Un fungo della specie Ophiocordyceps altera il comportamento delle formiche per potersi propagare in modo più efficiente
OggiScienza - Gli zombie esistono, e vivono sulla Terra da almeno 48 milioni di anni. Così spiegano David Hughes, Torsten Wappler, e Conrad C. Labandeira su “Biology letters”, dopo aver esaminato un fossile di foglia rinvenuti a Messel in Germania. C’è un fungo della specie Ophiocordyceps che letteralmente controlla la mente di certe specie di formica, per esempio la Camponotus leonardi (che si vede nella foto). Sembra la trama di un film di fantascienza degli anni 50: quando l’insetto viene infettato, esce dalla colonia, vaga nella foresta fino a che incontra una foglia, la morde in una nervatura e muore. In questo modo crea le condizioni ideali per far crescere il carpoforo del fungo (il corpo fruttifero, la parte che normalmente possiamo vedere del fungo) proprio sul cadavere della malcapitata. Secondo i tre scienziati questo macabro esempio di parassitismo esiste da un bel po’ di tempo. I morsi che la formica lascia sulla foglia prima di morire hanno infatti un’impronta caratteristica, facilmente riconoscibile, e Hughes e colleghi hanno trovato parecchi di questi segni su una foglia fossilizzata, vecchia di quasi 48 milioni di anni. Sulla foglia sono presenti ben ventinove impronte, fatte da almeno sette formiche. Secondo i tre questo prova che il fungo (o un suo antenato) attuava questo controllo della mente in tempi molto antichi.
OggiScienza - Gli zombie esistono, e vivono sulla Terra da almeno 48 milioni di anni. Così spiegano David Hughes, Torsten Wappler, e Conrad C. Labandeira su “Biology letters”, dopo aver esaminato un fossile di foglia rinvenuti a Messel in Germania. C’è un fungo della specie Ophiocordyceps che letteralmente controlla la mente di certe specie di formica, per esempio la Camponotus leonardi (che si vede nella foto). Sembra la trama di un film di fantascienza degli anni 50: quando l’insetto viene infettato, esce dalla colonia, vaga nella foresta fino a che incontra una foglia, la morde in una nervatura e muore. In questo modo crea le condizioni ideali per far crescere il carpoforo del fungo (il corpo fruttifero, la parte che normalmente possiamo vedere del fungo) proprio sul cadavere della malcapitata. Secondo i tre scienziati questo macabro esempio di parassitismo esiste da un bel po’ di tempo. I morsi che la formica lascia sulla foglia prima di morire hanno infatti un’impronta caratteristica, facilmente riconoscibile, e Hughes e colleghi hanno trovato parecchi di questi segni su una foglia fossilizzata, vecchia di quasi 48 milioni di anni. Sulla foglia sono presenti ben ventinove impronte, fatte da almeno sette formiche. Secondo i tre questo prova che il fungo (o un suo antenato) attuava questo controllo della mente in tempi molto antichi.
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