“C’è la volontà di continuare a lavorare insieme per frenare la follia imperialista che pretende di controllare il pianeta”.
Agenzia Misna - Dal cortile del palazzo presidenziale di Miraflores, a Caracas, Hugo Chávez è apparso al fianco del suo omologo e “fratello” iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, giunto domenica in Venezuela, prima tappa di un tour latinoamericano di cinque giorni dedicato a rafforzare le relazioni bilaterali tra Teheran e quattro ‘paesi amici’ della regione. “Il popolo venezuelano e quello iraniano sono impegnati nella lotta contro l’egoismo e l’arroganza dell’imperialismo” ha detto a sua volta Ahmadinejad nel corso della cerimonia, trasmessa alla radio e alla televisione nazionali.
Il viaggio del presidente iraniano giunge in un momento di rinnovate tensioni con la comunità occidentale: all’annuncio, ieri, dell’avvio delle attività di arricchimento dell’uranio nel sito di Fordo, nel centro dell’Iran, seguito a quello della condanna a morte per spionaggio di un cittadino statunitense di origini iraniane, la Casa Bianca ha nuovamente protestato insieme alla Germania e alla Gran Bretagna parlando di “provocazioni”.
Già nelle scorse settimane, alla promulgazione di una nuova legge tesa a rafforzare le sanzioni finanziarie contro l’Iran firmata da Barack Obama, Teheran ha replicato minacciando di chiudere lo strategico Stretto di Ormuz, attraverso il quale passa circa il 35% del traffico petrolifero marittimo mondiale, in caso di misure internazionali contro le sue esportazioni di greggio, di cui la Repubblica islamica è quinto produttore mondiale. Un’eventualità, ha detto il capo del Pentagono, Leon Panetta, che gli Stati Uniti “non tollereranno”.
Nel suo torur latinoamericano, il presidente iraniano è accompagnato da una nutrita delegazione ministeriale, dal titolare degli Esteri, Ali Akbar Salehi, a quelli dell’Economia, Shamseddine Hosseini, dell’Industria, Mehdi Ghazanfari, e dell’Energia. Nell’agenda di Ahmadinejad – che oggi sarà in Nicaragua per l’insediamento del presidente Daniel Ortega, da poco rieletto, prima di sbarcare a Cuba, dove dovrebbe incontrare Fidel Castro, e in Ecuador – sono previste la firma di nuovi accordi bilaterali in diversi settori e l’inaugurazione di diversi progetti.
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Agenzia Misna - Dal cortile del palazzo presidenziale di Miraflores, a Caracas, Hugo Chávez è apparso al fianco del suo omologo e “fratello” iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, giunto domenica in Venezuela, prima tappa di un tour latinoamericano di cinque giorni dedicato a rafforzare le relazioni bilaterali tra Teheran e quattro ‘paesi amici’ della regione. “Il popolo venezuelano e quello iraniano sono impegnati nella lotta contro l’egoismo e l’arroganza dell’imperialismo” ha detto a sua volta Ahmadinejad nel corso della cerimonia, trasmessa alla radio e alla televisione nazionali.Il viaggio del presidente iraniano giunge in un momento di rinnovate tensioni con la comunità occidentale: all’annuncio, ieri, dell’avvio delle attività di arricchimento dell’uranio nel sito di Fordo, nel centro dell’Iran, seguito a quello della condanna a morte per spionaggio di un cittadino statunitense di origini iraniane, la Casa Bianca ha nuovamente protestato insieme alla Germania e alla Gran Bretagna parlando di “provocazioni”.
Già nelle scorse settimane, alla promulgazione di una nuova legge tesa a rafforzare le sanzioni finanziarie contro l’Iran firmata da Barack Obama, Teheran ha replicato minacciando di chiudere lo strategico Stretto di Ormuz, attraverso il quale passa circa il 35% del traffico petrolifero marittimo mondiale, in caso di misure internazionali contro le sue esportazioni di greggio, di cui la Repubblica islamica è quinto produttore mondiale. Un’eventualità, ha detto il capo del Pentagono, Leon Panetta, che gli Stati Uniti “non tollereranno”.
Nel suo torur latinoamericano, il presidente iraniano è accompagnato da una nutrita delegazione ministeriale, dal titolare degli Esteri, Ali Akbar Salehi, a quelli dell’Economia, Shamseddine Hosseini, dell’Industria, Mehdi Ghazanfari, e dell’Energia. Nell’agenda di Ahmadinejad – che oggi sarà in Nicaragua per l’insediamento del presidente Daniel Ortega, da poco rieletto, prima di sbarcare a Cuba, dove dovrebbe incontrare Fidel Castro, e in Ecuador – sono previste la firma di nuovi accordi bilaterali in diversi settori e l’inaugurazione di diversi progetti.
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A partecipare avrebbe dovuto esserci anche Veltroni (estimatore di yes we can),
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