Dopo numerosi rinvii e a 33 anni dalla sua ultima edizione, oggi a Dakar, in Senegal, viene inaugurato il III Festival mondiale delle Arti nere, noto con l’acronimo ‘Fesman’, un appuntamento molto atteso che ricorre nell’anno del cinquantenario dell'indipendenza di 17 paesi africani.
Agenzia Misna - "Mentre l'Africa – annunciano gli organizzatori – patria-madre per tutti in termini di tradizione nera, sta perdendo la sua anima aprendo la porta alla civiltà occidentale, ospite d'onore al Fesman sarà il Brasile" paese dove vivono 80 milioni di neri o meticci, il numero più importante dopo la Nigeria, con 140 milioni di abitanti. L’evento era stato ideato 44 anni fa dal primo presidente del Senegal indipendente, Léopold Sédar Senghor, poeta nonché fondatore del movimento culturale della ‘Negritudine’ (in francese ‘Négritude’) per affermare "il contributo intellettuale peculiare degli africani a un nuovo umanesimo planetario". Dopo la libertà ritrovata, per ben 17 paesi nel 1960, Senghor, sostenuto nella sua impresa dal noto scrittore francese Jean-Paul Sartre, si proponeva di affrancare i popoli africani dal complesso di inferiorità imposto dai colonizzatori attraverso l’orgogliosa rivendicazione del loro ricco e variegato bagaglio culturale. Nell’Aprile 1966 ben 37 paesi di cui 30 africani parteciparono al I Fesman, in presenza di personalità quali l’attrice Joséphine Baker, il musicista Duke Ellington e lo scrittore André Malraux; undici anni dopo la seconda edizione si svolse a Lagos, in Nigeria. Nel 2010, anno dell’Africa per il cinquantenario dell’indipendenza e per i Mondiali di calcio, l’Unione Africana ha affidato al presidente senegalese Abdoulaye Wade il compito di far rinascere il Festival delle arti nere che ritorna così nel paese di origine e sulle orme del suo fondatore Senghor. Tra le principali novità annunciate dagli organizzatori, la volontà di difendere la filosofia di un’Africa creativa e aperta sul mondo – a dimostrazione l’ospite d’onore è il Brasile – nell’ambito di un festival multidisciplinare a 360 gradi. Fino al 31 Dicembre, più di 3000 artisti, già affermati e giovani talenti, provenienti da 47 paesi, si esibiranno in spettacoli di danza, concerti, rappresentazioni teatrali, eventi gastronomici, sfilate di moda, arti visive, mostre d’arte e design. Inoltre sei conferenze vedranno la partecipazione di intellettuali, scienziati, esponenti del mondo politico ed economico che si confronteranno sul “contributo dei popoli neri alla scienza e alla tecnologia” ma anche “sul ruolo dell’Africa nella governance mondiale”. Oltre alla capitale, Dakar, il Fesman si svolgerà anche nella città-isola di Saint Louis, che nel Dicembre 2009 ha festeggiato i 350 anni della sua fondazione, e a Ziguinchor, capoluogo dell’instabile regione meridionale della Casamance. La sontuosa cerimonia di apertura coinvolgerà 2000 artisti africani e decine di tecnici che in una coreografia molto simbolica, con tanto di balli tradizionali, suoni e luci dell’ultima tecnologia evocheranno la nascita di ‘Madre Africa’, la sua travagliata storia fino ad oggi. Dal Senegal non mancano le critiche per un evento considerato troppo costoso mentre “la popolazione è confrontata quotidianamente a penurie di acqua, gas, elettricità e pane” secondo lo scrittore El Hadj Momar Samb mentre l’antropologo Ousmane Sow Huchard denuncia “un’organizzazione amatoriale da parte di chi non fa parte del mondo della cultura”.
Agenzia Misna - "Mentre l'Africa – annunciano gli organizzatori – patria-madre per tutti in termini di tradizione nera, sta perdendo la sua anima aprendo la porta alla civiltà occidentale, ospite d'onore al Fesman sarà il Brasile" paese dove vivono 80 milioni di neri o meticci, il numero più importante dopo la Nigeria, con 140 milioni di abitanti. L’evento era stato ideato 44 anni fa dal primo presidente del Senegal indipendente, Léopold Sédar Senghor, poeta nonché fondatore del movimento culturale della ‘Negritudine’ (in francese ‘Négritude’) per affermare "il contributo intellettuale peculiare degli africani a un nuovo umanesimo planetario". Dopo la libertà ritrovata, per ben 17 paesi nel 1960, Senghor, sostenuto nella sua impresa dal noto scrittore francese Jean-Paul Sartre, si proponeva di affrancare i popoli africani dal complesso di inferiorità imposto dai colonizzatori attraverso l’orgogliosa rivendicazione del loro ricco e variegato bagaglio culturale. Nell’Aprile 1966 ben 37 paesi di cui 30 africani parteciparono al I Fesman, in presenza di personalità quali l’attrice Joséphine Baker, il musicista Duke Ellington e lo scrittore André Malraux; undici anni dopo la seconda edizione si svolse a Lagos, in Nigeria. Nel 2010, anno dell’Africa per il cinquantenario dell’indipendenza e per i Mondiali di calcio, l’Unione Africana ha affidato al presidente senegalese Abdoulaye Wade il compito di far rinascere il Festival delle arti nere che ritorna così nel paese di origine e sulle orme del suo fondatore Senghor. Tra le principali novità annunciate dagli organizzatori, la volontà di difendere la filosofia di un’Africa creativa e aperta sul mondo – a dimostrazione l’ospite d’onore è il Brasile – nell’ambito di un festival multidisciplinare a 360 gradi. Fino al 31 Dicembre, più di 3000 artisti, già affermati e giovani talenti, provenienti da 47 paesi, si esibiranno in spettacoli di danza, concerti, rappresentazioni teatrali, eventi gastronomici, sfilate di moda, arti visive, mostre d’arte e design. Inoltre sei conferenze vedranno la partecipazione di intellettuali, scienziati, esponenti del mondo politico ed economico che si confronteranno sul “contributo dei popoli neri alla scienza e alla tecnologia” ma anche “sul ruolo dell’Africa nella governance mondiale”. Oltre alla capitale, Dakar, il Fesman si svolgerà anche nella città-isola di Saint Louis, che nel Dicembre 2009 ha festeggiato i 350 anni della sua fondazione, e a Ziguinchor, capoluogo dell’instabile regione meridionale della Casamance. La sontuosa cerimonia di apertura coinvolgerà 2000 artisti africani e decine di tecnici che in una coreografia molto simbolica, con tanto di balli tradizionali, suoni e luci dell’ultima tecnologia evocheranno la nascita di ‘Madre Africa’, la sua travagliata storia fino ad oggi. Dal Senegal non mancano le critiche per un evento considerato troppo costoso mentre “la popolazione è confrontata quotidianamente a penurie di acqua, gas, elettricità e pane” secondo lo scrittore El Hadj Momar Samb mentre l’antropologo Ousmane Sow Huchard denuncia “un’organizzazione amatoriale da parte di chi non fa parte del mondo della cultura”.| Tweet |
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