giovedì, gennaio 28, 2010
Il complesso (= convento francescano del Sion ndr.) della tomba del re Davide e la sala dell’Ultima Cena sul Monte Sion sono importanti siti religiosi e storici che attraggono centinaia di migliaia di visitatori ogni anno. Nonostante ciò il sito è stato trascurato per molti anni, ma recentemente è stato restaurato.

Costudia.org - A partire dalla Guerra dei Sei Giorni al sito della tomba del re Davide a Gerusalemme sono collegati diversi enti. La Diaspora Yeshiva è responsabile della maggior parte delle strutture intorno all’edificio principale. Il Ministero dei Affari Religiosi gestisce la "sala di Sion", la tomba e l’entrata delle stanze, e il Ministro degli Interni gestisce la sala dell’Ultima Cena e le stanze adiacenti. (Il convento è abbastanza grande. ndr.) Hanno mostrato interesse per il sito anche la Yeshiva sefardita, privati e associazioni, compresi enti cristiani come i rappresentanti del Vaticano in Israele. Negli anni la struttura cadde nelle mani di diversi padroni: cristiani, musulmani e ottomani. Nella Guerra di Indipendenza fu preso dalla Brigata Harel del Palmach, e divenne un importante base sul fronte che tagliò la città in due fino alla Guerra dei Sei Giorni.

Gli enti archeologici (ora conosciuti come Israel Antiquities Authority) cominciarono la loro attività al sito subito dopo la creazione dello Stato di Israele, per far fronte ai danni causati ai beni archeologici.
L’ente conduceva soprattutto interventi di carattere archeologico sulle infrastrutture, ma non puntò a condurre restauri e lavori di manutenzione generali.
Nel 2007 l’IAA fu avvertita che la Diaspora Yeshiva stava svolgendo lavori di costruzione nel cortile meridionale della tomba, che avrebbe portato al crollo dell’ala sud della struttura.

Le attività di costruzione furono bloccate e fu ingiunto alla yeshiva di presentare una proposta di soluzione al problema prima di riprendere i lavori. Questa soluzione fu il primo passo verso la definizione di un progetto di conservazione del sito in collaborazione con l’IAA.
Il complesso di due piani ha una serie di piccole camere (= celle ndr.) disposte intorno ad un cortile aperto.

Furono fermati anche i lavori che si stavano svolgendo lungo le mura della struttura. Le attività ripresero dopo che i proprietari (!) presentarono i progetti richiesti. I lavori furono eseguiti da imprese con esperienza nella conservazione e nelle infrastrutture, che rinnovarono ed installarono bagni nelle stanze. Le stanze ora sono usate per gli ospiti.

Dopo la realizzazione di questi progetti, la Jerusalem Development Authority decise di inserire lo sviluppo e la conservazione del complesso nel progetto governativo per la città vecchia.
Questa decisione permise di considerare per la prima volta il complesso come una singola unità, sia per quanto riguarda lo studio del sito da un punto di vista storico e archeologico, sia per l’aspetto materiale e pratico della manutenzione e conservazione del sito.

I piani pilota erano stati fermati per il restauro e la conservazione del cortile centrale del complesso, compreso il corridoio all’entrata nord.
Prima che il progetto fosse avviato, il cortile di 357 metri quadri era in pessime condizioni: quasi privo di infrastrutture al di sotto del pavimento, senza un sistema di drenaggio nella parte superiore, una rete elettrica e cavi del telefono mal ridotti, banchi in pietra imrovvisati e altro.

Il sito è stato completamente rinnovato. Sono stati impiantati supporti, le mura sono state pulite, imbiancate e intonacate; il luogo è stato reso accessibile ai disabili, sono state montate ringhiere e costruite panchine di pietra insieme ad altri interventi.
Ulteriori lavori di restauro, avviati dalla Jerusalem Development Authority e non compresi nel progetto iniziale, sono stati effettuati prima della visita di Papa Benedetto XVI lo scorso anno. Questi interventi si sono concentrati sull’ampia sala a est del cortile principale e dei bagni pubblici installati vicino la sala diversi anni fa.

Estesi lavori sono stati condotti anche nella sala dell’Ultima Cena prima della visita del papa. A causa di problemi di drenaggio sul tetto della struttura, l’acqua piovana si è infiltrata nell’edificio e l’intonaco interno si è staccato. Per mancanza di manutenzione appropriata alcuni dei testi incisi sulle pareti sono scomparsi, e i pilastri dell’area sono stati coperti da strati di sporcizia. Gran parte del lavoro ha riguardato l’impermeabilizzazione della parte nord-ovest del tetto della struttura.

La Jerusalem Development Authority ha in progetto di reinstallare cartelli intorno a tutto il complesso che rendano il percorso più facile da seguire.
Al termine dei lavori pilota sono stati avviati progetti per conservare e restaurare il resto delle aree del complesso, compresa la "stanza di Sion", la tomba e le camere che conducono alla tomba del re Davide (= cenotafio d’epoca medievale, ndr.), il passaggio e la stanza ad est del passaggio usata come spazio per accendere le candele. E’ previsto anche il rinnovo dei bagni e del tetto.
Adattamento: R.P. Fonte: Shachar Poni, Ynetnews.com (25 gennaio 2010)


Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa