Per l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) la nuova influenza A-H1N1 si sta diffondendo con una rapidità mai registrata prima.
Radio Vaticana - “In sole sei settimane – si legge in una nota - la febbre ha fatto tanti contagi quanti le passate pandemie hanno fatto in sei mesi”. Negli Stati Uniti, intanto, il presidente Barack Obama ha annunciato lo stanziamento di 1,8 miliardi di dollari per contrastare la pandemia. Sull’allarme dell’Oms ascoltiamo il prof. Roberto Cauda, direttore dell'Istituto di clinica delle malattie infettive al Policinico Gemelli di Roma: l’intervista è di Eliana Astorri.
R. – Ci sono state delle avvisaglie verso la fine di aprile quando sono arrivate le prime segnalazioni: un qualche cosa di collegato ad una nuova influenza, che allora si chiamava influenza suina, era avvenuto in Messico. Successivamente, da quel momento, abbiamo avuto una serie di dati aggiuntivi e abbiamo preso coscienza sempre più che non ci trovavamo davanti ad un banale allarme. Ci trovavamo di fronte a quella che pochi giorni orsono è stata definita una nuova pandemia. Una pandemia che non ci coglie impreparati. Cerchiamo di capire un po’ meglio cosa sta avvenendo. Siamo in una fase pandemica, nel senso che in più parti del mondo si verificano un numero significativo di casi. In questo momento, i Paesi più colpiti sono Stati Uniti, Messico e Gran Bretagna. C’è un numero di casi presenti anche in Italia, circa 200. Si tratta di casi di importazione.
D. – Cosa ci dobbiamo aspettare nei prossimi mesi?
R. – Ci dobbiamo aspettare che il numero di casi tenderà ad aumentare. Oggi, questa malattia – e speriamo non modifichi questa sua tendenza – è assolutamente benigna. Personalmente ho visto alcuni casi di nuova influenza e posso dire che questi pazienti hanno avuto un decorso estremamente rapido, migliore rispetto all'influenza di stagione. Non si può dire oggi se questo trend continuerà. Credo che non dobbiamo essere superficiali nel prendere sotto gamba una pandemia: la pandemia è sicuramente un evento importantissimo, che può avere dei risvolti sia sanitari, sia economici nella vita delle singole nazioni e del mondo. Rispetto al passato abbiamo però molte più armi, in particolare il vaccino, per ridurre gli effetti di questa pandemia.
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D. – Cosa ci dobbiamo aspettare nei prossimi mesi?
R. – Ci dobbiamo aspettare che il numero di casi tenderà ad aumentare. Oggi, questa malattia – e speriamo non modifichi questa sua tendenza – è assolutamente benigna. Personalmente ho visto alcuni casi di nuova influenza e posso dire che questi pazienti hanno avuto un decorso estremamente rapido, migliore rispetto all'influenza di stagione. Non si può dire oggi se questo trend continuerà. Credo che non dobbiamo essere superficiali nel prendere sotto gamba una pandemia: la pandemia è sicuramente un evento importantissimo, che può avere dei risvolti sia sanitari, sia economici nella vita delle singole nazioni e del mondo. Rispetto al passato abbiamo però molte più armi, in particolare il vaccino, per ridurre gli effetti di questa pandemia.
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