Il desiderio di ogni cristiano di Gaza è festeggiare il Natale nel luogo in cui è nato Gesù. Il governo israeliano vieta ai giovani fra i 16 e i 35 anni di recarsi in Cisgiordania per le festività religiose. Hamas fa concessioni per il Natale, ma solo per l'aspetto laico. La festa religiosa relegata solo nelle chiese.
Gaza (AsiaNews) - I cristiani di Gaza vivono a soli 73 km da Betlemme, ma per la maggior parte di essi è impossibile festeggiare il Natale nel luogo in cui è nato Gesù. Come ogni anno anche per il 2013 il governo israeliano ha respinto centinaia di richieste di visti inoltrati dalla Chiese greco-ortodossa e cattolica.
Suzy e Samer, sono una giovane coppia ortodossa. Lei ha 22 anni, lui 30.
Entrambi rientrano nel divieto di espatrio per i palestinesi fra i 16 e i 35 anni in occasione di feste religiose e per visitare i parenti residenti nella West Bank. Tuttavia, da anni inviano la loro domanda per andare a Betlemme, anche se essa viene rifiutata. Intervistata dal quotidiano online al-Monitor, Suzy racconta: "Speravamo di passare il Natale nella chiesa della Natività di Betlemme, ma purtroppo questo è impossibile per noi. Qui a Gaza è molto difficile festeggiare il Natale a causa della crisi economica e delle restrizioni di Hamas". Samer sottolinea che "poter andare a Betlemme è il sogno di ogni cristiano di Gaza. Anche se geograficamente è molto vicino, nessuno di noi può entrare".
Il vescovo greco-ortodosso Alexios afferma: "Vivo a Gaza da oltre 12 anni. Sono stato testimone dei conflitti avvenuti nella Striscia e delle sanzioni imposte alla città e ai suoi abitanti. Lancio un appello alle potenze mondiali affinché facciano pressioni per consentire ai cittadini della Striscia di uscire ed entrare normalmente, perché l'amore è ovunque, ma dobbiamo vederlo nei nostri cuori". "Ogni anno - aggiunge - la nostra Chiesa raccoglie le richieste di permessi", ma non ha alcun potere sulle autorità israeliane". Per il prelato sono la guerra e l'odio fra israeliani e palestinesi ad aver generato questa situazione che colpisce soprattutto i giovani.
Jabr el-Jaldeh, responsabile delle relazioni religiose della Chiesa greco-ortodossa di Gaza, afferma che migliaia cristiani di tutte le confessioni hanno presentato richieste di permessi di viaggio a Betlemme attraverso il Patriarcato di Gerusalemme per il 7 gennaio. Alcuni hanno ricevuto il visto, ma ben 214 giovani sono stati respinti perché la loro età era compresa fra 16 e i 35 anni".
Per il 2013 il governo islamista di Hamas ha fatto alcune concessioni ai cristiani, consentendo di addobbare alcuni negozi con decorazioni natalizie e di erigere un albero di Natale nella città colpita in questi giorni da una devastante alluvione che ha allagato la maggior parte della Striscia. Tuttavia i festeggiamenti consentiti si limitano all'aspetto laico della festa, quelli religiosi sono confinati nelle chiese.
Lisa al-Souri, 20 anni e suo marito Tarek di 27 anni sono una coppia di cattolici. Come il resto dei giovani di cristiani di Gaza hanno celebrato il loro ultimo Natale a Betlemme oltre 10 anni fa. Lisa fa però notare che ora è anche difficile festeggiare il Natale nella stessa Gaza. "Nel 2005 - racconta - era stato eretto un grande albero illuminato nel centro della città e tutti partecipavano alle celebrazioni. Questo purtroppo risale a ben otto anni fa. Il mio desiderio era festeggiare il Natale a Gaza come cristiano di Gaza, come è sempre avvenuto in passato".
Suzy e Samer, sono una giovane coppia ortodossa. Lei ha 22 anni, lui 30.
Entrambi rientrano nel divieto di espatrio per i palestinesi fra i 16 e i 35 anni in occasione di feste religiose e per visitare i parenti residenti nella West Bank. Tuttavia, da anni inviano la loro domanda per andare a Betlemme, anche se essa viene rifiutata. Intervistata dal quotidiano online al-Monitor, Suzy racconta: "Speravamo di passare il Natale nella chiesa della Natività di Betlemme, ma purtroppo questo è impossibile per noi. Qui a Gaza è molto difficile festeggiare il Natale a causa della crisi economica e delle restrizioni di Hamas". Samer sottolinea che "poter andare a Betlemme è il sogno di ogni cristiano di Gaza. Anche se geograficamente è molto vicino, nessuno di noi può entrare".
Il vescovo greco-ortodosso Alexios afferma: "Vivo a Gaza da oltre 12 anni. Sono stato testimone dei conflitti avvenuti nella Striscia e delle sanzioni imposte alla città e ai suoi abitanti. Lancio un appello alle potenze mondiali affinché facciano pressioni per consentire ai cittadini della Striscia di uscire ed entrare normalmente, perché l'amore è ovunque, ma dobbiamo vederlo nei nostri cuori". "Ogni anno - aggiunge - la nostra Chiesa raccoglie le richieste di permessi", ma non ha alcun potere sulle autorità israeliane". Per il prelato sono la guerra e l'odio fra israeliani e palestinesi ad aver generato questa situazione che colpisce soprattutto i giovani.
Jabr el-Jaldeh, responsabile delle relazioni religiose della Chiesa greco-ortodossa di Gaza, afferma che migliaia cristiani di tutte le confessioni hanno presentato richieste di permessi di viaggio a Betlemme attraverso il Patriarcato di Gerusalemme per il 7 gennaio. Alcuni hanno ricevuto il visto, ma ben 214 giovani sono stati respinti perché la loro età era compresa fra 16 e i 35 anni".
Per il 2013 il governo islamista di Hamas ha fatto alcune concessioni ai cristiani, consentendo di addobbare alcuni negozi con decorazioni natalizie e di erigere un albero di Natale nella città colpita in questi giorni da una devastante alluvione che ha allagato la maggior parte della Striscia. Tuttavia i festeggiamenti consentiti si limitano all'aspetto laico della festa, quelli religiosi sono confinati nelle chiese.
Lisa al-Souri, 20 anni e suo marito Tarek di 27 anni sono una coppia di cattolici. Come il resto dei giovani di cristiani di Gaza hanno celebrato il loro ultimo Natale a Betlemme oltre 10 anni fa. Lisa fa però notare che ora è anche difficile festeggiare il Natale nella stessa Gaza. "Nel 2005 - racconta - era stato eretto un grande albero illuminato nel centro della città e tutti partecipavano alle celebrazioni. Questo purtroppo risale a ben otto anni fa. Il mio desiderio era festeggiare il Natale a Gaza come cristiano di Gaza, come è sempre avvenuto in passato".
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Sono presenti 2 commenti
Credo sia corretto dire: Neppure a Natale i cristiani di Gaza possono visitare Betlemme o festeggiare in città."
Credo sia corretto dire: Neppure a Natale i cristiani di Gaza possono visitare Betlemme o festeggiare in città."
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