martedì, novembre 17, 2009
La Lega: "Votiamo ma non ci piace". Dal Pd la promessa di un'opposizione dura e intransigente.

PeaceReporter - Il Governo Berlusconi ha posto la fiducia alla Camera sul Decreto Ronchi la cui parte fondamentale riguarda la privatizzazione dell'acqua. La notizia è stata data dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito. La scelta di porre la fiducia sarebbe arrivata per snellire e velocizzare i tempi del provvedimento. Strano perché in ogni caso l'operazione di messa in vendita dei servizi inizierebbe nel 2011 e quindi non si capisce la necessità del decreto. Una decisione che ha mandato su tutte le furie l'opposizione e in parte anche la Lega di Bossi, fedelissima alleata di Berlusconi. "Voteremo la fiducia ma avremmo voluto migliorare il testo per farlo corrispondere con la sua posizione storica a favore dell'acqua pubblica" ha detto Marco Reguzzoni, vicecapogruppo della Lega alla Camera. "Chiediamo di stralciare l'intero articolo 15 che riguarda tutti i servizi locali" dice il pd Marco Causi che aggiunge: "Ma il vero nodo riguarda proprio il servizio idrico. Ci scrivono già in molti, soprattutto dal nord dove alcune aree godono di un servizio pubblico ben funzionante".
Sulla stessa posizione il vicecapogruppo Pd Maria Sereni. "Faremo opposizione dura e intransigente. E' inaccettabile che il governo in modo frettoloso e pasticciato affronti un tema complesso e articolato come quello delle risorse idriche e dei servizi pubblici locali in un decreto che si occupa di infrazioni rispetto alle normative comunitarie".
Ma sono le parole del ministro Ronchi a pesare come macigni. "Non sai tratta come detto di una privatizzazione selvaggia ma progressiva con l'ingresso di privati ma anche con precisi paletti".
Il dubbio, forse più di un dubbio, è che con questa privatizzazione ci sarà una violenta speculazione e i prezzi in poco tempo saliranno. In alcune regioni italiane, come la Puglia ad esempio, la Regione è in questo momento l'unico azionista di "Acquedotto Pugliese". Per la Puglia l'effetto del decreto potrebbe essere devastante tanto che si parla già di ricorso alla Corte Costituzionale.

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