Ribattezzato la "Davos russa", l'appuntamento quest'anno si svolge all'ombra delle sanzioni occidentali per la crisi ucraina e il boicottaggio di alcune grandi aziende americane. Mosca ostenta sicurezza, anche forte del mega accordo sulle forniture di gas alla Cina.
Mosca (AsiaNews) - Sullo sfondo delle sanzioni occidentali contro Mosca per la crisi ucraina, si è aperto il 22 maggio a San Pietroburgo il Forum economico internazionale (Spief), l'appuntamento che da 18 anni riunisce il business internazionale e i vertici delle istituzioni della Federazione, anche soprannominato la "Davos russa".
Dedicato al tema "Sostenere la fiducia in un mondo che subisce trasformazioni", l'evento punta a dimostrare ai principali investitori esteri la volontà russa di essere ancora un partner non solo affidabile, ma anche necessario, nonostante l'escalation di tensione politico-diplomatica.
Gli organizzatori hanno voluto sottolineare che, quest'anno più che mai, la discussione "sarà vivace" e la "qualità" del programma non sarà danneggiata dalle diserzioni di alcuni top manager di grandi compagnie occidentali, dietro presunte pressioni da parte degli Usa. Secondo il quotidiano Kommersant, il numero totale di manager stranieri che parteciperanno al Forum è sceso del 40%, rispetto all'anno scorso.
Come aveva anticipato il quotidiano Izvestia, tra i big a dare forfait c'è più di una dozzina di amministratori di società statunitensi, tra cui Visa, Boeing, PepsiCo, ConocoPhillips e Cisco Systems. Adducendo, ufficialmente, diverse motivazioni non andranno a San Pietroburgo il presidente di Siemens Joe Kaeser, il capo di Deutsche Bank Jürgen Fitschen e il Ceo della compagnia petrolifera norvegese Statoil Helge Lund e Johannes Teyssen di E.ON. La francese Total SA, invece, sarà presente con il Ceo Christophe de Margerie.
Hanno confermato la loro partecipazione anche Donald James Umpleby III, presidente di Caterpillar Inc.; Franck Riboud, presidente e Ceo di Danone e Kim Jung Rae di Hyundai Heavy Industries Co Ltd. Insieme a loro Frans van Houten, Ceo di Royal Philips Electronics NV; Robert Dudley, Ceo di British Petroleum e Mike Nolte, vicepresidente di Mercedes-Benz Russia.
La crisi ucraina ha generato anche maggiore pessimismo tra gli investitori stranieri, come rivela un recente rapporto dell'Associazione delle imprese europee (AEB): secondo il 40% degli intervistati - tra marzo e aprile - lo sviluppo degli investimenti stranieri in Russia nei prossimi 2-3 anni è destinati a diminuire (nel 2013, il dato era del 12%).
Nonostante questo e il rallentamento generale dell'economia russa, l'aria è comunque quella del "business as usual" per Mosca, che allo Spief darà prova di forza nello sfilare di ministri, oligarchi e top manager di 450 tra le maggior compagnie russe (Gazprom, Rosneft, Sberbank, Rusal, Lukoil).
A livello istituzionale, il presidente Vladimir Putin - che interverrà oggi - sarà il politico di più alto rango, appena tornato da Shanghai con in tasca il mega accordo da 400 miliardi di dollari tra Gazprom e la cinese Cnpc per forniture trentennali di gas alla Repubblica popolare e che i giornali russi hanno definito "un incubo per l'Europa".
Mosca (AsiaNews) - Sullo sfondo delle sanzioni occidentali contro Mosca per la crisi ucraina, si è aperto il 22 maggio a San Pietroburgo il Forum economico internazionale (Spief), l'appuntamento che da 18 anni riunisce il business internazionale e i vertici delle istituzioni della Federazione, anche soprannominato la "Davos russa".
Dedicato al tema "Sostenere la fiducia in un mondo che subisce trasformazioni", l'evento punta a dimostrare ai principali investitori esteri la volontà russa di essere ancora un partner non solo affidabile, ma anche necessario, nonostante l'escalation di tensione politico-diplomatica.
Gli organizzatori hanno voluto sottolineare che, quest'anno più che mai, la discussione "sarà vivace" e la "qualità" del programma non sarà danneggiata dalle diserzioni di alcuni top manager di grandi compagnie occidentali, dietro presunte pressioni da parte degli Usa. Secondo il quotidiano Kommersant, il numero totale di manager stranieri che parteciperanno al Forum è sceso del 40%, rispetto all'anno scorso.
Come aveva anticipato il quotidiano Izvestia, tra i big a dare forfait c'è più di una dozzina di amministratori di società statunitensi, tra cui Visa, Boeing, PepsiCo, ConocoPhillips e Cisco Systems. Adducendo, ufficialmente, diverse motivazioni non andranno a San Pietroburgo il presidente di Siemens Joe Kaeser, il capo di Deutsche Bank Jürgen Fitschen e il Ceo della compagnia petrolifera norvegese Statoil Helge Lund e Johannes Teyssen di E.ON. La francese Total SA, invece, sarà presente con il Ceo Christophe de Margerie.
Hanno confermato la loro partecipazione anche Donald James Umpleby III, presidente di Caterpillar Inc.; Franck Riboud, presidente e Ceo di Danone e Kim Jung Rae di Hyundai Heavy Industries Co Ltd. Insieme a loro Frans van Houten, Ceo di Royal Philips Electronics NV; Robert Dudley, Ceo di British Petroleum e Mike Nolte, vicepresidente di Mercedes-Benz Russia.
La crisi ucraina ha generato anche maggiore pessimismo tra gli investitori stranieri, come rivela un recente rapporto dell'Associazione delle imprese europee (AEB): secondo il 40% degli intervistati - tra marzo e aprile - lo sviluppo degli investimenti stranieri in Russia nei prossimi 2-3 anni è destinati a diminuire (nel 2013, il dato era del 12%).
Nonostante questo e il rallentamento generale dell'economia russa, l'aria è comunque quella del "business as usual" per Mosca, che allo Spief darà prova di forza nello sfilare di ministri, oligarchi e top manager di 450 tra le maggior compagnie russe (Gazprom, Rosneft, Sberbank, Rusal, Lukoil).
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