I colloqui fra Manila e delegati del Moro Islamic Liberation Front sono in corso in questi giorni a Kuala Lumpur (Malaysia). Prevista la firma di un protocollo di intesa concentrato sui diritti fondamentali garantiti dalla nuova entità autonoma di Mindanao. Missionario clarettiano conferma la volontà di entrambe le parti a lavorare per il bene di tutta la popolazione composta da cristiani, musulmani e indigeni Lumad.
Asianews - Moro Islamic Liberation Front (Milf) e governo filippino sono vicini alla firma di un accordo preliminare che porterà alla conclusione del processo di pace nella regione di Mindanao a maggioranza musulmana, dopo quasi quarant'anni di violenze. La firma di un primo protocollo di intesa è prevista nei prossimi giorni a Kuala Lumpur (Malaysia) dove da ieri sono in corso i negoziati fra ribelli islamici e rappresentanti del governo Aquino. L'eventuale accordo porterà alla creazione di un'entità autonoma a Mindanao entro il 2015.
Marvic Leonen delegato per Manila ha aperto i colloqui sottolineando che "Milf e governo hanno stilato una serie di punti chiave che daranno il via nei prossimi mesi a un vero processo di pace per la regione". "Ora - ha continuato - è giunto il momento di mostrare alla popolazione il nostro impegno e concretizzare le promesse fatte in questi anni". Anche Mohagher Iqbal, delegato e portavoce del Milf ha espresso un "cauto ottimismo", sottolineando che "i negoziati per l'inizio di un vero processo di pace sono in dirittura d'arrivo". "Non possiamo permetterci di sbagliare - ha aggiunto il leader islamico - in caso di fallimento i partiti e i movimenti armati interessati al mantenimento del potere e non alla pace, prederanno il sopravvento". Per Iqbal è però ancora presto per chiedere un disarmo totale dell'Milf. La consegna definitiva delle armi giungerà solo dopo l'approvazione definitiva dell'autonomia.
P. Angel Calvo, missionario clarettiano da quarant'anni nelle Filippine e membro dell'Interreligious Solidarity Movement for Peace a Zamboanga, conferma l'ottimismo che traspare dai media filippini: "Vi sono grandi aspettative sui risultati del meeting. Il clima è di grande fiducia". Nelle scorse settimane i leader del movimento separatista hanno contribuito a contenere le manifestazioni contro il film blasfemo su Maometto, chiedendo alla popolazione musulmana di protestare in modo pacifico e di isolare gli elementi violenti.
Il sacerdote spiega che la vera svolta è giunta in aprile quando i delegati del Milf hanno accettato di fare un passo indietro rispetto alle loro richieste di indipendenza da Manila, accettando un nuovo tipo di autonomia per la regione a maggioranza musulmana. "In questi giorni - spiega - i delegati stanno analizzando i vari punti tecnici di questa nuova entità. Sotto esame sono la garanzia dei diritti fondamentali per tutte le comunità presenti, la divisione dei poteri e la modalità di elezione dei rappresentanti". "Il fatto nuovo - aggiunge - è il costante paragone di ogni richiesta con la costituzione filippina". Ciò per evitare le speculazioni dei partiti contrari all'autonomia dei musulmani e dei leader islamici più radicali.
Nel 2008 il governo Arroyo era giunto molto vicino a un accordo definitivo con i ribelli islamici, ma la nuova entità autonoma di Mindanao era stata giudicata incostituzionale dalla Corte suprema, dando il via a una ondata di violenze con oltre 100 morti e 175mila sfollati. P. Calvo sottolinea che diversi leader musulmani spingono per un rafforzamento del ruolo della sharia nelle province a stretta maggioranza islamica. Il governo, i ribelli Moro e i rappresentanti della Chiesa cattolica desiderano invece basare la nuova entità a partire dalla definizione dei diritti fondamentali che tutelino tutti gli abitanti di Mindanao compresi cristiani e indigeni Lumad. (S.C.)
Asianews - Moro Islamic Liberation Front (Milf) e governo filippino sono vicini alla firma di un accordo preliminare che porterà alla conclusione del processo di pace nella regione di Mindanao a maggioranza musulmana, dopo quasi quarant'anni di violenze. La firma di un primo protocollo di intesa è prevista nei prossimi giorni a Kuala Lumpur (Malaysia) dove da ieri sono in corso i negoziati fra ribelli islamici e rappresentanti del governo Aquino. L'eventuale accordo porterà alla creazione di un'entità autonoma a Mindanao entro il 2015.
Marvic Leonen delegato per Manila ha aperto i colloqui sottolineando che "Milf e governo hanno stilato una serie di punti chiave che daranno il via nei prossimi mesi a un vero processo di pace per la regione". "Ora - ha continuato - è giunto il momento di mostrare alla popolazione il nostro impegno e concretizzare le promesse fatte in questi anni". Anche Mohagher Iqbal, delegato e portavoce del Milf ha espresso un "cauto ottimismo", sottolineando che "i negoziati per l'inizio di un vero processo di pace sono in dirittura d'arrivo". "Non possiamo permetterci di sbagliare - ha aggiunto il leader islamico - in caso di fallimento i partiti e i movimenti armati interessati al mantenimento del potere e non alla pace, prederanno il sopravvento". Per Iqbal è però ancora presto per chiedere un disarmo totale dell'Milf. La consegna definitiva delle armi giungerà solo dopo l'approvazione definitiva dell'autonomia.
P. Angel Calvo, missionario clarettiano da quarant'anni nelle Filippine e membro dell'Interreligious Solidarity Movement for Peace a Zamboanga, conferma l'ottimismo che traspare dai media filippini: "Vi sono grandi aspettative sui risultati del meeting. Il clima è di grande fiducia". Nelle scorse settimane i leader del movimento separatista hanno contribuito a contenere le manifestazioni contro il film blasfemo su Maometto, chiedendo alla popolazione musulmana di protestare in modo pacifico e di isolare gli elementi violenti.
Il sacerdote spiega che la vera svolta è giunta in aprile quando i delegati del Milf hanno accettato di fare un passo indietro rispetto alle loro richieste di indipendenza da Manila, accettando un nuovo tipo di autonomia per la regione a maggioranza musulmana. "In questi giorni - spiega - i delegati stanno analizzando i vari punti tecnici di questa nuova entità. Sotto esame sono la garanzia dei diritti fondamentali per tutte le comunità presenti, la divisione dei poteri e la modalità di elezione dei rappresentanti". "Il fatto nuovo - aggiunge - è il costante paragone di ogni richiesta con la costituzione filippina". Ciò per evitare le speculazioni dei partiti contrari all'autonomia dei musulmani e dei leader islamici più radicali.
Nel 2008 il governo Arroyo era giunto molto vicino a un accordo definitivo con i ribelli islamici, ma la nuova entità autonoma di Mindanao era stata giudicata incostituzionale dalla Corte suprema, dando il via a una ondata di violenze con oltre 100 morti e 175mila sfollati. P. Calvo sottolinea che diversi leader musulmani spingono per un rafforzamento del ruolo della sharia nelle province a stretta maggioranza islamica. Il governo, i ribelli Moro e i rappresentanti della Chiesa cattolica desiderano invece basare la nuova entità a partire dalla definizione dei diritti fondamentali che tutelino tutti gli abitanti di Mindanao compresi cristiani e indigeni Lumad. (S.C.)
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