lunedì, aprile 23, 2012
Il Congresso presieduto da papa Benedetto XVI sarà intitolato: "La Famiglia, il lavoro e la festa"

di Alberto Giannino, Presidente Ass. Docenti Cattolici

L’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, pastore e maestro brillante e intellettuale, teologo e filosofo, designato da pochi mesi alla guida della seconda diocesi più popolosa del mondo dopo San Paolo in Brasile, si sta occupando attivamente del VII Congresso Internazionale delle Famiglie che si terrà a Milano il 30 maggio e l’1-2-3 giugno con la presenza di Papa Benedetto XVI. A questo riguardo ha coinvolto tutte le 1.100 parrocchie della Diocesi ambrosiana affinché lavorino alacremente per ospitare le famiglie che arriveranno da tutto il mondo (chi può ospitare una famiglia lo segnali al proprio parroco per contribuire all’organizzazione dell’importantissimo evento). Domenica 3 giugno ci sarà poi la Messa del Papa alla quale è prevista la partecipazione di almeno 1 milione di persone all’aeroporto di Bresso (Parco Nord). Tutti sono mobilitati perché l’evento abbia un grande successo.

 Il tema della famiglia sarà al centro del VII Congresso Internazionale di Milano, tenendo presente il Magistero ecclesiastico, la s. Tradizione e la Sacra Scrittura. Il tema sarà “La Famiglia, il lavoro e la festa”. Dice Papa Benedetto XVI a tale riguardo: “Il lavoro e la festa sono intimamente collegati con la vita delle famiglie: ne condizionano le scelte, influenzano le relazioni tra i coniugi e tra i genitori e i figli, incidono sul rapporto della famiglia con la società e con la Chiesa. La Sacra Scrittura (cfr Gen1-2) ci dice che famiglia, lavoro e giorno festivo sono doni e benedizioni di Dio per aiutarci a vivere un’esistenza pienamente umana. L’esperienza quotidiana attesta che lo sviluppo autentico della persona comprende sia la dimensione individuale, familiare e comunitaria, sia le attività e le relazioni funzionali, come pure l’apertura alla speranza e al Bene senza limiti. Ai nostri giorni, purtroppo, l’organizzazione del lavoro, pensata e attuata in funzione della concorrenza di mercato e del massimo profitto, e la concezione della festa come occasione di evasione e di consumo, contribuiscono a disgregare la famiglia e la comunità e a diffondere uno stile di vita individualistico. Occorre perciò promuovere una riflessione e un impegno rivolti a conciliare le esigenze e i tempi del lavoro con quelli della famiglia e a ricuperare il senso vero della festa, specialmente della domenica, pasqua settimanale, giorno del Signore e giorno dell’uomo, giorno della famiglia, della comunità e della solidarietà”.

Il prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie costituisce un’occasione privilegiata per ripensare il lavoro e la festa nella prospettiva di una famiglia unita e aperta alla vita, ben inserita nella società e nella Chiesa, attenta alla qualità delle relazioni oltre che all’economia dello stesso nucleo familiare. L’evento, per riuscire davvero fruttuoso, non dovrebbe però rimanere isolato, ma collocarsi entro un adeguato percorso di preparazione ecclesiale e culturale. Il VII Incontro Mondiale avrà, come i precedenti, una durata di cinque giorni e culminerà il sabato sera con la “Festa delle Testimonianze” e domenica mattina con la Messa solenne. Queste due celebrazioni, presiedute dal Papa, ci vedranno tutti riuniti come “famiglia di famiglie”. Lo svolgimento complessivo dell’evento sarà curato in modo da armonizzare compiutamente le varie dimensioni: preghiera comunitaria, riflessione teologica e pastorale, momenti di fraternità e di scambio fra le famiglie ospiti con quelle del territorio, risonanza mediatica.

L’uomo e la donna hanno la stessa dignità, perché entrambi sono immagine di Dio ed anche perché si realizzano profondamente ritrovandosi come persone attraverso il dono sincero di sé. La donna è complemento dell’uomo come l’uomo lo è della donna. Donna e uomo si completano vicendevolmente non solo dal punto di vista fisico e psichico, ma anche ontologico, poiché solamente grazie alla dualità del «maschile» e del «femminile» si realizza pienamente «l’umano». E’ l’«unità dei due» che permette a ciascuno di sperimentare la relazione interpersonale e reciproca. Inoltre, soltanto a questa «unità dei due» Dio affida il compito di procreare e la vita umana. La famiglia oggi ha l’ineludibile compito di trasmettere ai figli la verità sull’uomo. Come è già accaduto nei primi secoli, oggi è di fondamentale importanza conoscere e comprendere la prima pagina della Genesi: esiste un Dio personale e buono, che ha creato l’uomo e la donna con pari dignità, ma distinti e complementari tra loro, e ha dato loro la missione di generare figli mediante l’unione indissolubile di entrambi in «una caro» (matrimonio). I testi che narrano la creazione dell’uomo evidenziano che la coppia formata da un uomo e una donna è, secondo il disegno di Dio, la prima espressione della comunione di persone, per cui Eva è creata come colei che, nella sua alterità, completa Adamo (cf. Gen 2,18), il quale forma con lei una «sola carne» (cf. Gen. 2,24). Allo stesso tempo, entrambi hanno la missione procreatrice che li rende collaboratori del Creatore (cf. Gen. 1,28). Essendo stato fatto ad immagine di Dio, l’essere umano possiede la dignità di persona: non è semplicemente qualcosa, ma qualcuno. E’ capace di conoscere se stesso, di donarsi liberamente e di entrare in comunione con le altre persone. Questa relazione con Dio può essere ignorata, dimenticata o rimossa, ma non può assolutamente essere eliminata, dal momento che la persona umana è un essere personale creato da Dio per relazionarsi e vivere con Lui.

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