Il Consiglio Onu per i diritti umani propone 99 raccomandazioni per migliorare il rispetto dei diritti umani a Gaza e nei Territori occupati.
Ginevra (AsiaNews/Agenzie) – Il Consiglio Onu per i diritti umani ha domandato a Israele di compiere passi per togliere il blocco di Gaza e liberare molti palestinesi detenuti. Lo speciale rapporteur Onu per i diritti umani nei Territori palestinesi, Richard Falk, ha definito ieri la politica israeliana verso la popolazione araba molto simile a un “crimine contro l’umanità”. In una sua dichiarazione al Consiglio per i diritti umani a Ginevra, egli ha detto che “sarebbe obbligatorio per una Corte criminale internazionale investigare sulla situazione e determinare se i leader politici israeliani e i comandanti militari responsabili dell’assedio di Gaza non andrebbero accusati e processati per violazioni contro le leggi criminali internazionali”.
Falk è un ebreo americano, professore di diritto internazionale. Egli ha suggerito che l’Onu faccia uno sforzo per assicurare protezione alla popolazione di Gaza.
Le dichiarazioni di Falk sono avvenute all’interno di una discussione di verifica della situazione dei diritti umani fra i Pesi membri dell’organismo internazionale.
L’ambasciatore israeliano a Ginevra (Onu), ha detto da parte sua che “Israele è impegnato a rafforzare le aree in cui stiamo avendo successo e a migliorare i punti che necessitano miglioramenti”. Egli ha aggiunto che il dialogo nella Commissione è stato “positivo e produttivo”.
Dal 2007, da quando Hamas ha preso il potere a Gaza, Israele ha chiuso tutti i passaggi di comunicazione con la Striscia, permettendo solo l’entrata di aiuti umanitari. Il mese scorso ha permesso l’entrata di alcuni camion per cibo e altri aiuti d’emergenza, oltre a provvedere carburante per l’unica centrale elettrica della Striscia.
Israele motiva questa sua politica facendo notare che Gaza è divenuta “un vivaio di piani terroristi e una base per il lancio di attacchi missilistici”. Nelle scorse 4 settimane più di 200 razzi e mortai sono stati lanciati da Gaza verso Israele, soprattutto nella zona di Sderot. Gli esperti fanno notare che l’assedio colpisce in modo indiscriminato militanti e civili. In Gaza vivono circa 1,5 milioni di palestinesi.
Il Consiglio Onu per i diritti umani, composto di 47 membri, ha portato avanti la discussione su Israele per 2 giorni. Alla fine sono stati consegnati al rappresentante israeliano 99 raccomandazioni per migliorare il rispetto dei diritti umani verso i palestinesi. In marzo Israele dovrà presentare una risposta sul modo in cui intende attuare le raccomandazioni.
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Le dichiarazioni di Falk sono avvenute all’interno di una discussione di verifica della situazione dei diritti umani fra i Pesi membri dell’organismo internazionale.
L’ambasciatore israeliano a Ginevra (Onu), ha detto da parte sua che “Israele è impegnato a rafforzare le aree in cui stiamo avendo successo e a migliorare i punti che necessitano miglioramenti”. Egli ha aggiunto che il dialogo nella Commissione è stato “positivo e produttivo”.
Dal 2007, da quando Hamas ha preso il potere a Gaza, Israele ha chiuso tutti i passaggi di comunicazione con la Striscia, permettendo solo l’entrata di aiuti umanitari. Il mese scorso ha permesso l’entrata di alcuni camion per cibo e altri aiuti d’emergenza, oltre a provvedere carburante per l’unica centrale elettrica della Striscia.
Israele motiva questa sua politica facendo notare che Gaza è divenuta “un vivaio di piani terroristi e una base per il lancio di attacchi missilistici”. Nelle scorse 4 settimane più di 200 razzi e mortai sono stati lanciati da Gaza verso Israele, soprattutto nella zona di Sderot. Gli esperti fanno notare che l’assedio colpisce in modo indiscriminato militanti e civili. In Gaza vivono circa 1,5 milioni di palestinesi.
Il Consiglio Onu per i diritti umani, composto di 47 membri, ha portato avanti la discussione su Israele per 2 giorni. Alla fine sono stati consegnati al rappresentante israeliano 99 raccomandazioni per migliorare il rispetto dei diritti umani verso i palestinesi. In marzo Israele dovrà presentare una risposta sul modo in cui intende attuare le raccomandazioni.
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