martedì, giugno 01, 2010
“Hanno manifestato in silenzio davanti l’ingresso del centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria; eravamo a Roma, ma a loro sembrava di stare nel Sudafrica dell’apartheid”.

Agenzia Misna - Alla MISNA padre Filippo Mondini – missionario comboniano ora a Castelvolturno ma con alle spalle una lunga esperienza in Sudafrica – racconta l’ultima significativa tappa del viaggio in Italia compiuto dalla campagna “Mondiali al contrario” con cui insieme a tre rappresentanti del movimento “Abahlali base Mjondolo” (gli abitanti delle baracche, in lingua zulu) provenienti dalla baraccopoli di Kennedy road, alla periferia della città sudafricana di Durban, ha voluto far vedere l’altra faccia dei campionati mondiali di calcio in programma in Sudafrica a Giugno e Luglio. “Avevamo visitato altri luoghi simbolo dell’immigrazione in Italia – continua il missionario – a partire da Castelvolturno, passando da Rosarno e viaggiando attraverso le più ricche regioni del Nord-est”. Ponte Galeria è stato una sorta di punto finale: “Un momento estremamente doloroso – ha aggiunto padre Mondini riferendo le parole di Thembani Ngongoma, uno dei tre sudafricani che hanno partecipato all’iniziativa – che ha consentito di avere lo spettro completo di ciò che avviene agli immigrati anche in queste prigioni informali che sono i cie e che a loro hanno ricordato le prigioni del regime di apartheid”. Nel corso dei 4000 chilometri percorsi andando su e giù per l’Italia, la Campagna ha visitato diversi luoghi accomunati da un unico filo conduttore: quello della lontananza delle istituzioni, di politiche calate dall’alto e non rispondenti alle esigenze delle comunità locali. “Lo abbiamo visto a Castelvolturno e Rosarno con i migranti – aggiunge il missionario - ma anche a L’Aquila con i terremotati, a Vicenza contro l’ingrandimento di una base militare, in Val di Susa contro gli scempi ecologici della linea ferroviaria di alta velocità”. Come agli abitanti di Kennedy road è stata preclusa ogni possibile partecipazione ai benefici di ospitare i Mondiali, lo stesso è avvenuto in maniere diverse alle comunità di queste località italiane. “Prima di far ritorno, oggi, in Sudafrica – conclude il comboniano – con i nostri tre amici abbiamo incontrato il consigliere politico dell’ambasciatrice sudafricana a Roma, Anthea Joubert. A lei abbiamo chiesto di fare pressioni perché il governo sudafricano attui politiche più rispondenti alle esigenze della popolazione. Ma lo stesso vorremmo dire qui in Italia, in nome di tutti coloro che vengono costantemente dimenticati e ignorati”.


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