E’ la prima squadra femminile di rally in Medioriente. Corrono, vincono, sognano un futuro diverso per le donne del loro paese e saranno presto protagoniste di un film.
di Emanuela Biancardi
Una controllata alle gomme e alla stabilità dell’auto. Un’occhiata al livello dell’olio, casco indossato ed eccole pronte per una nuova gara. I meccanici ai box, i primi tempi, riservavano loro sguardi eloquenti del tipo: “Vi metterei ai fornelli o a rammendare calzini…”. L’inizio della carriera delle Speed Sisters, la prima squadra di rally tutta al femminile in Medioriente, è stata davvero una gara estenuante. “Nessuno ci prendeva sul serio. Abbiamo dovuto abituarci a tutto: agli scherzi, alle risate ironiche, alle provocazioni… Ma la nostra è una passione che cambierà la storia!”, dice Noor una delle Sisters, diventata in breve tempo un’eroina per le donne palestinesi.
Noor, Marah e Betty si coprono il capo da anni non certo con un velo ma con un casco di protezione da rally. Quando lo sfilano, al termine delle gare, i lunghi capelli piovono sulle spalle provocando gli applausi di un pubblico che ancora oggi le accoglie tra l’incredulo, il divertito e l’affascinato. La storia delle Speed Sisters è iniziata circa dieci anni fa. La loro passione per i motori e il loro talento, ostacolati da opinione pubblica e dagli stessi genitori, vengono invece notati dalla Federazione Palestinese che le porta a correre in Formula 3. Sfidano religione e cultura, superano difficoltà politiche, sono incuranti dei commenti spietati. Sorrette dal loro amore per i motori e la velocità possono contare solamente su chi crede in loro e le stimola a continuare. Gara dopo gara (sui circuiti di Silverstone, Giappone, Polonia e Emirati per citarne alcuni), le Speed Sisters collezionano successi e credibilità.
“Non fu facile cominciare” - racconta Betty - “Questo è un posto dove le donne se ne devono stare a casa… E voi sapete, vero, come sono certe società arabe…”.
Oggi le Speed Sisters, che gareggiano contro i piloti uomini, che corrono con coraggio scaldando asfalto e speranze, sono dai più amate e rispettate.
“Ora a casa sono tutti fieri di noi. La gente viene a vederci anche durante le prove” - aggiunge Noor- “Quando schiaccio l’acceleratore mi sento una che fa qualcosa per le altre donne palestinesi. Vorrei mostrare un’immagine nuova, migliore di quella che passate voi dei media”.
La storia delle Speed Sisters sarà presto un film-documento, il cui trailer è già pronto. Si stanno raccogliendo fondi per completare la pellicola che vedrà protagoniste le tre velocissime ragazze.
Tre giovani donne che respirano la vera libertà quando la terra brucia sotto le gomme e che accarezzano ancora un sogno per il futuro. La Formula 1.
di Emanuela Biancardi
Una controllata alle gomme e alla stabilità dell’auto. Un’occhiata al livello dell’olio, casco indossato ed eccole pronte per una nuova gara. I meccanici ai box, i primi tempi, riservavano loro sguardi eloquenti del tipo: “Vi metterei ai fornelli o a rammendare calzini…”. L’inizio della carriera delle Speed Sisters, la prima squadra di rally tutta al femminile in Medioriente, è stata davvero una gara estenuante. “Nessuno ci prendeva sul serio. Abbiamo dovuto abituarci a tutto: agli scherzi, alle risate ironiche, alle provocazioni… Ma la nostra è una passione che cambierà la storia!”, dice Noor una delle Sisters, diventata in breve tempo un’eroina per le donne palestinesi.
Noor, Marah e Betty si coprono il capo da anni non certo con un velo ma con un casco di protezione da rally. Quando lo sfilano, al termine delle gare, i lunghi capelli piovono sulle spalle provocando gli applausi di un pubblico che ancora oggi le accoglie tra l’incredulo, il divertito e l’affascinato. La storia delle Speed Sisters è iniziata circa dieci anni fa. La loro passione per i motori e il loro talento, ostacolati da opinione pubblica e dagli stessi genitori, vengono invece notati dalla Federazione Palestinese che le porta a correre in Formula 3. Sfidano religione e cultura, superano difficoltà politiche, sono incuranti dei commenti spietati. Sorrette dal loro amore per i motori e la velocità possono contare solamente su chi crede in loro e le stimola a continuare. Gara dopo gara (sui circuiti di Silverstone, Giappone, Polonia e Emirati per citarne alcuni), le Speed Sisters collezionano successi e credibilità.
“Non fu facile cominciare” - racconta Betty - “Questo è un posto dove le donne se ne devono stare a casa… E voi sapete, vero, come sono certe società arabe…”.
Oggi le Speed Sisters, che gareggiano contro i piloti uomini, che corrono con coraggio scaldando asfalto e speranze, sono dai più amate e rispettate.
“Ora a casa sono tutti fieri di noi. La gente viene a vederci anche durante le prove” - aggiunge Noor- “Quando schiaccio l’acceleratore mi sento una che fa qualcosa per le altre donne palestinesi. Vorrei mostrare un’immagine nuova, migliore di quella che passate voi dei media”.
La storia delle Speed Sisters sarà presto un film-documento, il cui trailer è già pronto. Si stanno raccogliendo fondi per completare la pellicola che vedrà protagoniste le tre velocissime ragazze.
Tre giovani donne che respirano la vera libertà quando la terra brucia sotto le gomme e che accarezzano ancora un sogno per il futuro. La Formula 1.
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