mercoledì, luglio 22, 2009
Sequestrato il Cafe de Paris. Vincenzo Alvaro è libero e risiede a Roma. Ha scontato una condanna e ora cammina liberamente per la capitale.

Liberainformazione - La Dda di Reggio Calabria gli ha sequestrato 200 milioni di euro in beni, immobili, ristoranti e locali di lusso. Alvaro è ritenuto il capo della cosca omonima attiva a Cosoleto, comune in provincia di Reggio Calabria, 1000 abitanti e sciolto per mafia nel 1997. E’ il federalismo criminale compiuto, sperimentare modelli criminali in ‘patria’ e esportali oltre confine. Il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone sottolinea: “ Gli Alvaro è tra le grandi famiglie mafiose di ‘ndrangheta, un clan che ha risorse economiche da investire, possiede centinaia di milioni di euro. Ha il know-how adatto con commercialisti, consulenti amici, hanno la capacità di sottrarsi alle indagini questa è la sua specificità”.

Tra i locali sequestrati, nell’operazione condotta dal G.i.c.o. della Guardia di Finanza, S.c.i.c.o. di Roma e Ros dei carabinieri, anche il Cafe de Paris e il George’s. Come dire via Veneto dalla dolce vita alla ‘ndrangheta, il passo è breve. Sono state fondamentali anche in questa operazione le intercettazioni, ormai è una costante. Chiariamolo subito se fosse entrata in vigore la legge proposta dalla maggioranza di governo questa operazione non sarebbe stata possibile. Per il riciclaggio occorrono gli evidenti indizi di colpevolezza e la ’ndrangheta e suoi prestanome ne avrebbe giovato. Le organizzazioni criminali sono preoccupate del rinvio a settembre del testo prima si approva e prima potranno curare meglio i loro interessi.

Sono 12 le società poste sotto sequestro, oltre a 4 appartamenti e auto di lusso. La ‘ndrangheta mostra, come le altre attività criminali, una potenza finanziaria e patrimoniale in grado di acquisire società e locali. In piena crisi, le mafie investono e lucrano. Impressionante la rete di prestanome che garantivano la copertura delle attività illecite e gli ingenti investimenti.

Nel libro 'Federalismo criminale' un capitolo è dedicato allo scioglimento di Cosoleto, alle diramazioni del clan Alvaro a Roma.

Estratto: " Lo Stato di diritto, le minime regole della democrazia vengono divelte. La storia che arriva dalla Calabria, dal comune di Cosoleto, provincia di Reggio Calabria, è una storia da raccontare. Cosoleto ha il dna di un comune sotto scacco. Viene sciolto per infiltrazioni mafiose nel 1997. L’ambiente raso al suolo. Qui domina la cosca Alvaro, ma domina è un eufemismo....Eppure confinare al Sud queste storie sarebbe un madornale errore perché riguardano la tenuta della vita democratica del paese. Una informativa del questore di Roma, Marcello Fulvi, consegnata alla Commissione antimafia nel febbraio 2008, indicava i locali della capitale come possibile teatro di una vendetta di ’ndrangheta". Il Lazio come vedremo è terra prediletta di espansione, dai centri commerciali ai locali di ristorazione. Protagonisti i clan Pelle-Vottari, i Nirta- Strangio, ma il documento si soffermava, in particolare, sugli Alvaro-Palamara, ’ndrine che controllano proprio Cosoleto e Sinopoli. “Con i soldi del traffico di stupefacenti stanno comprando soprattutto alberghi e ristoranti, tutti nella zona centrale di Roma”.

Esattamente 16 mesi fa...


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