lunedì, dicembre 21, 2009
La denuncia è di Svetlana Gannushkina, dell'organizzazione russa per i diritti umani 'Memorial'

PeaceReporter - "I difensori dei diritti umani sono in pericolo di morte. Gli omicidi politici sono la norma, non l'eccezione". In un'intervista al sito del settimanale basco Gara, la responsabile per l'associazione russa per i diritti umani Memorial, Svetlana Gannushkina, denuncia la situazione di emergenza nel suo paese. "I metodi repressivi utilizzati in Cecenia si sono ormai estesi a tutta la Federazione Russa". E la situazione nella regione del Caucaso settentrionale, già teatro di due guerre, continua a peggiorare. "La Russia è riuscita a mantenere il conflitto interno alla regione, lasciando la politica in mani cecene. Ramzan Kadirov e i suoi fanno quello che vogliono. Non c'è legge. E la paura ormai forma la mentalità dei ceceni. È quello che accadeva ai tempi di Stalin, di Hitler e Mussolini. Le persone iniziano ad aver paura le une delle altre, come ai vecchi tempi". La soluzione del problema passa, secondo la Gannushkina, dall'intervento dell'Unione Europea. "L'Europa deve esigere dalla Russia un'investigazione indipendente sui delitti commessi contro i difensori dei diritti umani durante le due guerre cecene. Deve inoltre pretendere la modifica delle leggi della Federazione sulle Ong, che attualmente vivono una situazione precaria".

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