Ospiti di una tavola rotonda la candidata al premio Nobel Rita El Khayat e le giornaliste Paola Caridi e Manuela Borraccino
La prima giornata del Festival Francescano, in programma a Rimini dal 27 al 29 settembre 2012, ha ospitato un’interessante tavola rotonda su un tema di grande attualità internazionale: il ruolo delle donne nella cosiddetta “Primavera Araba”, espressione utilizzata per indicare le proteste esplose contro i regimi dittatoriali in diverse regioni del Medio Oriente, Vicino Oriente e del Nord Africa. Protagoniste dell’incontro in Piazza Tre Martiri sono state tre donne di grande competenza: la giornalista Paola Caridi, vissuta prima al Cairo e poi a Gerusalemme, da dove ha seguito giorno per giorno le vicende palestinesi degli ultimi sei anni; Manuela Borraccino, giornalista free-lance che ha seguito il Vaticano e il Medio Oriente per l’agenzia Ansa; la candidata al premio Nobel Rita El Khayat, prima speaker donna in Marocco e giornalista radiofonica.
“In piazza Tahrir al Cairo il 25 gennaio 2011 (data che segna l’inizio della Primavera Araba) tutte le donne, laiche, islamiche, islamiche moderate e cristiane, erano presenti – racconta Paola Caridi – questa è stata l’immagine inclusiva della Primavera Araba, le donne non avevano paura di scendere in piazza e di rimanerci tutta la notte mentre avevano paura di rientrare nelle loro case, a dimostrazione di come le richieste della rivoluzione proteggessero i diritti di tutti”.
“In Palestina non c’è stata una vera e propria Primavera Araba – afferma Manuela Borraccino – le donne palestinesi pur godendo di un livello di partecipazione sociale e politico più alto vivono grandi disagi derivati sia dalla cultura patriarcale sia dalle dure condizioni di vita causate dell’aspro conflitto israeliano-palestinese che limita la libertà di movimento, l’accesso al lavoro e al sistema sanitario. Nonostante questo sono state le donne ad unirsi in associazioni per proteggere le donne stesse, donne israeliane e palestinesi lottano insieme per progetti di sviluppo”.
Rita El Khayat ha sottolineato invece l’importanza della Primavera Araba pur soffermandosi sulle forti difficoltà che ancora oggi le donne devono affrontare: “La Primavera Araba ha dato inizio alla richiesta di libertà di pensiero ma non è un movimento di liberazione delle donne. Se nel 2007 in Marocco c’erano sette donne ministro, nel governo attuale esiste una sola donna ministro – per sottolineare la difficile condizione della donna ha ricordato un recente fatto di cronaca - Il 12 marzo 2012 abbiamo assistito al suicidio di una ragazza di 16 anni che era stata stuprata e quindi, secondo la legge, avrebbe dovuto sposare il proprio stupratore. A lei intendo dedicare questo momento”.
La tavola rotonda è stata un’utile momento di riflessione che ha permesso di allargare l’orizzonte all’intero universo femminile, con molti riferimenti all’attualità. Il Festival Francescano prosegue con conferenze, spettacoli, mostre fino a domenica 29 settembre 2012.
Programma completo sul sito www.festivalfrancescano.it
La prima giornata del Festival Francescano, in programma a Rimini dal 27 al 29 settembre 2012, ha ospitato un’interessante tavola rotonda su un tema di grande attualità internazionale: il ruolo delle donne nella cosiddetta “Primavera Araba”, espressione utilizzata per indicare le proteste esplose contro i regimi dittatoriali in diverse regioni del Medio Oriente, Vicino Oriente e del Nord Africa. Protagoniste dell’incontro in Piazza Tre Martiri sono state tre donne di grande competenza: la giornalista Paola Caridi, vissuta prima al Cairo e poi a Gerusalemme, da dove ha seguito giorno per giorno le vicende palestinesi degli ultimi sei anni; Manuela Borraccino, giornalista free-lance che ha seguito il Vaticano e il Medio Oriente per l’agenzia Ansa; la candidata al premio Nobel Rita El Khayat, prima speaker donna in Marocco e giornalista radiofonica.
“In piazza Tahrir al Cairo il 25 gennaio 2011 (data che segna l’inizio della Primavera Araba) tutte le donne, laiche, islamiche, islamiche moderate e cristiane, erano presenti – racconta Paola Caridi – questa è stata l’immagine inclusiva della Primavera Araba, le donne non avevano paura di scendere in piazza e di rimanerci tutta la notte mentre avevano paura di rientrare nelle loro case, a dimostrazione di come le richieste della rivoluzione proteggessero i diritti di tutti”.
“In Palestina non c’è stata una vera e propria Primavera Araba – afferma Manuela Borraccino – le donne palestinesi pur godendo di un livello di partecipazione sociale e politico più alto vivono grandi disagi derivati sia dalla cultura patriarcale sia dalle dure condizioni di vita causate dell’aspro conflitto israeliano-palestinese che limita la libertà di movimento, l’accesso al lavoro e al sistema sanitario. Nonostante questo sono state le donne ad unirsi in associazioni per proteggere le donne stesse, donne israeliane e palestinesi lottano insieme per progetti di sviluppo”.
Rita El Khayat ha sottolineato invece l’importanza della Primavera Araba pur soffermandosi sulle forti difficoltà che ancora oggi le donne devono affrontare: “La Primavera Araba ha dato inizio alla richiesta di libertà di pensiero ma non è un movimento di liberazione delle donne. Se nel 2007 in Marocco c’erano sette donne ministro, nel governo attuale esiste una sola donna ministro – per sottolineare la difficile condizione della donna ha ricordato un recente fatto di cronaca - Il 12 marzo 2012 abbiamo assistito al suicidio di una ragazza di 16 anni che era stata stuprata e quindi, secondo la legge, avrebbe dovuto sposare il proprio stupratore. A lei intendo dedicare questo momento”.
La tavola rotonda è stata un’utile momento di riflessione che ha permesso di allargare l’orizzonte all’intero universo femminile, con molti riferimenti all’attualità. Il Festival Francescano prosegue con conferenze, spettacoli, mostre fino a domenica 29 settembre 2012.
Programma completo sul sito www.festivalfrancescano.it
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