposta sui temi della sicurezza e del controllo delle frontiere, pregiudicando fortemente il primo dovere dei leader del G7 che è quello di proteggere i bambini dalla violenza, dagli abusi e dallo sfruttamento, incluso il traffico dei minori.
L’opportunità persa dal G7 significa che a pagarne il prezzo saranno 28 milioni di bambini che sono stati costretti a lasciare la propria casa, fuggendo dalla guerra e dalle violenze, Questo vertice finisce oggi lasciandosi alle spalle milioni di bambini vulnerabili. Grande delusione perché i leader hanno semplicemente riaffermato principi esistenti senza assumere nuovi impegni. Save the Children accoglie favorevolmente l'appello delle Nazioni Unite per il Sud Sudan, Nigeria, Somalia e Yemen, ma sottolinea che i governi del G7 hanno concluso il vertice senza stanziare nuove risorse finanziarie né per interventi a lungo termine, che affrontino i temi dell'insicurezza alimentare e della malnutrizione, né per combattere le crisi umanitarie in corso.
Sono 159 milioni i bambini affetti da malnutrizione acuta che ne subiranno le conseguenze.
I G7 ( i sette cosiddetti Grandi della Terra) hanno purtroppo anche dimostrato una mancanza di leadership sul tema dell’educazione e oltre ad aver rinunciato a impegnare nuove risorse, hanno anche deciso di non pubblicare l’Accountability Report del G7, che avrebbe potuto dare conto dei progressi del G7 a favore dell’educazione. Anche in questo caso saranno i bambini a pagare il prezzo di questo mancata azione politica, in particolare i 263 milioni di bambini che non hanno accesso alla scuola, di cui 3,7 sono rifugiati. Peccato sia finito tutto così.
Pur riunendosi in un luogo simbolico come la Sicilia, cuore del flusso migratorio del Mar Mediterraneo, non siano riusciti ad impegnarsi su una visione comune sul tema della migrazione ma accoglie con favore invece il riconoscimento da parte dei leader della necessità di proteggere i più vulnerabili tra i migranti, tra cui adolescenti, bambini e minori non accompagnati. Purtroppo però l’attenzione si sposta sui temi della sicurezza e del controllo delle frontiere, pregiudicando fortemente il primo dovere dei leader del G7 che è quello di proteggere i bambini dalla violenza, dagli abusi e dallo sfruttamento, incluso il traffico dei minori.
L’opportunità persa dal G7 significa che a pagarne il prezzo saranno 28 milioni di bambini che sono stati costretti a lasciare la propria casa, fuggendo dalla guerra e dalle violenze, Questo vertice finisce oggi lasciandosi alle spalle milioni di bambini vulnerabili. Grande delusione perché i leader hanno semplicemente riaffermato principi esistenti senza assumere nuovi impegni. Save the Children accoglie favorevolmente l'appello delle Nazioni Unite per il Sud Sudan, Nigeria, Somalia e Yemen, ma sottolinea che i governi del G7 hanno concluso il vertice senza stanziare nuove risorse finanziarie né per interventi a lungo termine, che affrontino i temi dell'insicurezza alimentare e della malnutrizione, né per combattere le crisi umanitarie in corso.
Sono 159 milioni i bambini affetti da malnutrizione acuta che ne subiranno le conseguenze. I G7 ( i sette cosiddetti Grandi della Terra) hanno purtroppo anche dimostrato una mancanza di leadership sul tema dell’educazione e oltre ad aver rinunciato a impegnare nuove risorse, hanno anche deciso di non pubblicare l’Accountability Report del G7, che avrebbe potuto dare conto dei progressi del G7 a favore dell’educazione. Anche in questo caso saranno i bambini a pagare il prezzo di questo mancata azione politica, in particolare i 263 milioni di bambini che non hanno accesso alla scuola, di cui 3,7 sono rifugiati. Peccato sia finito tutto così.
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