Il progetto presentato dal neurologo italiano Sergio Canavero sui trapianti facciali interi o parziali, o addirittura di tutta la testa, ha aperto un grande dibattito in Gran Bretagna
Il Telegraph lo paragona a un ritrovato da film horror definendolo "Frankenstein-style" e le perplessità sorgono soprattutto per quanto riguarda la possibilità di collegare un corpo a una testa che non gli corrisponde. Sono queste le reazioni principali alla proposta dell’italiano Sergio Canavero di partire in pochi anni alla realizzazione dei trapianti facciali. Si tratterebbero di interventi lunghi e impegnativi (non meno di 36 ore in sala operatoria), per un costo di 8,5 milioni di sterline a trapianto. Un intervento chirurgico radicale che suscita dubbi e scetticismo anche per quanto riguarda il risvolto etico e clinico.
E’ infatti da non trascurare l’aspetto psicologico della questione: i pazienti che si sottopongono a questo tipo di operazioni potrebbero essere soggetti a disturbi di personalità e depressione (a testimoniare questa teoria sono i numerosi casi di “pentimento” già riscontrati). A sottolineare la singolarità di questa categoria di interventi è scesa in campo la psicologa francese Jocelyne Magne, psicologa dell’ospedale di Cochin a Parigi: «Il paziente deve fare il lutto dell’identità perduta e appropriarsi del suo nuovo aspetto, sapendo che non recupererà mai quello di prima».
Il Telegraph lo paragona a un ritrovato da film horror definendolo "Frankenstein-style" e le perplessità sorgono soprattutto per quanto riguarda la possibilità di collegare un corpo a una testa che non gli corrisponde. Sono queste le reazioni principali alla proposta dell’italiano Sergio Canavero di partire in pochi anni alla realizzazione dei trapianti facciali. Si tratterebbero di interventi lunghi e impegnativi (non meno di 36 ore in sala operatoria), per un costo di 8,5 milioni di sterline a trapianto. Un intervento chirurgico radicale che suscita dubbi e scetticismo anche per quanto riguarda il risvolto etico e clinico.
E’ infatti da non trascurare l’aspetto psicologico della questione: i pazienti che si sottopongono a questo tipo di operazioni potrebbero essere soggetti a disturbi di personalità e depressione (a testimoniare questa teoria sono i numerosi casi di “pentimento” già riscontrati). A sottolineare la singolarità di questa categoria di interventi è scesa in campo la psicologa francese Jocelyne Magne, psicologa dell’ospedale di Cochin a Parigi: «Il paziente deve fare il lutto dell’identità perduta e appropriarsi del suo nuovo aspetto, sapendo che non recupererà mai quello di prima».
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