giovedì, novembre 01, 2012
Continuano le fiabe di Silvio Foini per il Natale 2012

C’erano una volta, in un canneto in riva al lago Maggiore, due nidi vicinissimi l’uno all’altro. Uno era quello di mamma cigno, l’altro apparteneva a mamma papero. Per tutto il lungo e freddo inverno le due mamme avevano covato le rispettive uova con tanto amore per proteggerle dalle crude intemperie, ed ora che era giunta finalmente la primavera erano in dolce attesa che queste si schiudessero, dando alla luce i pulcini. Il lieto evento si compì in una mattina tiepida di aprile e nel canneto fu festa grande. Vennero in molti del lago: lucci argentati, cavedani, altri pesciolini, Martin Pescatori e perfino tre fenicotteri rosa in compagnia di due gabbiani e alcune folaghe.

I pulcini pigolavano festosi crogiolandosi al tiepido sole di primavera. Due di essi poi, un piccolo cigno e un neonato della famiglia dei paperi, presero a parlar fra loro scambiandosi impressioni sul mondo che stava loro intorno. “Hai visto che bell’acqua?” diceva il cigno. “Sì, e tu hai visto come è azzurro il cielo?” rimandava il papero felice.

Passarono i mesi e i due, molto amici fra loro, avevano imparato a nuotare e anche a volare. Si divertivano un mondo a volteggiare sul lago inseguendosi e gareggiando in acrobazie. Il cigno, divenuto un bellissimo uccello, era più lento nel decollo mentre il papero, sfoggiando una livrea con sfumature azzurro e viola, si levava in volo velocemente.

Tornando a casa dalle loro scorribande, un giorno incontrarono un altro cigno che si fermò a parlare con loro e raccontò meraviglie del lago in cui viveva lui: “Ci sono un sacco di belle cose, gente allegra e sempre con la voglia di giocare. Siamo in tantissimi là, sapete? Perché non venite a vedere? Se volete domani mattina torno qui e vi ci accompagno. D’accordo ragazzi?”. I due amici accettarono l’invito: vedere nuovi luoghi e conoscere nuova gente doveva essere bello, no? Tornati ai nidi domandarono il permesso alle rispettive mamme. Queste, sulle prime non furono molto d’accordo, ma alla fine acconsentirono, prodighe di mille raccomandazioni: “Non toccate cose che non conoscete e non mangiate niente di cui non sapete: in giro ci possono essere cose che fanno male!”. I due promisero.

L’alba spuntò nuovamente sul lago e il nuovo amico, come aveva promesso, arrivò. Partirono e si diressero, seguendolo, verso il Lago di Varese che distava qualche chilometro. Quando vi giunsero atterrarono sulla superficie dell’acqua e notarono che più o meno, chiazze di petrolio a parte, questa somigliava molto alla loro. Fecero nuove conoscenze e si divertirono molto. Quando ebbero fame i due del lago Maggiore osservarono i nuovi amici che mangiavano con molta soddisfazione dei granchi grossi come una della loro zampe. Era stato un anno strano: i granchi non avevano mai allignato nelle acque di quel lago ma ora ve ne erano tantissimi. Anche gli umani si davano da fare a catturarli per mangiarseli. Il cigno, sotto gli occhi allibiti dell’amico papero, stava per prenderne uno col suo forte becco giallo ma l’amico gli consigliò di non farlo: “Ricordati cosa han detto le nostre mamme: non mangiate cose sconosciute! Noi non li abbiamo mai veduti e quindi lascia stare”. Il cigno invece fece per prenderne uno ma il granchio, per difendersi, gli si attaccò al becco con una chela facendolo gridare dal dolore. Si levò in volo cercando di liberarsi da quella presa formidabile, ma inutilmente. Si diresse allora verso casa seguito dal papero che se la rideva un mondo. Quando arrivarono al nido, mamma cigna ebbe parole di rimprovero: “Vedi cosa capita ai disubbidienti? Un po’ ti sta bene, spero che adesso tu abbia imparato la lezione”. Poi con un colpo di becco bene assestato staccò il granchio da quello del figlio. Il crostaceo riguadagnò l’acqua sghignazzando: “Stavolta anch’io ho dato una mano ad una mamma. Non tutto il male vien per nuocere: il cigno non mi darà mai più la caccia e ubbidirà come si conviene alla sua mamma”.

Capito, miei piccoli amici? Conviene sempre ubbidire ai genitori. Se dicono una cosa, lo fanno per il vostro bene. Ci vediamo alla prossima fiaba…

Sono presenti 2 commenti

Anonimo ha detto...

Buon modo d'insegnare ai bambini. Attraverso le fiabe elaborano poi,con l'aiuto dei genitori la condotta di vita.
Complimenti, state facendo un buon lavoro.
Un insegnate.

Anonimo ha detto...

Bellissima favola,come sempre, il commento esprime anche il mio pensiero.

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa