La Danimarca in due anni ha ridotto del 10% i consumi elettrici della sua pubblica amministrazione. Un risparmio che vuole essere prima di tutto un esempio per i propri cittadini, incitati all'efficienza energetica. E che dovrebbe esserlo anche per noi.QualEnergia.it - Il risparmio energetico è una risorsa da cui si possono ottenere ottimi risultati in tempi brevi, e una lezione in proposito ci viene dalla Danimarca che in questi giorni ha presentato i risultati dei suoi sforzi: in due anni i consumi di elettricità della sua pubblica amministrazione sono scesi del 10%.
Efficienza e risparmio energetico sono, d’altra parte, un tasto su cui il paese nordeuropeo sta insistendo molto e i progressi nel settore pubblico sono visti come un buon esempio che si chiede ai cittadini di emulare.
Il Ministero del clima e dell’energia danese, infatti, sta promuovendo parallelamente una campagna, chiamata “1 tonnellata in meno”, che chiede ad ognuno di ridurre le proprie emissioni annuali appunto di una tonnellata di CO2: se ogni danese raggiungesse questo obiettivo ci sarebbe una riduzione totale delle emissioni del 17%. Un’iniziativa su cui il governo di Copenaghen ha investito molto in comunicazione e sensibilizzazione approntando, tra le altre cose, uno strumento consultabile via web con cui chi aderisce alla campagna può calcolare le proprie emissioni e trovare consigli pratici su come ridurle.
La riduzione dei consumi pubblici degli ultimi due anni - spiega il Ministero dell’ambiente danese - è avvenuta seguendo gli stessi principi su cui è basata la campagna per i cittadini: più efficienza energetica, meno sprechi. Ogni ministero ha il suo responsabile per l’energia e tutti gli edifici pubblici sono stati setacciati alla ricerca di opportunità di risparmio. La regola operativa è stata di eseguire qualsiasi intervento che si ammortizzasse entro 5 anni. Le migliori opportunità di risparmio - spiega il ministero - si trovano spesso nelle piccole cose: come fare semplici modifiche ai sistemi di aereazione, sostituire le lampadine a incandescenza con quelle a basso consumo o con i led, installare sensori di movimento che spengano le luci nei corridoi vuoti, sostituire i vecchi computer con nuovi meno energivori.
Insomma, basta poco per ottenere molto: famoso il calcolo che stima in 500 milioni di kWh annui l’energia sprecata per la cattiva abitudine degli italiani di lasciare gli elettrodomestici in stand-by anziche spegnerli completamente. Con un po’ di attenzione e qualche investimento, dunque, si può evitare di costruire qualche nuova centrale. Oltre a risparmiarci gli effetti collaterali che ha ogni centrale per quanto pulita; perseguire l’efficienza energetica avrebbe anche il vantaggio di distribuire minori investimenti ma su un maggior numero di attori più piccoli, cosa probabilmente più salutare per la nostra economia del destinare cifre enormi ai gruppi d’interesse che si muovono attorno alla costruzione dei grandi impianti
GM
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