sabato, dicembre 13, 2008
Radio Vaticana - Si chiude oggi la conferenza sul clima promossa dalle Nazioni Unite a Poznan, in Polonia, per preparare un nuovo accordo globale successivo al Protocollo di Kyoto. In attesa di un esito che appare ancora incerto, - riferisce l'agenzia Misna - a Poznan si è celebrata una sorta di rito - 190 stati rappresentati, 12.000 delegati, incontri, dibattiti e tavoli di trattative per 12 giorni - cercando di trovare un punto di equilibrio e compromesso tra impegni già presi e nuovi obblighi da assumere. Pochi giorni fa il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha avvertito che “la crisi climatica ha un impatto sulla prosperità del mondo e sulla vita dei popoli, da ora fino ad un lontano avvenire”, mentre il responsabile dell’Unione Europea per l’Ambiente, Stavros Dimas, ha definito l’incontro di Poznan “l’ultima chance per il pianeta di salvare il salvabile”. Una delle possibilità di riuscita della conferenza sarebbe stata vedere Europa e Stati Uniti convergere su una posizione condivisa e far leva su questo per portare la maggior parte dei paesi su una posizione avanzata in materia di salvaguardia dell’ambiente. Mentre la conferenza si avvia al termine, non accennano invece a diminuire le polemiche tra i paesi industrializzati, ora in crisi economica, e i paesi in via di sviluppo. La delegazione boliviana ha lamentato il fatto che in soli tre mesi le economie ricche hanno versato migliaia di miliardi di dollari per porre rimedio alla crisi finanziaria, raggiungendo un ammontare 300 volte superiore a quello destinato alla crisi climatica: “Eppure - hanno sottolineato i rappresentanti di La Paz - il pianeta è molto più importante di Wall Street”. (R.P.)


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