Presentata ieri mattina alla Sala Stampa Estera la mostra Frate Francesco: tracce, parole, immagini che per la prima volta porterà presso la sede ONU di New York manoscritti e miniature riguardanti san Francesco e il mondo francescano
Dal 17 al 28 novembre presso la sede dell’ONU di New York e dal 2 dicembre al 14 gennaio la mostra sarà esposta al Brooklyn Borough Hall così da raggiungere un maggior numero di pellegrini: dal 28 marzo al 31 maggio sarà esposta presso il Sacro Convento di Assisi. La mostra è stata presentata questa mattina da Ken Hackett, ambasciatore USA presso la Santa Sede, padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, il prof. Franco Cardini, storico medievista e Flavia de Sanctis, presidente dell’Associazione culturale Antiqua.
Diciannove opere in mostra a New York: “tracce” dai documenti che testimoniano la vita di Francesco; “parole” delle biografie di san Francesco, la Vita beati Francisci di Tommaso da Celano, il Memoriale in desiderio animae o la Vita seconda ma anche i Fioretti di san Francesco; “immagini” nelle miniature che raffigurano il Santo assisiate nei vari testi antichi come il Cantorino 2 o il Breviarum francescano o la Bibbia di Giovanni da Parma.
Tra le “Tracce” spicca il Codice 338, una miscellanea che contiene la copia più antica degli scritti di san Francesco che risale probabilmente tra la fine del XIII secolo e l’inizio del XIV. Il Codice 338 contiene il Cantico delle creature, la Regola dei Frati Minori del 1223 e alcune Bolle papali tra cui quella del 1220 che testimonia per la prima volta il nome di Francesco in un documento ufficiale della Chiesa.
Una mostra straordinaria, dunque, e non solo da un punto di vista scientifico e culturale per il grande valore delle opere che saranno esposte ma “è soprattutto il valore simbolico a dare il senso dell’evento”, afferma padre Enzo Fortunato. “E’ come se Frate Francesco, nel luogo scelto per far rinascere l’umanità e la solidarietà fra i popoli e le nazioni dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale, rilanciasse, otto secoli dopo, e nel pieno di una crisi economica e sociale lacerante, il suo: Pace e bene!”
In fondo lo stesso Francesco nella Lettera ai reggitori dei popoli esortava “potestà, consoli, magistrati e reggitori ovunque” a impegnarsi per il bene comune e ad agire in modo giusto ed onesto. Comprendiamo perciò le parole di padre Enzo Fortunato: “Quale miglior tribuna per ricordare l’urgenza di vivere in armonia, in pace fra gli Stati, di godere delle cose del Creato senza degradarle e distruggerle, di dare vita a un’economia sana e rispettosa del valore della persona?”
Come sottolineato dall’ambasciatore Ken Hackett, è questo un momento profetico per mostrare parole e immagini di un Santo che continua ad ispirare tutti, non solo i cattolici, così come papa Francesco, che non a caso ha preso il suo nome, riesce ad avvicinare credenti e non credenti.
Frate Francesco: tracce, parole, immagini, una mostra che vuole lanciare un messaggio di accoglienza, di incontro e di dialogo. Nelle opere esposte è possibile percepire lo “Spirito di Assisi”, come precisa padre Enzo Fortunato, “la scelta della fraternità, della pace e della solidarietà per costruire, nel rispetto delle differenze culturali e religiose, rapporti corretti e di fiducia reciproca fra gli uomini e i popoli.”
di Monica Cardarelli
Dal 17 al 28 novembre presso la sede dell’ONU di New York e dal 2 dicembre al 14 gennaio la mostra sarà esposta al Brooklyn Borough Hall così da raggiungere un maggior numero di pellegrini: dal 28 marzo al 31 maggio sarà esposta presso il Sacro Convento di Assisi. La mostra è stata presentata questa mattina da Ken Hackett, ambasciatore USA presso la Santa Sede, padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, il prof. Franco Cardini, storico medievista e Flavia de Sanctis, presidente dell’Associazione culturale Antiqua.
Diciannove opere in mostra a New York: “tracce” dai documenti che testimoniano la vita di Francesco; “parole” delle biografie di san Francesco, la Vita beati Francisci di Tommaso da Celano, il Memoriale in desiderio animae o la Vita seconda ma anche i Fioretti di san Francesco; “immagini” nelle miniature che raffigurano il Santo assisiate nei vari testi antichi come il Cantorino 2 o il Breviarum francescano o la Bibbia di Giovanni da Parma.
Tra le “Tracce” spicca il Codice 338, una miscellanea che contiene la copia più antica degli scritti di san Francesco che risale probabilmente tra la fine del XIII secolo e l’inizio del XIV. Il Codice 338 contiene il Cantico delle creature, la Regola dei Frati Minori del 1223 e alcune Bolle papali tra cui quella del 1220 che testimonia per la prima volta il nome di Francesco in un documento ufficiale della Chiesa.
Una mostra straordinaria, dunque, e non solo da un punto di vista scientifico e culturale per il grande valore delle opere che saranno esposte ma “è soprattutto il valore simbolico a dare il senso dell’evento”, afferma padre Enzo Fortunato. “E’ come se Frate Francesco, nel luogo scelto per far rinascere l’umanità e la solidarietà fra i popoli e le nazioni dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale, rilanciasse, otto secoli dopo, e nel pieno di una crisi economica e sociale lacerante, il suo: Pace e bene!”
In fondo lo stesso Francesco nella Lettera ai reggitori dei popoli esortava “potestà, consoli, magistrati e reggitori ovunque” a impegnarsi per il bene comune e ad agire in modo giusto ed onesto. Comprendiamo perciò le parole di padre Enzo Fortunato: “Quale miglior tribuna per ricordare l’urgenza di vivere in armonia, in pace fra gli Stati, di godere delle cose del Creato senza degradarle e distruggerle, di dare vita a un’economia sana e rispettosa del valore della persona?”
Come sottolineato dall’ambasciatore Ken Hackett, è questo un momento profetico per mostrare parole e immagini di un Santo che continua ad ispirare tutti, non solo i cattolici, così come papa Francesco, che non a caso ha preso il suo nome, riesce ad avvicinare credenti e non credenti.
Frate Francesco: tracce, parole, immagini, una mostra che vuole lanciare un messaggio di accoglienza, di incontro e di dialogo. Nelle opere esposte è possibile percepire lo “Spirito di Assisi”, come precisa padre Enzo Fortunato, “la scelta della fraternità, della pace e della solidarietà per costruire, nel rispetto delle differenze culturali e religiose, rapporti corretti e di fiducia reciproca fra gli uomini e i popoli.”
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