mercoledì, gennaio 16, 2008

di Enrico Piovesana
PeaceReporter

Aki Ra, cresciuto piantando mine per i Khmer Rossi, ora dedica la sua vita allo sminamento

Aki Ra vive a Siem Reap, la città famosa in tutto il mondo per il meraviglioso sito archeologico di Angkor.
Aveva pochi anni quando i suoi genitori sono stati entrambi uccisi
dal regime di Pol Pot. Lui è stato allevato nella giungla in un campo guerrigliero degli Khmer Rossi, dove ha imparato a cacciare cervi e cinghiali con il kalashnikov e con le mine antiuomo. E a combattere contro i vietnamiti dopo la caduta del regime. Aki Ra ha minato centinaia di strade e villaggi nelle zone di Siem Reap, Otdar Meanchey e verso il confine thailandese. Quando nel 1986 i vietnamiti occuparono questa regione, il tredicenne Aki Ra fu costretto ad arruolarsi nel nuovo esercito, vietnamita prima e cambogiano poi.

Contrappasso. Negli anni novanta, lasciata la divisa, Aki Ra ha deciso di tornare sui suoi passi, iniziando a togliere tutte le mine che aveva piantato. Sminare divenne la sua missione, le mine la sua fissazione, al punto da chiamare sua figlia Mina. Ne ha raccolte centinaia, tutte a mano, e nel 1999 ha deciso con sua moglie Hourt di trasformare la sua casa di Siem Reap in un museo delle mine e di avviare con alcuni volontari amici suoi un programma di educazione sulle mine per la gente dei villaggi ancora infestati da questi ordigni.
In Cambogia si calcola vi siano ancora sei milioni di mine che continuano a mietere vittime: trecento morti e mutilati tra il gennaio 2006 e l’agosto 2007. Una piaga a cui sia aggiungono, al confine con il Vietnam, centinaia di migliaia di bombe inesplose lanciate dagli aerei Usa negli anni Settanta: questi, nello stesso periodo sopraccitato hanno ucciso o mutilato 415 persone secondo i dati del Cambodia Mine/Uxo Victim Information System.


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