Il presidente deposto, secondo alcune fonti, si starebbe dirigendo in Germania, dove si trovano 4 milioni di turchi e dalla cancelliera Merkel, da tempo in buoni rapporti.
Erdogan avrebbe chiesto asilo in Germania, dopo che all'aeroporto Ataturk sarebbe stato rifiutato l'atterraggio del suo jet presidenziale. La Germania avrebbe però rifiutato l'autorizzazione. Il presidente deposto si trova dunque in volo a vagare nei cieli europei in cerca di asilo politico, in stato di clandestinità. Se confermate queste indiscrezioni uscite dal Pentagono, Erdogan si sarebbe dunque arreso al successo del golpe.
Adesso non resta che vedere se il paese piomberà nella guerra civile, con uno stato militare in piena regola, oppure se verrà restituito a breve il potere ad un nuovo parlamento, scevro dell'ex presidente.
Intanto arriva notizia di un'esplosione alla sede televisiva nazionale, probabilmente per dei missili lanciati da elicotteri in volo a bassa quota.
I militari controllano sopratutto i quartieri conservatori, così gran parte della popolazione si riversa con bandiere turche per le strade. Folle massicce, invece, stanno rifiutando i coprifuoco salendo sui carri armati chiedendo ai militari di tornare nelle caserme.
Arrivano notizie anche sulla sorte del Capo di stato maggiore militare in ostaggio: voci dalla Turchia parlano di una sua esecuzione.
Gli addetti militari delle ambasciate turche in tutto il mondo erano stati preavvisati del colpo di stato circa mezz'ora prima; lo riferiscono fonti diplomatiche europee.
Il comandante della Prima Armata che fa capo alle forze di terra, però, non starebbe partecipando al colpo di stato. Si tratterebbe, dunque, di un golpe fatto da gradi minori di esercito, soppiantando gradi maggiori e nominati dal governo.
Starebbero, in questo momento, uscendo allo scoperto generali contrari al colpo di stato, mentre l'esercito si starebbe ritirando dalle aree occupate, in particolare da Mosul sul fronte Isis.
Avrebbe preso posizione contro il colpo di stato anche il leader del partito d'opposizione: "siamo i custodi della democrazia, non ci facciamo dettare condizioni da nessuno". Anche il partito nazionalista, vicino all'esercito avrebbero definito il golpe "inaccettabile".
Irraggiungibili tutti i principali siti d'informazione turchi, mentre arrivano notizie su un nuovo attacco contro la sede centrale della sicurezza ad Ankara. Sotto il fuoco dei golpisti la sede dell'Intelligence, circondata un'area del Parlamento.
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Adesso non resta che vedere se il paese piomberà nella guerra civile, con uno stato militare in piena regola, oppure se verrà restituito a breve il potere ad un nuovo parlamento, scevro dell'ex presidente.
Intanto arriva notizia di un'esplosione alla sede televisiva nazionale, probabilmente per dei missili lanciati da elicotteri in volo a bassa quota.
I militari controllano sopratutto i quartieri conservatori, così gran parte della popolazione si riversa con bandiere turche per le strade. Folle massicce, invece, stanno rifiutando i coprifuoco salendo sui carri armati chiedendo ai militari di tornare nelle caserme.
Arrivano notizie anche sulla sorte del Capo di stato maggiore militare in ostaggio: voci dalla Turchia parlano di una sua esecuzione.
Gli addetti militari delle ambasciate turche in tutto il mondo erano stati preavvisati del colpo di stato circa mezz'ora prima; lo riferiscono fonti diplomatiche europee.
Il comandante della Prima Armata che fa capo alle forze di terra, però, non starebbe partecipando al colpo di stato. Si tratterebbe, dunque, di un golpe fatto da gradi minori di esercito, soppiantando gradi maggiori e nominati dal governo.
Starebbero, in questo momento, uscendo allo scoperto generali contrari al colpo di stato, mentre l'esercito si starebbe ritirando dalle aree occupate, in particolare da Mosul sul fronte Isis.
Avrebbe preso posizione contro il colpo di stato anche il leader del partito d'opposizione: "siamo i custodi della democrazia, non ci facciamo dettare condizioni da nessuno". Anche il partito nazionalista, vicino all'esercito avrebbero definito il golpe "inaccettabile".
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