giovedì, gennaio 19, 2012
Un contratto unico che sostituisca gli attuali 48 che regolano il mercato del lavoro italiano: il governo ne discuterà lunedì con le parti sociali e sembra che i punti in discussione siano pochi, essendoci, difatti, una convergenza di fondo sulla riforma nella sua interezza.

E-il mensile - Alla base della modernizzazione del lavoro ci sarebbe proprio l’eliminazione della frammentazione del mercato del lavoro che penalizza i giovani e le donne e si chiamerà Cui, contratto unico d’ingresso. Nelle previsioni di Monti e Fornero, il nuovo contratto faciliterà l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e prevederà due diverse fasi: una prima d’ingresso, che potrà durare fino a tre anni; una seconda fase di stabilizzazione che fornirà ai precari tutte le tutele e le garanzie che oggi sono riservate solo ai lavoratori a tempo indeterminato. In caso di licenziamento non “per giusta causa” il giudice non potrà ordinare il reintegro del lavoratore che potrà godere di un indennizzo pari a sei mensilità.

Un altro aspetto della riforma riguarderà i lavoratori a tempo determinato: i contratti a tempo sono stati utilizzati dalle imprese per non prendere impegni duraturi e vincolanti dal punto di vista contrattuale. Se la riforma passerà, questa libertà dell’impresa dovrà essere pagata: i dipendenti a tempo determinato non potranno infatti ricevere salari inferiori ai 25 mila euro lordi annui.

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