Una nuova cattedrale dedicata al perdono e all'espiazione sarà inaugurata il prossimo 25 giugno sul confine che separa le due Coree, in occasione delle celebrazioni per ricordare il 60mo anniversario dell'armistizio che mise fine alla guerra che divise la penisola.
Radio Vaticana - Secondo la Conferenza episcopale del Sud, la nuova chiesa "vuole essere un simbolo evidente della voglia di pace e di riconciliazione nel Paese". Il luogo di culto si trova a Paju, a circa 50 chilometri a nord di Seoul. La messa inaugurale - riferisce l'agenzia AsiaNews - sarà celebrata dal cardinal Nicholas Cheong Jin-suk, arcivescovo emerito della capitale: "La chiesa - afferma il porporato - rappresenta il desiderio di pace, unità e riconciliazione che anima il popolo coreano". Nel corso della funzione "si pregherà per coloro che sono morti in guerra e per chiedere a Dio di donarci la serenità". Il parroco sarà padre Lee Eun-hyung, direttore della Commissione episcopale per la riconciliazione del popolo coreano. La costruzione dell'edificio inizia nel 1997, quando un gruppo di cattolici fuggiti dalla Corea del Nord decise di acquistare il terreno e di donarlo alla Chiesa locale proprio per la costruzione di un "segnale di speranza e di pace".
Dall'aprile del 2006 il progetto è stato seguito dall'arcidiocesi di Seoul, che ne ha finanziato i lavori. All'interno si trovano dei mosaici commissionati agli artisti del Mansudae Art Studio, che si trova nel Nord: rappresentano martiri di Pyongyang e della provincia di Hwanghae, le zone più colpite dalla persecuzione religiosa. L'esterno è stato invece disegnato sulla base della cattedrale Jinsadong, costruita nel 1926 e distrutta dai comunisti. Accanto alla chiesa sorge da diversi anni il Centro per la riconciliazione nazionale, sempre gestito dalla comunità cattolica, dove i profughi in fuga dal regime di Pyongyang vengono accolti e possono seguire dei corsi per l'inserimento sociale e per trovare un impiego. Inoltre, qui vengono formati nuovi missionari da impiegare nel dialogo e negli scambi religiosi con il Nord. Il direttore del Segretariato dell'arcidiocesi di Seoul, padre Mattia Hur Young-yup, dice ad AsiaNews: "Per raggiungere la riunificazione, la cosa più importante che la Chiesa coreana può fare è pregare ed educare. La Commissione per la riconciliazione si impegna da anni nel campo dell'educazione, per aiutare i coreani del Sud a capire meglio i fratelli del Nord e ridurre così i problemi di comunicazione. La nostra migliore speranza è il dialogo".
Radio Vaticana - Secondo la Conferenza episcopale del Sud, la nuova chiesa "vuole essere un simbolo evidente della voglia di pace e di riconciliazione nel Paese". Il luogo di culto si trova a Paju, a circa 50 chilometri a nord di Seoul. La messa inaugurale - riferisce l'agenzia AsiaNews - sarà celebrata dal cardinal Nicholas Cheong Jin-suk, arcivescovo emerito della capitale: "La chiesa - afferma il porporato - rappresenta il desiderio di pace, unità e riconciliazione che anima il popolo coreano". Nel corso della funzione "si pregherà per coloro che sono morti in guerra e per chiedere a Dio di donarci la serenità". Il parroco sarà padre Lee Eun-hyung, direttore della Commissione episcopale per la riconciliazione del popolo coreano. La costruzione dell'edificio inizia nel 1997, quando un gruppo di cattolici fuggiti dalla Corea del Nord decise di acquistare il terreno e di donarlo alla Chiesa locale proprio per la costruzione di un "segnale di speranza e di pace".
Dall'aprile del 2006 il progetto è stato seguito dall'arcidiocesi di Seoul, che ne ha finanziato i lavori. All'interno si trovano dei mosaici commissionati agli artisti del Mansudae Art Studio, che si trova nel Nord: rappresentano martiri di Pyongyang e della provincia di Hwanghae, le zone più colpite dalla persecuzione religiosa. L'esterno è stato invece disegnato sulla base della cattedrale Jinsadong, costruita nel 1926 e distrutta dai comunisti. Accanto alla chiesa sorge da diversi anni il Centro per la riconciliazione nazionale, sempre gestito dalla comunità cattolica, dove i profughi in fuga dal regime di Pyongyang vengono accolti e possono seguire dei corsi per l'inserimento sociale e per trovare un impiego. Inoltre, qui vengono formati nuovi missionari da impiegare nel dialogo e negli scambi religiosi con il Nord. Il direttore del Segretariato dell'arcidiocesi di Seoul, padre Mattia Hur Young-yup, dice ad AsiaNews: "Per raggiungere la riunificazione, la cosa più importante che la Chiesa coreana può fare è pregare ed educare. La Commissione per la riconciliazione si impegna da anni nel campo dell'educazione, per aiutare i coreani del Sud a capire meglio i fratelli del Nord e ridurre così i problemi di comunicazione. La nostra migliore speranza è il dialogo".
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