lunedì, febbraio 28, 2011
Indiscrezioni emergono dall'ambiente degli inquirenti che stanno compiendo le indagini sul luogo del ritrovamento del cadavere di Yara. Intanto è sempre più chiaro cosa sia successo quella sera...

"Non si tratta di gettare la croce su nessuno, sia ben chiaro", dice un investigatore. Però appaioni evidenti alcune discordanze tra l'accuratezza che normalmente le squadre di soccorso applicano durante le ricerche ed il luogo del ritrovamento. Gli inquirenti stanno cercando di capire da quali persone siano state condotte le ricerche in quel luogo il 12 dicembre scorso: il particolare è fondamentale per capire se Yara possa essere stata abbandonata lì da tempo o più di recente.
A condurre le ricerche è stato un gruppo di circa 15 persone che in quella giornata si occupò delle zone di Bonate Sopra, Terno D'Isola nell'aree vicino al cimitero e Chignolo D'Isola, che è la zona in cui è stato trovato il cadavere.

Potendo già ipotizzare una trama sintetica: Yara è morta per aver resistito a un'aggressione, probabilmente di natura sessuale, uccisa a coltellate poche ore se non pochi minuti dopo la sua uscita dalla palestra di Brembate quasi certamente nelle vicinanze del campo di via dei Bedeschi dove sabato è stata rinvenuta. Mettiamoli assieme, dunque, i fragili elementi sul taccuino delle indagini. Yara esce dalla palestra di via Locatelli a Brembate poco dopo le 18.30 di venerdì 26 novembre: ha tempo di scambiarsi un sms con l'amica Martina, alla quale dà appuntamento per una gara di ginnastica la domenica.

Poi il copione della breve vita di Yara deraglia: il suo telefonino aggancia l'antenna di Mapello, il paese accanto a Brembate ma fuori strada rispetto al percorso abituale verso casa Gambirasio. E verso Mapello si indirizzeranno i cani cercapersona incaricati di trovare Yara. Brembate, Mapello, Chignolo sono quasi allineati sulla carta geografica, racchiusi in 9 chilometri di strada. Alle 19 di quella sera Maura Gambirasio chiama la figlia sul telefonino ma l'apparecchio è muto; infatti accanto al cadavere della ragazzina c'erano la batteria e la sim card del telefonino, non il resto dell'apparecchio. Ed eccoci a un primo punto fermo del giallo: l'aggressione avviene poco lontano dalla palestra, l'assassino si dirige verso Mapello ma si preoccupa subito di non rendere rintracciabile il percorso della vittima, dividendo in pezzi il cellulare. Un particolare da brivido, perché significa che l'agguato era stato studiato. Il passo successivo ci porta già a Chignolo: sabato lo scheletro della tredicenne appariva integro ma i tessuti quasi completamente sfaldati; i vestiti però erano tutti al loro posto, persino l'elastico rosso tra i capelli.

Uccisa con almeno sei coltellate - Per gli inquirenti quei resti non erano trasportabili, a meno di ridurli in pezzi. Viene perciò meno l'ipotesi che il cadavere sia stato portato a Chignolo in tempi recenti: vi è arrivato con ogni probabilità già la sera del 26 novembre. E dunque Yara ha resistito in un primo tempo a una violenza (lo dice la ferita sul polso) ma questo ha fatto scattare la furia dell'omicida che ha infierito con fendenti al torace, alla schiena e alla gola. A Yara sono rimaste solo le forze per strappare qualche filo d'erba, quelli che le hanno ritrovato nella manina. Dal momento dell'abbordaggio fuori dalla palestra di Brembate può essere trascorsa meno di un'ora.

C'è da riflettere poi sulla scelta di arrivare nella radura di via Bedeschi: in quanti sapevano che quegli sterpi fitti e alti fino a un metro e mezzo sarebbero stati un riparo ideale sia per un'aggressione che per celare un cadavere? Solo qualcuno che conosce la zona, così come conosceva le abitudini di Yara: ecco perché si rafforza l'ipotesi del «mostro» che si aggira a Brembate o nei paesi immediatamente confinanti.

Tutta questa ricostruzione ha un solo punto debole: le testimonianze, emerse anche ieri, in base alle quali il campo di via Bedeschi era stato perlustrato dai volontari in cerca di Yara. «Ci siamo stati di sicuro il 12 dicembre, alla battuta parteciparono 50 persone», conferma Ennio Bonetti responsabile dei volontari di Filago; e forse dieci giorni fa ci è tornata una squadra di Madone. Pare incredibile che nessuno si sia accordo della presenza del cadavere, ma gli elementi medico legali non lasciano spazio a molti dubbi. Restano poi due domande cruciali, a cui potrà dare risposta (forse) solo l'autopsia: la ragazzina ha subito anche degli abusi sessuali? Sul corpo ci sono tracce del dna dell'assassino? Nella tragedia della famiglia Gambirasio, toccherà dare risposta anche a queste orribili domande.

Sono presenti 4 commenti

Anonimo ha detto...

non credo ci sia molto da aggiungere...un corpo in quello stato non puo essere certamente trasportato: durante le indagini qualcuno si è ovviamente comportato da INCOMPETENTE come purtroppo spesso accade qui in italia con le investigazioni:
sarah scazzi nn si capisce ancora nulla, denise pipitone sembra sia stat portata via dallo spirito santo, elisa claps ed emanuela orlando, sono solo tanti dei nomi dei quali ancora non si sa poco o nulla!

Anonimo ha detto...

E' difficile da spiegare, comunque penso che se le ricerche sul posto fossero state eseguite come si dice, i sigg.ri della Protezione civile dovrebbero saperlo benissimo, invece sembra che si giochi a scaricare, nel senso : sembra che i Carabinieri, sembra che alcuni siano passati, sembra che.. ecc
in maniera che non si riesce a capire bene se veramente qualcuno e' passato. E questo non e' molto bello, ma non perche' non si sia passato in questo prato dell'orrore, ma perche' si tende a scaricare la colpa su qualcuno o nessuno. Grazie.

Anonimo ha detto...

Spero solo si riesca a dare una risposta al dolore dei familiari. Yara, che tu possa essere in pace. Una Mamma

Anonimo ha detto...

Yara ,sappiamo tutti che sei un angelo,intercedi verso Gesu' ,finche' la tua famiglia possa trovare un po' di pace .Il pensiero che sei un
angelo ,li aiutera'.Riposa in pace insieme alla piccola sarha.

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