venerdì, novembre 07, 2008
Migliaia di donne subiscono violenza tra le mura domestiche, ma il sistema giudiziario non prende in seria considerazione la loro sicurezza. La storia di Susana.

Amnesty International - Susana, 24 anni, vive nello Stato di Sonora, è madre di due bambini. Ha subito per 10 anni violenze fisiche e psicologiche da suo marito che per lunghi periodi l'ha tenuta sequestrata in casa. Ha subito danni fisici tra cui fratture della mano, del naso e una lussazione della clavicola. La ragazza aveva sporto numerose denunce presso il pubblico ministero, ma ogni volta le è stato detto che non si trattava di un crimine e che non si poteva fare nulla. Nonostante ciò Susana chiese protezione, ma non fu mai emesso un ordine di allontanamento per il marito.

Infine, nel settembre 2006, Susana ha presentato una nuova denuncia che ha portato a indagare e arrestare suo marito. Il giorno successivo però è stato rimesso in libertà sotto cauzione. L'ufficio del pubblico ministero non aveva informato Susana della sua liberazione che l'ha scoperto solo per caso. Susana si è nascosta insieme ai figli presso dei familiari fino a quando il pubblico ministero non l'ha indirizzata a un centro di accoglienza per donne.


Secondo il rapporto di Amnesty International Mexico: La lucha de las mujeres por la seguridad y la justicia. Violencia familiar en México (AMR 41/021/2008), diffuso nell'agosto 2008, in Messico migliaia di donne subiscono violenza tra le mura domestiche, ma il sistema giudiziario il più delle volte non prende in seria considerazione la loro sicurezza e per questo corrono il rischio di subire ulteriori abusi.

Il rapporto rileva che la violenza domestica in Messico, come in molte altre parti del mondo, è endemica. Secondo una ricerca nazionale condotta nel 2006, una donna su quattro è stata vittima di abusi per mano del suo partner e nell'82 per cento dei casi le donne non hanno sporto denuncia.

Quando le donne tentano di denunciare le violenze subite si scontrano con una serie di ostacoli quali: il rifiuto di registrare la denuncia, l'invito alla conciliazione anche quando non ci sono i presupposti, negligenza nelle indagini, misure di protezione insufficienti. Le donne che hanno il coraggio di sporgere denuncia devono spesso affrontare l'indifferenza delle autorità e portare le prove della violenza subita. Inoltre, in molti casi, i funzionari chiedono alle vittime stesse di consegnare all'aggressore l'ordine di comparizione.

Nel febbraio 2007 il Messico ha adottato la Legge generale per l'accesso delle donne a una vita libera dalla violenza per garantire loro il diritto a una vita libera dalla violenza. Dopo un anno, 18 Stati messicani avevano adottato una legge simile. Si tratta di iniziative incoraggianti, ma mancano ancora regolamenti e le risorse necessarie per rendere possibile l'attuazione della legge. A oggi, la sicurezza di numerose donne continua a non essere garantita. Per questo, Amnesty International chiede alle autorità federali e statali del Messico di assicurare l'implementazione e l'attuazione della nuova Legge sulla tutela dei diritti delle donne e l'abbattimento di tutti gli ostacoli che le donne incontrano nell'accedere al loro diritto alla sicurezza, alla giustizia e al risarcimento.

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