Con un fatturato di 3 miliardi di euro l'anno, i clan controllano territorio, corse clandestine e traffici internazionali
Liberainformazione - Animali e mafie: un business che non subisce battute d'arresto . E’ stato presentato oggi a Roma il decimo rapporto dell’Osservatorio nazionale zoomafia della LAV. Numeri e trend allarmanti rispecchiano la duttilità e la flessibilità delle organizzazioni mafiose italiane, e non, di infiltrarsi in settori sempre più diversificati della vita pubblica, sociale ed economica del nostro paese. Lo sfruttamento degli animali diventa, così, un ulteriore veicolo per fare affari. Business as usual.
Con un fatturato stimato in 3 miliardi di euro l’anno le zoomafie rappresentano un pericolo che non può essere sottovalutato, sia per le crudeli sofferenze a cui sono sottoposti gli animali, che per l’ennesima dimostrazione dell’intuizione affaristica delle organizzazioni mafiose. Se i soldi, soprattutto se guadagnati in modo facile, veloce e sicuro spingono le mafie ad individuare nuovi “mercati” dove investire, la risposta delle istituzione preposte al controllo del territorio spesso è lenta, farraginosa, incompleta.
Accade così che le strade di molte città italiane si trasformano in veri e propri ippodromi illegali, allestiti per scommesse clandestine che fruttano grosse somme ai clan. Strade, stradoni e quant’altro vengono occupati da gruppi criminali per “spettacoli ludici”, con i cavalli drogati di ogni tipo di sostanze dopanti. Questi ultimi vengono drogati con: «cocaina, cocktail di anabolizzanti, antipiretici, analgesici, anti-infiammatori, citotossici, diuretici, corticosteroidi, ed emostatici», fino ad arrivare addirittura al viagra. Il mondo dei cavalli è nell’ambito delle zoomafie il più redditizio.
Da solo frutta all’incirca un miliardo di euro. Non mancano tuttavia altri settori di sfruttamento: il traffico dei cani dall’Europa dell’Est; i canili privati in convenzione con gli enti pubblici; il traffico di fauna selvatica e il bracconaggio; il saccheggio del mare; la “cupola del bestiame” con tutta una serie di frodi e truffe allo Stato, all’Unione Europea. Non mancano, inoltre, i traffici di medicinali, la falsificazione dei documenti degli animali, la macellazione e la vendita di carni sofisticate, o di carni di animali malati con gravi rischi per la salute della gente.
Reati che dimostrano il disprezzo delle mafie per l’ambiente che li circonda, visto ed affrontato in termini meramente economici: qualsiasi cosa può portare ricchezza è un bene e deve essere sfruttato. Senza alcuna considerazione per il territorio, come dimostrato dal Rapporto Ecomafie di Legambiente, e per gli animali, come dimostrato dal Rapporto Zoomafie della Lav.
Anche in questi settori l’incidenza del crimine organizzato è mortifero: le mafie travolgono tutto, distruggendo le stesse realtà in cui prosperano, senza fare distinzione per gli uomini, gli animali e l’ambiente.
Liberainformazione - Animali e mafie: un business che non subisce battute d'arresto . E’ stato presentato oggi a Roma il decimo rapporto dell’Osservatorio nazionale zoomafia della LAV. Numeri e trend allarmanti rispecchiano la duttilità e la flessibilità delle organizzazioni mafiose italiane, e non, di infiltrarsi in settori sempre più diversificati della vita pubblica, sociale ed economica del nostro paese. Lo sfruttamento degli animali diventa, così, un ulteriore veicolo per fare affari. Business as usual.Con un fatturato stimato in 3 miliardi di euro l’anno le zoomafie rappresentano un pericolo che non può essere sottovalutato, sia per le crudeli sofferenze a cui sono sottoposti gli animali, che per l’ennesima dimostrazione dell’intuizione affaristica delle organizzazioni mafiose. Se i soldi, soprattutto se guadagnati in modo facile, veloce e sicuro spingono le mafie ad individuare nuovi “mercati” dove investire, la risposta delle istituzione preposte al controllo del territorio spesso è lenta, farraginosa, incompleta.
Accade così che le strade di molte città italiane si trasformano in veri e propri ippodromi illegali, allestiti per scommesse clandestine che fruttano grosse somme ai clan. Strade, stradoni e quant’altro vengono occupati da gruppi criminali per “spettacoli ludici”, con i cavalli drogati di ogni tipo di sostanze dopanti. Questi ultimi vengono drogati con: «cocaina, cocktail di anabolizzanti, antipiretici, analgesici, anti-infiammatori, citotossici, diuretici, corticosteroidi, ed emostatici», fino ad arrivare addirittura al viagra. Il mondo dei cavalli è nell’ambito delle zoomafie il più redditizio.
Da solo frutta all’incirca un miliardo di euro. Non mancano tuttavia altri settori di sfruttamento: il traffico dei cani dall’Europa dell’Est; i canili privati in convenzione con gli enti pubblici; il traffico di fauna selvatica e il bracconaggio; il saccheggio del mare; la “cupola del bestiame” con tutta una serie di frodi e truffe allo Stato, all’Unione Europea. Non mancano, inoltre, i traffici di medicinali, la falsificazione dei documenti degli animali, la macellazione e la vendita di carni sofisticate, o di carni di animali malati con gravi rischi per la salute della gente.
Reati che dimostrano il disprezzo delle mafie per l’ambiente che li circonda, visto ed affrontato in termini meramente economici: qualsiasi cosa può portare ricchezza è un bene e deve essere sfruttato. Senza alcuna considerazione per il territorio, come dimostrato dal Rapporto Ecomafie di Legambiente, e per gli animali, come dimostrato dal Rapporto Zoomafie della Lav.
Anche in questi settori l’incidenza del crimine organizzato è mortifero: le mafie travolgono tutto, distruggendo le stesse realtà in cui prosperano, senza fare distinzione per gli uomini, gli animali e l’ambiente.
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