lunedì, luglio 27, 2009
L’emergenza per le condizioni dei migranti che approdano dopo i viaggi della speranza non riguarda soltanto Lampedusa, ma anche Malta, l’altro ingresso in Europa per chi arriva via mare.

Radio Vaticana - Secondo il nuovo rapporto “Not Criminals” di Medici senza frontiere, che opera a Malta dall’agosto 2008, sulle strutture dell’isola, “le patologie presentate dai pazienti”, oltre che legate alla durezza del viaggio, sono “anche connesse alle proibitive condizioni di vita e di detenzione” in questi luoghi. Per questo l’organizzazione chiede “un miglioramento immediato delle condizioni di vita nei centri di detenzione per migranti e nei campi di accoglienza”, caratterizzati da “una rilevante presenza di categorie vulnerabili come donne e minori”. A Malta Medici senza frontiere offre visite mediche, consulenze psicologiche individuali e sessioni di gruppo di educazione alla salute ai migranti e ai richiedenti asilo ospitati nei centri. L’organizzazione ha lanciato anche un altro allarme, questa volta riguardo al Sudan. A quattro anni dagli accordi di pace che hanno messo fine alla guerra tra il nord e il sud del paese, in numerose zone si trovano ancora molti ordigni inesplosi. Sono munizioni, bombe, mine, granate, missili che sono stati lanciati e, inesplosi, “si trovano nascosti sotto terra, mettendo in grave pericolo la popolazione, specialmente i bambini”. Per questo Msf chiede di aumentare gli sminamenti e soprattutto di sensibilizzare la popolazione. “Nessuno sa dove questi ordigni possano apparire – racconta Dave Croft, coordinatore di progetto nell’ospedale di Msf nella città di Nasir, citato dalla Sir – e ci aspettiamo di vederne di più nella stagione delle piogge. Ieri ho visto una cartuccia di un fucile riemergere in superficie, era lì in terra a disposizione di tutti”. Alcuni giorni fa un ordigno ha ferito un bambino di 7 anni che, vedendolo luccicare per terra ha cercato di raccoglierlo. All’ospedale di Msf il bambino ha perduto le mani e la vista. (V.F.)

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