La Turchia ha autorizzato gli Stati Uniti a usare le sue basi aeree, in particolare quella di Incirlik, vicino ad Adana, per combattere lo Stato Islamico. Intanto i jihadisti continuano ad avanzare a Kobane in Siria e in Iraq, secondo alcuni media arabi, oltre 10mila miliziani integralisti si apprestano a sferrare un attacco contro la capitale Baghdad. Sentiamo Marco Guerra: ascolta
Radio Vaticana - Ankara ha dato il via libera all’utilizzo delle sue basi aeree da parte degli aerei americani che conducono i raid contro lo stato islamico: la decisione era attesa da tempo e forse potrebbe rappresentare una svolta nella guerra al califfato. Finora i bombardamenti americani contro le postazioni dell’Is sono partiti solo da Emirati Atrabi, Kuwait e Qatar. Azioni che sono proseguite anche ieri ma che non sembrano fermare l’avanzata dei jihadisti su Kobane, la città curda al confine tra Siria e Turchia ormai in gran parte controllata dalle milizie integraliste. Intanto in Iraq è salito ad almeno 40 vittime il bilancio del triplice attentato a Qara Tapah , rivendicato dall’Is, ma soprattutto preoccupa l’allarme – lanciato da un funzionario iracheno – circa 10mila jihadisti pronti ad attaccare Baghdad. E lo Stato Islamico continua anche la guerra della propaganda: in un uovo video l’ostaggio inglese John Cantlie afferma che chi pensa che quella contro l’Is sarà un’azione breve e chirurgica “avrà una sorpresa orribile”. Minacce di morte arrivano infine ai gestori e ai dipendenti di twitter per la chiusura degli account dei jihadisti.
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