Un sessantenne che si ostini a vivere come un giovane ha comunque bisogno di una badante, uno psicologo ed un cardiologo…
La vita media si è allungata a dismisura, ed anche l’età fertile segna nuovi record. I liberi professionisti esercitano fino a cento anni e siedono alle scrivanie sostenuti dallo sguardo stimolante di giovani aiutanti. Le massime cariche dello Stato sono ricoperte correntemente da ultrasettantenni capaci, arzilli e mordaci. Anche la Chiesa è affidata a cardinali maturi, con decenni di esperienze alle spalle. Le carriere giudiziarie, ospedaliere e bancarie, sono dominate parimenti da uomini del secolo scorso che rendono per più di 12 ore al giorno e producono una messe scientifica inimmaginabile per un giovane trentenne.
Ma questa “efficienza professionale perenne” è accompagnata molto spesso dal rovescio della medaglia, costituito appunto dalle dimenticanze che si presentano clamorose, inaspettate e pericolose. Noi psicologi sappiamo che molti personaggi, che percorrono le carriere importantissime, noti per la loro intelligenza e per la loro saggezza, si premuniscono di controlli clinici accuratissimi, che assolvono il ruolo di sentinelle della salute. Essi si controllano docilmente e spesso sono obbligati dall’entourage a sopportare pazientemente terapie preventive di ogni tipo, cosicché tutti notano i risultati positivi. I personaggi che ammiriamo si curano minuziosamente e costantemente dai piedi fino ai capelli. E poi, prima di ogni uscita pubblica, vengono controllati e “preparati” da infermieri, fisioterapisti, sarti, estetisti e parrucchieri che conferiscono quel tocco di apparenza gradevole. Ma il vero supporto indispensabile è rappresentato dalla “badante nascosta” o da molteplici badanti ufficiali che controllano l’agenda, il percorso, l’auto e via dicendo fino allo psicologo di sostegno per il benessere ed il cardiologo che vigila sui risultati delle analisi del tasso di colesterolo, trigliceridi e giù di lì con le arterie, i capillari e molto altro ancora.
Ma se un ultrasessantenne qualsiasi vuole interessarsi alla giovane compagna, guidare la macchina ed andare a svolgere una professione impegnativa e poi osa dare uno sguardo interessato alle fattezze delle giovani colleghe e prende appuntamenti per i ristoranti ed i localini, incorre sicuramente in gravi e ripetute dimenticanze, in seguito agli stress che non è in grado di smaltire. Se poi la presunzione ha soppiantato la religione e l’individuo ultrasessantenne non gradisce il tradizionale e salutare aiuto della moglie, dei figli e dei nipoti e proprio ci tiene a correre autonomamente i rischi come un quarantenne senza limiti, gli consiglierei di trovarsi almeno una badante che gli facesse anche da manager unita ad uno psicologo e ad un cardiologo. Che tempi!
La vita media si è allungata a dismisura, ed anche l’età fertile segna nuovi record. I liberi professionisti esercitano fino a cento anni e siedono alle scrivanie sostenuti dallo sguardo stimolante di giovani aiutanti. Le massime cariche dello Stato sono ricoperte correntemente da ultrasettantenni capaci, arzilli e mordaci. Anche la Chiesa è affidata a cardinali maturi, con decenni di esperienze alle spalle. Le carriere giudiziarie, ospedaliere e bancarie, sono dominate parimenti da uomini del secolo scorso che rendono per più di 12 ore al giorno e producono una messe scientifica inimmaginabile per un giovane trentenne.
Ma questa “efficienza professionale perenne” è accompagnata molto spesso dal rovescio della medaglia, costituito appunto dalle dimenticanze che si presentano clamorose, inaspettate e pericolose. Noi psicologi sappiamo che molti personaggi, che percorrono le carriere importantissime, noti per la loro intelligenza e per la loro saggezza, si premuniscono di controlli clinici accuratissimi, che assolvono il ruolo di sentinelle della salute. Essi si controllano docilmente e spesso sono obbligati dall’entourage a sopportare pazientemente terapie preventive di ogni tipo, cosicché tutti notano i risultati positivi. I personaggi che ammiriamo si curano minuziosamente e costantemente dai piedi fino ai capelli. E poi, prima di ogni uscita pubblica, vengono controllati e “preparati” da infermieri, fisioterapisti, sarti, estetisti e parrucchieri che conferiscono quel tocco di apparenza gradevole. Ma il vero supporto indispensabile è rappresentato dalla “badante nascosta” o da molteplici badanti ufficiali che controllano l’agenda, il percorso, l’auto e via dicendo fino allo psicologo di sostegno per il benessere ed il cardiologo che vigila sui risultati delle analisi del tasso di colesterolo, trigliceridi e giù di lì con le arterie, i capillari e molto altro ancora.
Ma se un ultrasessantenne qualsiasi vuole interessarsi alla giovane compagna, guidare la macchina ed andare a svolgere una professione impegnativa e poi osa dare uno sguardo interessato alle fattezze delle giovani colleghe e prende appuntamenti per i ristoranti ed i localini, incorre sicuramente in gravi e ripetute dimenticanze, in seguito agli stress che non è in grado di smaltire. Se poi la presunzione ha soppiantato la religione e l’individuo ultrasessantenne non gradisce il tradizionale e salutare aiuto della moglie, dei figli e dei nipoti e proprio ci tiene a correre autonomamente i rischi come un quarantenne senza limiti, gli consiglierei di trovarsi almeno una badante che gli facesse anche da manager unita ad uno psicologo e ad un cardiologo. Che tempi!
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