domenica, aprile 12, 2009
Una croce colorata, con un braccio arancione e uno verde azzurro, entrambi un po' scortecciati, da qualche giorno è esposta presso la chiesa di San Gerlando a Lampedusa.

Misna - “Non è una croce ‘normale’ - dice alla MISNA padre Stefano Nastasi - ho chiesto a un falegname di ricavarla dai resti di due imbarcazioni di immigrati approdate sull’isola... due pezzi di legno prelevati da due barconi sconquassati in arrivo su lampedusa da migranti. Vuole raccogliere il dolore sommerso nel Mediterraneo mentre i suoi colori richiamano la terra, il mare ed il cielo; la cordicella che li unisce richiama e indica la comunità che si fa crocevia di popoli e punto di incontro tra la terra e il cielo, tra il mare e la terra".

Due coloratissime barche che trasportavano uomini e speranze e che, simbolicamente, partecipano ora alle varie celebrazioni della Settimana Santa. “La croce - continua padre Stefano, da quasi due anni parroco di Lampedusa - è stata con noi durante la Via Crucis dell’ultimo Venerdì di Quaresima e da allora è esposta in chiesa. La gente mi chiedeva perché durante la Settimana Santa avevo voluto ricordare ancora una volta il dramma dei migranti che approdano a Lampedusa, dicendomi che anche loro, la gente che qui vive, sono stanchi di tutto questo parlare, di tutti questi riflettori, dei giornalisti e delle televisioni. Ho risposto dicendo che quella croce, per certi versi, vuole rappresentare dolori diversi: il dolore dei disperati che qui arrivano senza null’altro che i loro vestiti, e il dolore della gente di Lampedusa che soffre insieme a loro, per la vista stessa della disperazione e per sapere che oggi, domani, tra un momento un altro barcone potrebbe affondare nel mare che ci separa dall’Africa”. Così si va avanti a Lampedusa, dove pochi giorni fa un’imbarcazione ha lasciato sulla spiaggia rocciosa 70 immigrati provenienti da diversi paesi dell’Africa sub-sahariana, dalla Somalia alla Nigeria. Di silenzio, di lavoro e dei valori dell’accoglienza lontano dalle beghe della politica parlato con la MISNA i rappresentanti di tante associazioni e organizzazioni che lavorano con gli immigrati. Il voto che nei giorni scorsi ha eliminato dal decreto sicurezza ronde e permanenza di sei mesi degli immigrati nei centri di identificazione ed espulsione (rispetto ai precedenti 60 giorni) resta sullo sfondo. Ma come dice padre Stefano Nastasi, “l’immigrazione è un fenomeno complesso, la risposta non può essere nella forza, e nel confrontarsi con esso bisogna sempre aver davanti il concetto di dignità umana”.

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