“Rilanciare temi e campagne per una ‘Chiesa di pace’ (parrocchie disarmate, cappellani militari, teologia della Pace…), anche stringendo legami più stabili con altri gruppi pacifisti dell'area cattolica (Beati i costruttori di pace, riviste missionarie, ecc.)”.
Agenzia Misna - Lo afferma il punto 3 di un documento pubblicato dal sito ‘Paxinrete’ del movimento per la pace “Pax Christi” intitolato “Chiesa, Spiritualità, Ecumenismo e Dialogo”. Colpisce il riferimento alle riviste missionarie come strumento per una ‘Chiesa di Pace. “Il Movimento – si afferma - deve far sentire la sua voce nella Chiesa sia a livello di gerarchia sia riguardo all'intero popolo di Dio, per provocarne il cambiamento nella direzione della cultura della nonviolenza evangelica. Siamo convinti che il Concilio Vaticano II debba essere ancora valorizzato, nonché attuato, essendo stato tra l'altro un Concilio pastorale più che dogmatico”. Ecco gli altri punti del documento:
1. Coltivare e dilatare una spiritualità "del deserto", capace di radicarsi più profondamente nella nonviolenza evangelica e, al contempo, trarre dalla lieta notizia l'alimento per sostenere la speranza in tempi segnati dal disorientamento, dall'incertezza, dal senso d'impotenza, dalla tentazione del ripiegamento;
2. promuovere le forme di "diaconia della pace" nelle diocesi e nelle parrocchie, in particolare partecipando alle Consulte delle aggregazioni laicali, alle Commissioni "giustizia e pace" e alle reti ecumeniche, nonché promovendo la "Fraternità di preghiera per la pace - 12 Raccolti";
3. (vedi sopra)
4. rafforzare la capacità di stimolo e d'influenza di Pax Christi in ambito ecclesiale in direzione di una Chiesa che faccia dell'impegno per la pace, la giustizia e la salvaguardia del creato un proprio tratto caratteristico;
5. costruire una rete di vescovi, con cui avviare un dialogo e un confronto costanti; impegnarsi, anche sulla scorta dell'esperienza di Osare la pace per fede, nella costruzione della Rete italiana ecumenica delle Chiese cristiane per la pace in vista della Convocazione mondiale delle Chiese per la pace promossa dal Consiglio ecumenico delle Chiese per il 2011;
6. riteniamo importante curare una prassi di sinodalità o di corresponsabilità ecclesiale.
E' necessario coltivare la spiritualità della pace e teologia della nonviolenza: è un campo ancora poco esplorato, ricco di itinerari e di scoperte, che si intreccia all'educazione alla pace, all'ecumenismo, al dialogo interreligioso, alle tematiche interculturali e intraculturali, alla costruzione di una nuova famiglia umana, al bene comune universale e alla vita quotidiana.
Agenzia Misna - Lo afferma il punto 3 di un documento pubblicato dal sito ‘Paxinrete’ del movimento per la pace “Pax Christi” intitolato “Chiesa, Spiritualità, Ecumenismo e Dialogo”. Colpisce il riferimento alle riviste missionarie come strumento per una ‘Chiesa di Pace. “Il Movimento – si afferma - deve far sentire la sua voce nella Chiesa sia a livello di gerarchia sia riguardo all'intero popolo di Dio, per provocarne il cambiamento nella direzione della cultura della nonviolenza evangelica. Siamo convinti che il Concilio Vaticano II debba essere ancora valorizzato, nonché attuato, essendo stato tra l'altro un Concilio pastorale più che dogmatico”. Ecco gli altri punti del documento:
1. Coltivare e dilatare una spiritualità "del deserto", capace di radicarsi più profondamente nella nonviolenza evangelica e, al contempo, trarre dalla lieta notizia l'alimento per sostenere la speranza in tempi segnati dal disorientamento, dall'incertezza, dal senso d'impotenza, dalla tentazione del ripiegamento;
2. promuovere le forme di "diaconia della pace" nelle diocesi e nelle parrocchie, in particolare partecipando alle Consulte delle aggregazioni laicali, alle Commissioni "giustizia e pace" e alle reti ecumeniche, nonché promovendo la "Fraternità di preghiera per la pace - 12 Raccolti";
3. (vedi sopra)
4. rafforzare la capacità di stimolo e d'influenza di Pax Christi in ambito ecclesiale in direzione di una Chiesa che faccia dell'impegno per la pace, la giustizia e la salvaguardia del creato un proprio tratto caratteristico;
5. costruire una rete di vescovi, con cui avviare un dialogo e un confronto costanti; impegnarsi, anche sulla scorta dell'esperienza di Osare la pace per fede, nella costruzione della Rete italiana ecumenica delle Chiese cristiane per la pace in vista della Convocazione mondiale delle Chiese per la pace promossa dal Consiglio ecumenico delle Chiese per il 2011;
6. riteniamo importante curare una prassi di sinodalità o di corresponsabilità ecclesiale.
E' necessario coltivare la spiritualità della pace e teologia della nonviolenza: è un campo ancora poco esplorato, ricco di itinerari e di scoperte, che si intreccia all'educazione alla pace, all'ecumenismo, al dialogo interreligioso, alle tematiche interculturali e intraculturali, alla costruzione di una nuova famiglia umana, al bene comune universale e alla vita quotidiana.
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