"Nessun nuovo piano, ma un aggiornamento" "Posti in più non servono se funziona il turnover" "Assorbimento concordato coi territori"
"Non è un nuovo piano, si tratta di un tavolo tecnico che sta studiando un aggiornamento del piano originale e che prevedeva una sinergia dello Stato centrale con le territorialità. Tutto questo sarà esaminato lunedì dal tavolo nazionale e sarà solo un adeguamento del piano. L'assorbimento verrà concordato con tutte le territorialità interessate, seguendo lo stesso metodo utilizzato nel 2014". Così a Effetto Giorno su Radio 24 Domenico Manzione, sottosegretario all'Interno, sulle indiscrezioni secondo le quali il Viminale avrebbe chiesto ai prefetti di trovare 50mila posti in più per l'accoglienza dei migranti. La previsione di 50mila in più è corretta? chiede Simone Spetia: "La previsione è difficile farla, il piano non prevede numeri. La previsione possiamo farla sulla base degli arrivi che ci sono stati quest'anno: abbiamo avuto un incremento all'inizio e un decremento in quest'ultimo mese.
Se il turnover all'interno delle strutture funzionasse non ci sarà bisogno di quei 50mila posti in più o quanti ne siano. In teoria se le cose peggiorassero in Libia o in altri luoghi di crisi internazionale potremmo avere anche più arrivi. Sono cose che vanno discusse con regioni e comuni". C'è il rischio che l'Italia, con la chiusura delle frontiere, diventi una sorta di cul de sac?
Insiste Simone Spetia su Radio 24: "Se tutte le frontiere dei Paesi dell'Est venissero chiuse e si creasse quella che da tempo paventiamo, ossia una nuova rotta parzialmente inedita, che dalle sponde dell'adriatico porta alle nostre, questo creerebbe indiscutibilmente un problema e metterebbe il nostro Paese nella necessità di dover stabilire a quel punto che tipo di accoglienza fare e che atteggiamento tenere nei confronti delle chiusure degli altri".
"Non è un nuovo piano, si tratta di un tavolo tecnico che sta studiando un aggiornamento del piano originale e che prevedeva una sinergia dello Stato centrale con le territorialità. Tutto questo sarà esaminato lunedì dal tavolo nazionale e sarà solo un adeguamento del piano. L'assorbimento verrà concordato con tutte le territorialità interessate, seguendo lo stesso metodo utilizzato nel 2014". Così a Effetto Giorno su Radio 24 Domenico Manzione, sottosegretario all'Interno, sulle indiscrezioni secondo le quali il Viminale avrebbe chiesto ai prefetti di trovare 50mila posti in più per l'accoglienza dei migranti. La previsione di 50mila in più è corretta? chiede Simone Spetia: "La previsione è difficile farla, il piano non prevede numeri. La previsione possiamo farla sulla base degli arrivi che ci sono stati quest'anno: abbiamo avuto un incremento all'inizio e un decremento in quest'ultimo mese.
Se il turnover all'interno delle strutture funzionasse non ci sarà bisogno di quei 50mila posti in più o quanti ne siano. In teoria se le cose peggiorassero in Libia o in altri luoghi di crisi internazionale potremmo avere anche più arrivi. Sono cose che vanno discusse con regioni e comuni". C'è il rischio che l'Italia, con la chiusura delle frontiere, diventi una sorta di cul de sac?
Insiste Simone Spetia su Radio 24: "Se tutte le frontiere dei Paesi dell'Est venissero chiuse e si creasse quella che da tempo paventiamo, ossia una nuova rotta parzialmente inedita, che dalle sponde dell'adriatico porta alle nostre, questo creerebbe indiscutibilmente un problema e metterebbe il nostro Paese nella necessità di dover stabilire a quel punto che tipo di accoglienza fare e che atteggiamento tenere nei confronti delle chiusure degli altri".
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