venerdì, marzo 12, 2010
Per la prima volta il Paese è costretto a importare petrolio. Lunghe file ai distributori. Sindacati minacciano lo sciopero.

PeaceReporter - Code lunghe centinaia di metri davanti ai distributori di benzina come mai si erano viste prima d'ora. Automobilisti inferociti per la mancanza di carburante. Gestori di distributori sul piede di guerra minacciano scioperi per i prossimi giorni. La situazione legata ai carburanti in Argentina sta lentamente precipitando. E non sono le uniche notizie a lasciare la bocca aperta. Gli ultimi dati riguardanti i costi dei combustibili sono incontrovertibili e parlano di aumentati fino al 14 percento. Ma la vera notizia è un'altra. Per la prima volta in quasi quarant'anni Ypf (controllata argentina della spagnola Repsol) ha deciso di importare petrolio per la raffinazione. Non era mai accaduto. Ma è una vera e propria guerra fra compagnie petrolifere quella in corso a Buenos Aires. Ypf infatti, ha già fatto intendere che i probabili colpevoli della situazione sono le varie compagnie che operano in territorio argentino. "Shell, Esso y Petrobras hanno abbassato la produzione, la lavorazione del petrolio e, conseguentemente, la distribuzione di combustibile" ha detto il direttore della comunicazione di Ypf, Sergio Resumil, che ha confermato l'importazione da parte di Ypf di almeno "cinquanta milioni di litri di combustibile", poco più di un mese di autonomia per il paese. Mai prima d'ora si era dovuti ricorrere a una misura così estrema. Anzi al contrario l'Argentina negli ultimi trent'anni ha esportato combustibili.

Secondo il portavoce della compagni petrolifera argentina i motivi di questa crisi sono da ascrivere a due "ragioni di base". La prima sarebbe "l'improvviso aumento vertiginoso della domanda, che fra le altre cose è anche un indicatore economico speciale" e la seconda è appunto "l'abbassamento della produzione di nafta da parte delle imprese petrolifere come Shell, Esso e Petrobras. Questo ha generato nei primi due mesi del 2010 una mancanza di combustibile pari a 200 mila metri cubi" rispetto alle necessità interne al paese. Da non sottovalutare i prezzi che nel caso della compagnia nazionale sono sempre stati inferiori a quelli delle compagnie straniere di almeno 30 centesimi. Questo ha consentito a Ypf di arrivare a controllare il 56 percento del mercato interno dei combustibili. "La popolazione per questo motivo preferisce rifornirsi da noi ed è successo che c'è stata più richiesta di combustibile di quanto saremmo stati in grado di offrire" conclude Resumil.
Va ricordato che nel paese sudamericano lo Stato controlla i prezzi del carburante e che le importazioni in questione saranno da considerarsi solo ed esclusivamente come "una misura eccezionale". Tutto si sistemerà al più presto "la popolazione deve solo avere un po' di pazienza" ha detto Resumil.

Nell'ultimo anno e mezzo la benzina ha subito rincari pari al 20 percento e il gasolio fino al 40. Negli ultimi cinque anni sono state chiuse in Argentina oltre 3 mila stazioni di benzina per via della''abbassamento delle rendite. Le stazioni che sono riuscite a salvarsi hanno dovuto tagliare i costi del personale e, speso, licenziare. La crescente inflazione ha costretto i sindacati di categoria a chiedere aumenti salariali pari al 30 percento. Un'altra gatta da pelare per la presidente Cristina Kirchner.

di Alessandro Grandi


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